Napoli-Milan, il rigore di Giroud non era da ripetere: ecco perché
La confusione sulla posizione di Juan Jesus, cosa dice la regola 14 e il glossario dell'IFAB e il tweet che ha seminato caos su uno degli episodi più discussi della sfida del Maradona
Il calcio di rigore tirato da Giroud nel primo tempo di Napoli-Milan, quarto di finale di ritorno della Champions League, respinto da Meret e allontanato definitivamente da Juan Jesus non era da ripetere. Anche se il difensore brasiliano del Napoli era proiettato all'interno dell'area di rigore al momento dell'esecuzione e si è avvantaggiato di questo suo movimento per arrivare prima di tutti sul pallone respinto dal compagno di squadra.
Lo dice il regolamento del gioco del calcio e lo chiarisce il glossario IFAB, unici documenti cui attenersi per le questioni regolamentari in campo. Può apparire una forzatura, ma la posizione del corpo di Juan Jesus non andava contro norma e spirito del regolamento e ogni altra interpretazione va considerata errata. Anche se nata da un tweet pubblicato dall'account Twitter della stessa IFAB (International Football Association Board), l'organismo custode delle regole del gioco e che ogni anno le conferma o rinnova.
Cosa dice la regola 14 che si occupa dell'esecuzione dei calci di rigore? Prevede che "tutti i calciatori, tranne l’incaricato del tiro e il portiere, devono posizionarsi ad almeno 9,15 m dal punto del calcio di rigore, dietro il punto del calcio di rigore, sul terreno di gioco e fuori dell’area di rigore". In caso di ingresso anticipato all'interno dell'area stessa, se si concretizza il vantaggio di poter arrivare prima su un pallone respinto, il rigore va fatto ripetere.
Juan Jesus si trovava (non da solo) certamente proiettato oltre la linea di demarcazione dell'area ma nessuna parte del suo corpo toccava il terreno di gioco nel momento dell'esecuzione di Giroud. E questa fa la differenza, come specifica il Glossario IFAB che accompagna ogni anno la pubblicazione delle "Regole del Gioco".
Alla voce "Restart position" è specificato, infatti, che la posizione di ripartenza di un calciatore è determinata dalla posizione dei suoi piedi o di qualsiasi altra parte del corpo "che stia toccando il terreno", con l'unica eccezione della regola 11 che è quella che norma la posizione di fuorigioco. Dove, ovviamente, si prende in considerazione anche la parte alta del corpo, se abile a marcare una segnatura, e di conseguenza la sua proiezione. Solo per la regola 11, non in altri casi compresa l'esecuzione del rigore.
Dunque, non c'è alcun dubbio sul fatto che al Maradona l'arbitro Marciniak e il suo Var polacco Kwiatkowski abbiano preso la decisione corretta su questo episodio. Rimane da chiarire un ultimo dubbio perché c'è un tweet dall'account ufficiale Twitter dell'IFAB che, nel luglio 2020, rispondendo alla domanda di un follower circa la "posizione in salto o in aria" di un calciatore scrive che "l'arbitro giudica dove sarebbero i piedi se fossero a terra". Con una proiezione, insomma.
Tratto da Twitter
Non è vero e la regola generale è che quanto scritto nei documenti ufficiali, e il Glossario IFAB ne fa parte integrante, supera ogni altra possibile interpretazione ed è l'unica cosa da seguire. Il rigore di Giroud non andava ripetuto.