Multe agli utenti, l'ultima frontiera della guerra al pezzotto
La svolta in Italia per cercare di colpire definitivamente lo streaming illegale, costato nell'ultimo triennio 1,5 miliardi di euro ai club della Serie A. Ecco come funziona il sistema di sanzione immediata - DAZN, ASCOLTI IN CALO NELLE PRIME DI SERIE A
Nell’eterna lotta tra pirati e broadcaster ora un punto fermi c’è e cambia sostanzialmente i rapporti di forza. La stretta decisa dall’Agcom e che consente non solo l’identificazione ma anche la sanzione per i fruitori del pezzotto toglie agli organizzatori del business dello streaming illegale un’arma importante e cioè l’idea che il cliente non rischi nulla e al massimo si debba rassegnare allo slalom tra siti e tecnologie per evitare i blocchi sempre più frequenti del servizio. Non sarà più così. D’ora in poi i furbetti del pezzotto (o similari) una volta identificati saranno chiamati a mettere mano al portafoglio per pagare una multa. Quanto salata? Da 150 a 5.000 euro che significa un effetto deterrente alla lunga condizionante per chi si affida ai circuiti illegali per risparmiare qualche centinaio di euro all’anno.
La svolta è l’ultimo passo di una guerra che sta a cuore soprattutto al mondo del calcio, obbligato – stime della Lega Serie A – a contabilizzare perdite per 300 milioni di euro a stagione per l’attività della criminalità organizzata. Nei mesi scorsi la messa in campo di “Piracy Shields”, la piattaforma anti pirateria attiva dal febbraio 2024 che consente l’abbattimento entro 30 minuti dei segnali pirata, ha inciso sulla “qualità” del servizio fornito dai pirati e consentito l’identificazione di oltre ventimila utenze, tra database e indirizzi Ip, coinvolte nella visione dello streaming illegale.
Ora verrà compiuto il passo successivo. Grazie a un protocollo firmato da Agcom, Guardia di Finanza e procura di Roma i dati raccolti, a partire da quelli degli utenti, verranno trasmessi all’autorità giudiziaria nella loro completezza: nome, cognome, indirizzo Ip e flusso di informazioni utilizzate. La sanzione scatterà in automatico senza che un giudice debba autorizzarle analizzando ogni singola violazione, riducendo in maniera significativa i tempi previsti dalla legge del 2023 sul contrasto alla pirateria.
E’ vero che nei mesi scorsi “Piracy Shields” ha dovuto misurarsi con i ricorsi dei gestori internet e che la battaglia è tutt’altro che conclusa, ma l’idea che esista una sanzione immediata anche per il fruitore finale del prodotto rappresenta una svolta fondamentale. La stagione della Serie A si è aperta con dati d’ascolto in calo per DAZN, detentrice dei diritti in esclusiva (co-esclusiva per 3 match a giornata con Sky Sport) fino al 2029 con un investimento complessivo da 4,5 miliardi di euro. Il pezzotto, in tutte le sue declinazioni, rappresenta un enorme problema pere i club oltre che per i broadcaster soprattutto in Italia e Spagna. La Lega Serie A stima in un miliardo di euro i mancati incassi dell’ultimo triennio mentre il numero une della Liga spagnola, Javier Tebas, ha parlato di una massa di utenti illegali che raggiunge il 40% del totale potenziale.
“Ogni fruizione illegale di contenuti video lascia un filo di Arianna digitale indelebile che consentirà alle forze dell'ordine di perseguire i pirati a cui saranno applicate in maniera automatica sanzioni fino a 5.000 euro. Nessuno può pensare di continuare a rubare contenuti illegalmente e farla franca" ha detto Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A a commento della firma del protocollo. La frontiera successiva sarà la guerra alle VPN. Un emendamento a firma Dario Damiani di Forza Italia chiede di estendere anche alle VPN l’obbligo di disabilitare l’accesso alle partite illegali bloccandone l’utilizzo che consente la creazione di indirizzi iP per aggirare i blocchi e le norme.
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