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Calcio

Serie A, campionato finito: il meglio e il peggio della stagione

Dallo scudetto dell'Inter al suicidio sportivo del Napoli passando per scene e sceneggiate di un 2024 che va in archivio

"Non è finita fino a quando non è finita", nel senso che non si fa nemmeno in tempo a salutare il campionato che si chiude che già bisogna gettare l'occhio sull'Europeo che arriva. Con in mazzo ancora la finale della Conference League in cui la Fiorentina cerca la consacrazione europea. Al netto di questo, però, la Serie A è arrivata al momento dei bilanci in coda a un campionato che ha celebrato il dominio assoluto dell'Inter, certificato il flop del Napoli che partiva con lo scudetto sul petto, vissuto le favole di Bologna e Atalanta e raccontato gli addii pesanti, seppure differenti, di Allegri e Pioli a Juventus e Milan.

Non ci siamo annoiati, insomma, anche se sul campo si è capito a gennaio come sarebbe andata a finire. E' il secondo anno di fila che il titolo viene assegnato nel cuore dell'inverno: la Serie A ha riscoperto il piacere della varietà (per la quinta stagione di fila cambia il vincitore dello scudetto) ma ha bisogno di un vero, grande, duello come quello che nel 2022 ha premiato il Milan al cospetto dell'Inter. In ogni caso è tempo di pagelle e giudizi, premi per quello che ha funzionato e menzioni per cosa è piaciuto meno.

SERIE A, ECCO IL MEGLIO DELLA STAGIONE

In cima alle cose che andranno ricordate c'è sicuramente la volata scudetto dell'Inter. I nerazzurri hanno chiuso con 94 punti dominando da cima a fondo, senza praticamente mai accusare il colpo. Aver conquistato la seconda stella nel derby resta la ciliegina sulla torta, peccato solo per una Champions League finita forse prematuramente. Sotto la cenere covava il fuoco del cambio societario che ora apre al futuro.

Standing ovation anche per il Bologna che Thiago Motta ha plasmato e che ha conquistato una qualificazione alla Champions League pesante come uno scudetto. E per l'Atalanta, non solo per quello che ha fatto in Europa dove finalmente Gasperini ha rotto il tabù di una carriera senza trofei alzati: i bergamaschi meriterebbero di poter sognare anche il tricolore.

Va in vacanza col sorriso la generazione di allenatori emergenti che alla ripresa dovrà misurarsi con l'obiettivo della conferma. Chi? Gilardino (resta al Genoa), Italiano, Palladino e Baroni, straordinario con un Verona letteralmente smontato pezzo per pezzo a gennaio. I nostri tecnici continuano a essere bravissimi e a rigenerarsi, segno di una scuola che rimane la migliore in assoluto.

A proposito di panchine: merita un applauso Fabio Cannavaro che ha accettato il contratto da 5 partite di un'Udinese (voto insufficiente malgrado la salvezza) disperata per dimostrare di poter allenare e di non essere solo l'ex capitano del Mondiale del 2006.

Bellissime le feste d'addio di fine anno. Quella per Pioli che si è lasciato con il Milan da gran signore, Ranieri omaggiato da signore del calcio a Cagliari e tanti campioni o presunti tali che non rivedremo ad agosto. Commovente l'abbraccio con cui Cannavaro ha circondato il piangente Di Francesco, retrocesso all'ultimo secondo per quanto accaduto tra Empoli e Roma.

Nel complesso è stata una stagione in cui i verdetti hanno rispettato i valori del campo e questo è un valore da sottolineare e preservare. A lungo ci sono state polemiche sgangherate sugli arbitri: la classifica finale ha spazzato via tutto, in testa e in coda.

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SERIE A IL PEGGIO DELLA STAGIONE

Dietro la lavagna con il voto peggiore va il Napoli campione d' Italia: la contro prestazione dei partenopei è stata da record. Un disastro di dimensione epocali con De Laurentiis responsabile massimo. Non è piaciuta neanche la 'Last dance' tra Allegri e la Juventus: il club ha peccato a lungo per comunicazione e appoggio al suo tecnico che poi ha rovinato tutto con lo sclero post finale di Coppa Italia. Ci sono modi molto più eleganti di chiudere un matrimonio e il voto negativo vale per entrambi.

Non bene le due romane. De Rossi è un regalo per la Serie A: intelligente e onesto, una ventata d'aria fresca che però non è stata sufficiente a portare la Roma in Champions League e questo alla lunga non è più un dettaglio. La Lazio partiva dal secondo posto di Sarri: il downgrade è evidente. Votacci per l'Udinese, nonostante la salvezza: ha scaricato un dirigente esperto come Pierpaolo Marino e gli esiti si sono visti; mai come questa volta la Serie B è stata ad un passo.

La retrocessione fotografa anche la stagione negativa di Salernitana e Sassuolo. I neroverdi ora sono a un bivio perché risalire non sarà facile: la caduta in B è frutto di scelte sbagliate a ripetizione. Altro? Sconsolati registriamo come la Serie A abbia trascorso un altro anno in impianti vecchi e inadeguati, che ora hanno un anno in più rispetto al 2023 sulla loro carta d'identità. Solo l'Atalanta ha fatto qualcosa di grande anche fuori dal campo. La politica, però, pensa a istituire autorità (costose) di controllo invece di aiutare lo sport con misure concrete.

Siamo tornati a vincere in Europa, abbiamo dominato il ranking Uefa e questo significa che non siamo così male come ci descriviamo. Però è meglio portarsi avanti con il lavoro: possibile che ci si sieda sopra la convinzione di non avere problemi che in realtà persistono. E' un vizio antico dei dirigenti del calcio italiano cui rifiliamo un 5 (anticipato). Di stimolo.

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Giovanni Capuano