Scudetto, giocano tutti per l'Inter
Juventus, Napoli, Milan e le romane: l'inizio difficile di campionato delle potenziali pretendenti il titolo stanno disegnando una stagione lontana dai pronostici dell'estate
Vanno tutti piano singhiozzando tra un problema e l'altro. Chi meno (Milan), chi di più (Roma e Lazio); andamento lento e incostante in un inizio di stagione che rischia di bruciare la speranza di un campionato combattuto e aperto a tanti pretendenti. I primi 540 minuti della Serie A, invece, hanno disegnato una classifica con distacchi già da tappa di media montagna: l'Inter viaggia con 3 punti di vantaggio sul Milan, 5 sulla Juventus, 7 sul Napoli, 10 sulla Roma e 11 sulla Lazio. Soprattutto viaggia su binari dritti e senza curve, favorita anche da un calendario che le ha consegnato un avvio non impossibile, ma facendo leva sui frutti di un percorso di crescita tecnica e tattica non interrotto nemmeno dall'estate delle tante partenze nella rosa di Inzaghi.
I nerazzurri sono gli unici che non mostrano crepe. Non sarà così sempre e l'infortunio di Arnautovic è il primo bivio da affrontare con ricadute ancora tutte da scoprire. Però arrivati quasi alla fine di settembre, lo stacco rispetto al passato è netto. Un anno il Napoli di Spalletti stava cominciando a dare i primi segnali del dominio che sarebbe stato e le altre ad avvilupparsi nelle rispettive difficoltà: oggi la sensazione è che stia accadendo con Inzaghi protagonista e gli altri col fiato già corto.
Nessuna sentenza definitiva, impossibile quando in palio rimangono 99 punti. Nessuno ha già vinto, nessuno è fuori dalla corsa. Almeno quella Champions League visto che il gap che Roma e Lazio si sono auto imposte è già enorme e i limiti delle rose di Mourinho e Sarri evidenti. A sorprendere è la dissoluzione delle certezze del Napoli. E' vero che dopo lo scudetto stravinto ha perso direttore sportivo, allenatore e perno della difesa, ma in fondo Garcia ha in mano la squadra meno modificata dalla sessione estiva del mercato. Tutto svanito.
Le ribellioni di Osimhen e Kvaratschelia alle scelte del tecnico sono clamorose perché mostrano una rottura nello spogliatoio che non era lecito attendersi. Quasi come se il Napoli e Garcia non si fossero integrati e si considerassero a vicenda oggetti estranei e non progetto comune. Eppure in campo la qualità c'è e lo spazio per risalire anche, come dimostra la prestazione buona e sfortunata di Bologna.
La Juventus non è da scudetto, Allegri lo sa e lo va dicendo da agosto inascoltato in un ambiente che non vede l'ora di tornare a correre per vincere. E il Milan? Il derby ha consegnato a Pioli montagne russe emotive da gestire, un'onda lunga che farà sentire i suoi effetti per settimane. L'idea è che abbia in mano una squadra più forte dell'anno scorso ma imperfetta. Basterà per tenere aperta la corsa scudetto con i vicini di casa?
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