Pintus, l'arma segreta dell'Inter di Conte
Lavora all'ombra di allenatori e gruppi vincenti, ha un palmarès da top player e con lui il tecnico leccese ha cambiato usi e abitudini della sua squadra - INTER CAMPIONE D'ITALIA, LO SPECIALE
In Spagna, mentre il Real Madrid faceva collezione di trofei internazionali, non ci hanno pensato troppo nell'evocare i "due segreti calvi" dei successi delle Merengues. Uno, Zinedine Zidane, come guida del gruppo dalla panchina e l'altro, Antonio Pintus, uomo ombra che del Real delle tre Champions League consecutive è stato l'ingegnere che ha posto le fondamenta consentendo a Cristiano Ronaldo e compagni di spingere al massimo dei giri il motore mentre gli altri rallentavano. Pintus è anche una delle chiavi del ritorno allo scudetto dell'Inter, voluto da Antonio Conte nel suo staff nell'estate 2019 e padrone indiscusso di Appiano Gentile.
Molto più di un semplice responsabile della preparazione atletica di una squadra. Un autentico globetrotter dei muscoli e del pallone, con esperienze accumulate in almeno quattro importanti campionati (Serie A, Premier League, Liga e Ligue1) e un palmarès da fare invidia ai top player più celebrati. Basti pensare che ha messo la sua firma su 20 titoli, conquistando per tre volte la Champions League (con Real Madrid e Juventus), una in più il Mondiale per Club e conquistando la bellezza di 5 tra scudetti e titoli di campione di Spagna. più una serie di trofei (Coppa Uefa, Supercoppe d'Europa e così via) alle quali andrebbero aggiunte anche la Serie B dominata con la Juventus nel 2007 e la finale di Champions League con il Monaco di Deschamps nel 2004. un mezzo miracolo nonostante la sconfitta, tanto che il francese lo volle poi al suo fianco nell'avventura juventina post Calciopoli.
Pintus piace a quelli che piacciono. Ha lavorato con Marcello Lippi negli anni Novanta, Gianluca Vialli nel Chelsea, Gianfranco Zola nel West Ham, il già citato Deschamps e, penultimo, un certo Zinedine Zidane quando si è trovato catapultato quasi da debuttante sulla panchina del Real Madrid. Stimato in tutta Europa, corteggiato dai grandi club, Pintus si è messo a disposizione di Conte e non è una caso (e nemmeno una botta di fortuna) che l'Inter tricolore sia la squadra che ha subito meno infortuni e che ha corso di più in inverno e primavera malgrado lo stress delle partite ogni tre giorni e una stagione iniziata dopo tutti gli altri e con meno tempo per allenarsi perché quella prima era terminata il 22 agosto con la finale (persa) di Europa League.
Di lui ci sono poche tracce negli archivi. Nel novembre 2019 ha spiegato la sua ricetta ai giornalisti italiani: "Come superare la fatica per i troppi impegni? Contano il defatigante, le terapie di scarico muscolare, il lavoro posturale, i massaggi e il reintegro delle energie perse grazie a un'alimentazione corretta". Ecco. L'alimentazione personalizzata è una delle chiavi di quello che è stato ribattezzato il 'Metodo Pintus'. Le altre sono la resistenza, coltivata con corse lunghe e costanti prima dell'inizio degli allenamenti (si sottopone anche lui al rito) e l'intensità. In Spagna avevano descritto i suoi allenamenti tipo: sessioni di 90 minuti da farsi con la massima intensità e concentrazione, le stesse richieste poi in partita (e quindi per 90 minuti). Il modo per allenare il fisico e la testa dei calciatori ad esprimersi al massimo livello senza cali di tensione. L'uomo ombra perfetto per un perfezionista come Antonio Conte. Un bel pezzo dello scudetto interista è anche suo.
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