Plusvalenze, la Roma rischia un processo dalla Figc (come la Juve)
La Procura della Capitale vuole processare Pallotta e i suoi dirigenti per una serie di operazioni dal 2018 al 2020. E quella della Federcalcio ha aperto un fascicolo di inchiesta. Il precedente della Juventus e cosa può succedere
Guai in arrivo per la Roma, che rischia di fare la stessa fine della Juventus in un processo per plusvalenze che la Procura della Figc potrebbe istruire nei prossimi mesi. Eredità della gestione Pallotta, chiusa nel 2022, l'inchiesta che ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio per l'ex proprietario e per cinque suoi dirigenti apicali è diventata ora anche un fascicolo di indagine aperto dal procuratore capo della Federcalcio, Giuseppe Chiné. La documentazione era stata chiesta ai magistrati della Capitale ed è all'esame degli uffici della Procura che ha deciso di approfondire il caso.
Cosa significa? Che ad aprile, una volta sentiti autonomamente i protagonisti coinvolti e lette con attenzione tutte le carte spedite da Palazzo di Giustizia, per la Roma potrebbe scattare il deferimento con vista su un processo sportivo dall'esito incerto. Se è vero, infatti, che nella primavera del 2022 l'assoluzione per Juventus, Napoli, Genoa, Parma e Sampdoria e altri club ha sancito in maniera quasi definitiva che non è possibile sanzionare le società per il valore attribuito agli scambi, essendo lo stesso relativo e non soggetto a valutazioni certe, la rievocazione e poi condanna ottenuta successivamente per la Juventus ha dimostrato che rischi concreti esistono qualora possa essere dimostrato un accordo per ottenere benefici di bilancio dalle stesse valutazioni.
Nel caso dei bianconeri a portare alla penalizzazione furono intercettazioni, scritture e mail, oltre alla contestazione relativa all'applicazione dei criteri contabili validi per le società quotate in Borsa, differenti dagli altri. Una situazione che nel periodo relativo all'inchiesta (dal 2018 al 2020) la Roma condivideva con la Juventus. Così come sovrapponibile è l'ipotesi di reato per la quale è stato chiesto il processo per Pallotta e i dirigenti: falso in bilancio e violazione del testo unico dell’intermediazione finanziaria.
L'attuale proprietà e dirigenza è totalmente estranea a quanto contestato, essendo le operazioni inserite nelle carte dell'inchiesta romana relative a sessioni di mercato fino al 2020. Si tratta di 60 milioni di plusvalenze contabilizzate invece di 39, conto che viene fatto dalla Procura di Roma. I casi: Spinazzola-Pellegrini con la Juventus, Nainggolan all'Inter con passaggio in giallorosso di Zaniolo e Santon, l'acquisto di Cristante dall’Atalanta e la cessione di Tumminello, Manolas al Napoli con Diawara a fare il percorso contrario e, infine, Marchizza e Frattesi al Sassuolo per Defrel.
Operazione regolari secondo la difesa, che dovrà dimostrarlo nel procedimento ordinario e ora anche davanti alla Procura della Federcalcio. Oltre a Pallotta, che ha ceduto il club nel 2022 ai Friedkin, nel mirino dei magistrati ci sono Umberto Gandini, amministratore delegato fino al 2018, Guido Fienga, amministratore delegato dal 2019 al 2021, Mauro Baldissoni, per il ruolo di direttore generale e vice presidente esecutivo, Francesco Malknecht, dirigente redattore dei bilanci e Giorgio Francia, addetto alla redazione della contabilità.