Serie A sorpresa: si gioca sempre di più
I dati dell'inizio della stagione segnalano un tempo effettivo che si è alzato di due minuti. Il motivo? I maxi recuperi imposti dagli arbitri non sono la (sola) spiegazione. Ecco tutti i dati...
Nelle prime tre giornate del campionato di Serie A si è giocato a calcio per un'ora in più rispetto alla media della scorsa stagione. Due minuti secchi effettivi guadagnati: non un dato definitivo, essendo solo all'alba della stagione, ma una tendenza confortante che ci spinge più verso il grande calcio europeo della Champions League e ci allontana da alcune cattive abitudini del passato. Il numero emerge mettendo in fila i report sulle 30 partite disputate fin qui. Il tempo effettivo medio con palla in gioco si è alzato dai 54' abbondanti dell'anno scorso a 56'23'' con una progressione che riguarda un po' tutte le squadre.
Per intenderci: solo 2 gare su 30 sono state al di sotto della soglia dei 50' mentre addirittura 20 hanno superato i 55' (più della media da cui la Serie A è partita) e addirittura 8 hanno fatto registrare tempi di gioco superiori all'ora, in linea con i dati della Champions League che è considerata per qualità e intensità il benchmark inarrivabile per tutti. Si gioca di più ed è uno degli obiettivi che la Fifa si era data quando lo scorso inverno ha deciso di fare del Mondiale in Qatar una sorta di manifesto della ricerca di un compromesso, usando le regole già in vigore, tra le cattive abitudine dei perditempo e le spinte verso il tempo effettivo.
"Serve accuratezza nel calcolo dei recuperi" aveva spiegato Pierluigi Collina, responsabile arbitri della Fifa e membro dell'IFAB (board che scrive le regole del calcio). L'onda lunga si è trasferita anche sui campionati, ma sarebbe un errore spiegare l'aumento del gioco effettivo solo con la moltiplicazione dei recuperi. In Qatar, dopo la cura choc delle prime giornate, la media finale si era attestata a 10'30'' non lontana dagli oltre 8 minuti e 30 della scorsa stagione in Italia o dai circa 10' della Champions League.
Dieci è anche la media delle giornate iniziali di questo campionato, ma la sorpresa è che il tempo effettivo è cresciuto molto di più. E' una tesi sostenuta dai vertici arbitrali dell'AIA che a fare la differenza non sia tanto la fiscalità dei direttori di gara nel tenere in campo a oltranza i giocatori, quanto l'attitudine delle squadre a giocare o speculare in una sfida. I numeri lo confermano. Non è un paradosso che la partita col tempo di gioco maggiore nell'ultimo turno della Serie A (Atalanta-Monza 62'09'') sia stata anche quella col minor recupero assoluto (5'52'' decretati dall'arbitro Marcenaro) mentre, al contrario, quella con l'extra-time maggiore (Lecce-Salernitana 15'18'') sia stata la seconda peggiore nel dato effettivo con 50'48''.
Non una novità, gli esempi sono numerosi. Per curiosità statistica, Lazio-Genoa è stata fin qui la gara col tempo effettivo maggiore fin qui proposta dal campionato (64'39'') mentre Empoli-Verona, debutto assoluto del torneo, si è segnalata per il dato peggiore (46'08''): rischiava di essere un cattivo segnale, per fortuna quanto successo dopo lo ha smentito.
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