san siro inter milan nuovo stadio manifestazione interesse offerta comune milano
(Ansa)
Calcio

Inter e Milan restano a San Siro (con un nuovo stadio)

I club fanno un altro passo verso il piano originario del 2019 e l'hanno comunicato al ministro Giuli. A breve la manifestazione di interesse ufficiale. Ultimo ostacolo: il prezzo che l'Agenzia delle Entrate farà per il vecchio impianto

Un altro passo verso la soluzione della permanenza a San Siro (con stadio nuovo), a meno che la risposta dell'Agenzia delle Entrate sul prezzo del vecchio stadio, o altri intoppi nel percorso, non tornino a fermare tutto. Milan e Inter hanno confermato di considerare come concreta l'idea di restare dove sono. Non nell'attuale Meazza, destinato ad essere rifunzionalizzato rispettando il vincolo light che dal 2025 preserverà, almeno in parte, il secondo anello, ma in un impianto nuovo di zecca che sorgerà a poche decine di metri da quello di oggi e che renderà per sempre l'area di San Siro quella destinata al calcio sul territorio di Milano.

Una svolta comunicata anche al ministro della Cultura Alessandro Giuli che ha ricevuto i due club, le rispettive proprietà, il sindaco di Milano Beppe Sala e la Soprintendente Emanuela Carpani. Tutto sotto gli occhi di Andrea Abodi, responsabile del ministero dello Sport. Nulla di formale o irreversibile, semmai un ulteriore passo nel processo di approfondimento delle opzioni sul terreno. Solo che, rispetto a un anno fa, ora il dialogo sembra procedere in maniera più lineare.

"È stata presentata ai Ministri l’ipotesi di costruzione del nuovo stadio di Milano a San Siro, di sviluppo delle aree circostanti, unitamente alle linee guida della rifunzionalizzazione dello stadio Meazza, già condivise con la soprintendente Carpani. Da parte di tutti gli interlocutori c’è stato apprezzamento e soddisfazione. A breve i Club procederanno alla presentazione della manifestazione di interesse utile alla prosecuzione del procedimento" è scritto nella nota pubblicata dal Comune di Milano, questa volta senza nulla da obiettare da parte delle società.

Il cambio di rotta si era compreso a settembre, dopo che la Soprintendenza aveva chiarito a Milan e Inter come il vincolo, in arrivo nel 2025, non dovesse essere letto come obbligo di mantenere l'attuale San Siro in piedi nella sua interezza come ora. A maggior ragione nel caso di interlocutori privati e non pubblici. Da qui la chance di tornare almeno nello spirito a quanto previsto dai disegni del 2019: nuovo impianto e l'area circostante dedicata a verde, commerciale e uffici. Potrà essere così semplicemente dando una nuova funzione a quello che dovrà restare in piedi di San Siro con particolare attenzione al secondo anello e alla sua spirale.

Resta il tema del prezzo. A fornire la cifra dovrà essere l'Agenzia delle Entrate il cui responso è atteso per l'inizio del nuovo anno anche se il Comune sta facendo di tutto perché i tempi si accorcino. Quanto costano San Siro e le aree vicine? Alcune decine di milioni di euro (70-100 secondo i rumors), denaro che dovrà essere investito per procedere al piano non potendo il Comune in nessun modo dismettere il Meazza senza incassare soldi per non incorrere nel rischio di danno erariale.

Il dato certo è che RedBird e Oaktree, le proprietà dei due club, parlano sul tema stadio la stessa lingua. C'è una differente situazione che nasce dal percorso fatto negli scorsi anni. Per il Milan l'opzione San Donato Milanese è più che mai attuale e concreta, corredata da un investimento di 40 milioni di euro e con una serie di atti burocratici e amministrativi completati. Rimane sul tavolo e la società rossonera non recederà se non in presenza di garanzie definitive sul progetto San Siro. Per l'Inter il tema è la prelazione su un'area privata di Rozzano che viene costantemente prorogata in attesa di novità.

Se nei prossimi mesi tutto andrà come previsto, è probabile che la fine dei Giochi invernali del 2026 sarà anche l'inizio dei lavori a San Siro. Prima si costruirà il nuovo impianto, poi si procederà alla rifunzionalizzazione di quello vecchio, così da non costringere i tifosi delle due squadre a rinunciare al sostegno a Milan e Inter per mancanza di... posti. Anche per questo si conferma logica la soluzione di rinunciare alla finale di Champions League del 2027: la Uefa pretendeva garanzie sull'assenza di cantieri nelle vicinanze o di lavori dentro lo stadio. Nessuno poteva darle.

TUTTE LE NOTIZIE DI CALCIO SU PANORAMA

I più letti

avatar-icon

Giovanni Capuano