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(Ansa)
Calcio

Serie A 2024/2025: la griglia scudetto

Tutti contro l'Inter campione in carica e rinforzata sul mercato. Molti hanno investito e cambiato guida tecnica, ecco perché ci aspetta un campionato più combattuto e divertente rispetto agli ultimi due

Si riparte dalla festa dell’Inter per lo scudetto della seconda stella, frutto del dominio di una stagione comandata in Italia dall’inizio alla fine. Un terremoto che ha lasciato in eredità un’estate di profondi cambiamenti. Non è un caso che, Inter, Atalanta e Roma (De Rossi arrivato in corsa nel finale) tutte le altre panchine della parte sinistra della classifica siano cambiate accompagnate da investimenti pesanti sul mercato per cercare di colmare il gap rispetto ai nerazzurri.

Inizia una stagione lunga, massacrante e forse diversa dalle ultime che l’hanno preceduta. Inter e Juventus, le italiane iscritte al Mondiale per Club della Fifa che nasce a giugno, potrebbero arrivare a giocare oltre 70 partite mentre il Napoli di Conte, fuori dalle coppe europee, si fermerà al massimo a 45: balla quasi un campionato di differenza e soprattutto nel cuore dell’inverno il diverso impiego delle energie e la gestione di impegni ed infortuni potrebbero influenzare i risultati come mai accaduto prima.

Disegnare una griglia di partenza non è semplice. L’avvertenza è che qualche giudizio o previsione potrà essere riscritta alla mezzanotte del 30 agosto, alla chiusura del mercato. In questo articolo si danno per scontate le chiusure di alcune trattative non ancora definite. Il resto è l’analisi dei trend, squadra per squadra, con attenzione particolare alla corsa scudetto e all’altro, vero, titolo cui nessuno rinuncia rappresentato dalla qualificazione alla prossima Champions League.

POLE POSITION PER LO SCUDETTO: MILAN

In pole position per lo scudetto va il Milan. Siamo controcorrente rispetto alla maggioranza che pronostica ancora l’Inter, valutando come non colmato il gap dalla concorrenza. Il Milan, però, ha vissuto un’estate in cui è passato dalle critiche feroci dei tifosi per il mancato arrivo di Conte e Zirkzee alla costruzione di un progetto molto coerente e che ha valorizzato al massimo il mercato dell’estate 2023. Che, per inciso, era stato tutt’altro che negativo.

Pochi rinforzi mirati, giocatori pronti subito e non scommesse futuribili: Morata, Pavlovic, Fofana. Fonseca dovrebbe avere avuto da Ibrahimovic quello che serviva per correggere gli errori dell’anno scorso, il resto lo mette la ferocia che animerà i rossoneri tutti nel voler cancellare l’immagine dell’Inter festante nel derby. Motivazioni più qualità della rosa: parte da favorita, se non altro perché ripetersi è difficilissimo e le ultime quattro vincitrici dello scudetto non ci sono riuscite.

PRIMA FILA: INTER

Al fianco del Milan c’è l’Inter. Che deve fare una mezza impresa, come racconta l’albo d’oro dal 2020 in poi, e confermare di essere dominante. Inzaghi ha in mano una squadra più forte dell’anno scorso (Taremi e Zielinski ottimi innesti), ma dovrà riuscire a trasmettere a sé stesso e ai suoi giocatori la stessa motivazione di un anno fa. L’unico limite dell’ultimo triennio è stato questo: non essere ugualmente competitivi sia in Italia che in Europa.

L’altra incognita è legata alla capacità di ripetersi sui livelli visti da parte di calciatori decisivi: Acerbi, De Vrij, Mkhitaryan e lo stesso Thuram. Per qualcuno il tempo non è alleato, per gli altri potrebbe esserci la tentazione di pensare un po’ di più alla Champions League e al Mondiale per Club. In ogni caso l’Inter è fortissima e ha il miglior allenatore della Serie A che parte.

SECONDA FILA: ATALANTA E JUVENTUS

Che sia l’anno buono per l’Atalanta? Non tanto per partire da favorita scudetto (impossibile) quanto per fare corsa di testa con continuità dall’inizio alla fine. Perché no? Gli infortuni di Scalvini e Scamacca e la partenza di Koopmeiners (lo diamo per fatto) privano Gasperini di calciatori top. Perché sì? La rosa viene allungata e la consapevolezza lasciata dal successo in Europa League potrebbe certificare il salto di qualità definitivo.

Al quarto posto la Juventus. Ha fatto un mercato onerosissimo che alla fine avrà impegnato 200 milioni di euro, una vera ipoteca su presente e futuro. Ha venduto abbastanza bene, ma lo sforzo concesso a Giuntoli segnala come la volontà sia correre subito per lo scudetto. Una rifondazione così profonda porta anche tante incognite e la sensazione è che Thiago Motta (anche lui una scommessa ad alti livelli) non abbia tutto il materiale che serve per fare il suo calcio. Sintesi: la Juve è obbligata a lottare per lo scudetto per dare senso alla massa di investimenti, ma altre si fanno preferire in sede di pronostico. Post scriptum: la rivoluzione conferma che Allegri ha fatto i miracoli con una rosa che né Giuntoli né Thiago Motta hanno accettato di guidare nel mare grosso di questo campionato. Anche per questo la nuova Juve è obbligata a fare meglio in termini di risultati da subito, senza troppi alibi e sconti.

FUORI DALLA ZONA CHAMPIONS LEAGUE

Avere l'allenatore più pagato, una rosa rinforzata dal mercato (Lukaku, che arriverà, numericamente non fa rimpiangere Osimhen di quasi tutte le stagioni tranne quella scudetto) e il bonus di giocare trenta partite in meno rendono il Napoli un'altra obbligata a correre per lo scudetto. Dire il contrario significa nascondersi, però i primi segnali non sono incoraggianti. Va in terza fila insieme alla Roma (con o senza Dybala).

Tutte e due precedono nel pronostico la Fiorentina che ha chiuso l'era Italiano affidandosi a Palladino. Il progetto della Viola intriga, ma molto dipenderà dalla resa di Kean che è stato prelevato dalla Juventus dopo una stagione da zero gol. non un dettaglio per un attaccante. Chiude la quarta fila la Lazio. Baroni è bravo, Noslin, Dia e Tchouna pure. Ma tutti hanno sempre e solo giocato per salvarsi e i biancocelesti in due anni hanno salutato nell'ordine Milinkovic Savic, Luis Alberto, Felipe Anderson e Immobile: a volte cambiare fa bene, ma è difficile non pensare a un piano di ridimensionamento e ripartenza.

LE OUTSIDER

A metà gruppone le altre e quest'anno sarebbe sorprendente se ci fosse un altro Bologna. I felsinei, ad esempio, sono destinati a fare molta fatica per onorare campionato e Champions League senza le figure chiave della passata stagione. Stanno nel mezzo insieme alle solite Genoa e Torino.

La curiosità è il Como delle grandi firme, salito in Serie A con l'idea di restarci e di copiare la traiettorie del Monza di Galliani per il quale c'è aria di ricostruzione dopo avere lasciato andare Palladino per il giusto salto di livello.

CHI LOTTA PER NON RETROCEDERE

Nell'ultimo gruppo della griglia di partenza vanno le altre anche se non con le stesse possibilità. Lecce e Cagliari conoscono la strada della salvezza per averla praticamente più volte e si fanno preferire, almeno per ora. La sensazione è che i tre posti che portano in serie B siano un affare a cinque tra Parma, Empoli, Verona, Venezia e Udinese. Ma potrebbe essere solo un abbaglio di fine estate. Come tutto il resto.

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Giovanni Capuano