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(Ansa)
Calcio

San Siro addio, ma Milan e Inter vogliono restare a Milano

I club hanno comunicato al sindaco Sala che anche il piano di ristrutturazione di WeBuild non va bene. La novità, però, è il lavoro in comune con obiettivo l'area intorno all'attuale impianto come già previsto nel 2019

Milan e Inter staccano la spina al vecchio San Siro. Forse definitivamente, se è vero che il progetto di ristrutturazione firmato da WeBuild dopo un'estate di sopralluoghi e lavoro rappresentava l'ultima carta del sindaco Beppe Sala per provare a convincere i due club a restare dove sono oggi. Niente da fare. Milan e Inter hanno notificato a Sala che non se ne fa nulla e che l'intenzione è marciare spediti verso un impianto nuovo, proiettato al futuro, andando oltre i limiti della struttura del Meazza la cui ristrutturazione avrebbe lasciato in eredità un senso generale di arretratezza oltre a problemi logistici impattanti.

Il faccia a faccia era stato sollecitato dalle stesse società nel cuore dell'estate ed era stato interpretato dal sindaco come un passo indietro verso la soluzione gradita al Comune. Come Panorama aveva anticipato lo scorso 9 agosto (LEGGI QUI L'ARTICOLO), però, si trattava solo di un passo necessario sulla strada della decisione finale e non di una diversa volontà. Ora il no a San Siro è ufficiale e definitivo e tornano in campo le altre ipotesi a partire dall'area circostante lo stadio, come nel progetto originario del 2019. Con Milan e Inter di nuovo affiancate, questa sì la novità delle ultime settimane.

"Dopo lunghe analisi Inter e Milan sono arrivate alla conclusione che San Siro non è ristrutturabile, o perlomeno non lo è a costi accessibili, e quindi non considerano questa ipotesi, come si era pensato negli ultimi mesi, fattibile" ha spiegato Sala: "La loro proposta è di tornare sull'idea di un nuovo stadio sempre nell'area di San Siro", conclusione maturata dopo "lunghe analisi di fattibilità tecnico ed economica".

Una doccia gelata non inattesa per Sala che, da parte sua, non è contrario per pregiudizio all'idea che si faccia uno stadio nuovo nell'area di San Siro trovando il modo di rispettare il futuro vincolo della Soprintendenza sull'attuale impianto. Dopo mesi di balletti, però, l'inquilino di Palazzo Marino pretende che le due proprietà ufficializzino la rinuncia a rispettivi piani alternativi (o principali nel caso del Milan): San Donato Milanese e Rozzano. Un atto che renderebbe irreversibile il ritorno al passato, leggasi progetto originario, con meno garanzie per chi propone visto che nel frattempo è stato preannunciato il vincolo storico.

Da parte loro Milan e Inter hanno posto tre condizioni: conoscere il valore delle aree e dello stadio (da agosto è stato dato mandato all'Agenzia delle Entrate), comprendere i tempi entro cui potranno entrarne eventualmente in possesso e anche l'impatto del vincolo annunciato per il 2025. Per questo nei prossimi giorni si siederanno al tavolo con la Soprintendenza. I club infatti non hanno chiuso all'idea di rifunzionalizzare la vecchia struttura dopo aver costruito al suo fianco quella nuova.

All'incontro a Palazzo Marino si sono presentati l'amministratore delegato del Milan, Giorgio Furlani, e l'ad dell'Inter, Alessandro Antonello accompagnato da Katherine Ralph e Carlo Ligori, due manager del fondo Oaktree che da maggio ha rilevato il club da Steven Zhang. E' stata la prima uscita pubblica sul tema stadio mentre quello che pensa Gerry Cardinale è noto da tempo ed è stato ribadito poche ore prima del faccia a faccia: "RedBird ha progetti ambiziosi per la costruzione di un nuovo stadio all'avanguardia che sostituisca l'ormai vetusto San Siro, che il club condivide con la rivale Inter. Il progetto dello stadio si è rivelato controverso, con i politici locali che volevano che i due club investissero congiuntamente nelle strutture esistenti".

Articolo in aggiornamento


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Giovanni Capuano