Napoli-Milan, cosa ha detto in vista della Champions League
La larga vittoria dei rossoneri (0-4) sposta gli equilibri a dieci giorni dal doppio confronto nei quarti europei. Che prima della notte (da dimenticare anche per gli scontri in curva) del Maradona sembrava segnata e adesso...
Pioli e Spalletti si sono affrettati a spiegare, sia prima che dopo la sfida del Maradona, che in nessun modo il confronto tra Napoli e Milan di campionato avrebbe influenzato la doppia sfida di Champions League. Lettura condivisibile alla vigilia, meno dopo la notte in cui i rossoneri si sono ritrovati e i partenopei improvvisamente persi per strada, disegnando una gara a senso unico in cui il dominio degli attuali campioni d'Italia nei confronti dei subentranti è stato assoluto. Dal fischio d'inizio a quello finale. Lo 0-4 fotografa in maniera impietosa quanto accaduto e allunga un'ombra sui 180 minuti che varranno un posto tra le prime quattro d'Europa.
E' vero che al Napoli mancava la potenza e profondità di Osimhen, giocatore unico per prolificità e adattamento al calcio di Spalletti che spera di riaverlo per la Champions League. Però la superiorità del Milan si è generata altrove e non ha rappresentato nemmeno una primizia considerato che anche all'andata Pioli aveva messo in grave difficoltà l'avversario, pur perdendo nel finale. E che lo stesso copione era stato scritto anche nella scorsa primavera, vittoria chiave sulla strada dello scudetto. Dunque il tecnico toscano ha meno di due settimane per cambiare qualcosa e per trovare l'antidoto all'altra situazione di campo che, quando si verifica, funziona da kryptonite per il suo Napoli: chi blocca le fasce vince. Lo ha fatto l'Inter a inizio gennaio e si sono ripetute Lazio e Milan.
Se è vero che tre indizi fanno una prova, ecco su cosa il Napoli farà bene a riflettere: in questa meravigliosa stagione è andato in difficoltà poche volte, ma quando è successo non è riuscito mai ad evitare la sconfitta. E in un confronto che si consuma tra andata e ritorno è un lusso che nessuno si può permettere.
Nell'altro schieramento, tra le tante ottime notizie della serata napoletana, c'è una considerazione negativa per Pioli. E' tornato al modulo di partenza - difesa a quattro e Leao scatenato sulla sinistra - chiudendo la fase emergenziale della linea a tre. Ha irrobustito le sue linee di mezzo con Krunic, riabilitato Calabria e messo Brahim Diaz lì dove poteva fare più male al Napoli. Tutto perfetto ma anche tutto dannatamente scoperto. Cosa potrà inventarsi di diverso, visto che questo piano partita gli ha consegnato la serata perfetta dal punto di vista tattico e del risultato?
Ecco, se a livello psicologico le modalità della vittoria (e del tracollo) non potranno non lasciare un segno sull'ormai breve avvicinamento ai quarti di Champions League, in campo Spalletti si è preso il vantaggio di vedere in anticipo le carte di Pioli e di poterci lavorare su. Non è poco alla vigilia di una sfida che sarà comunque equilibrata e decisa da episodi e in cui ogni sfumatura potrà fare la differenza. In classifica ci sono 20 punti tra Napoli e Milan, ma da ieri sera la distanza si è enormemente accorciata.