Non solo Sinner: il 2024 dello sport italiano
Bilancio di una stagione straordinaria per il sistema azzurro. Unico neo: l'Europeo flop del calcio, ma dal record di podi a Parigi alle speranze della Ferrari c'è un paese che si conferma trainante
Non c’è solo Jannik Sinner con la sua inebriante scalata al numero uno del tennis mondiale, i due titoli dello slam conquistati scrivendo pagine di storia e la Coppa Davis rivinta a Malaga. Non c’è solo il tennis nello straordinario 2024 dello sport azzurro, ma è inevitabile che le racchette si prendano prima, seconda e terza pagina del grande libro di un’annata indimenticabile
Pensavamo di aver visto il meglio da Tokyo - anno 2021, quello d'oro - in poi, ma non è stato così. L’esplosione di Sinner, il sorriso contagioso di Jasmine Paolini, lo storico oro olimpico in copia con Sara Errani, il bronzo di musetti e la conferma di un enorme lavoro che ci ha reso la nazione del tennis per eccellenza. Crescita monetizza, anche assicurandoci gli eventi più belli, tornei dello slam a parte: ATP Finals e finale di Coppa Davis in Italia sono il fiore all’occhiello.
Il 2024 è stato, però, anche altro. Impossibile dimenticare le 40 medaglie olimpiche conquistate a Parigi, eguagliato il record di Tokyo. Impossibile dimenticare le emozioni della pallavolo femminile, i volti puliti e giovani dei nuotatori, la tenacia di Filippo Ganna (luce nel tunnel del ciclismo azzurro). E poi il futuro che spinge: Nadia Battocletti, Mattia Furlani e Andy Diaz. Significa che il seme piantato da Marcel Jacobs, commovente anche se giù dal podio, e Gimbo Tamberi (premio per la sfiga) è destinato a dare frutti copiosi ancora a lungo.
È stato l’anno della grande speranza Ferrari, tornata competitiva e vittoriosa anche se è mancato l’acuto finale del mondiale costruttori che Maranello insegue dal 2008. Ci riproverà l’anno prossimo, aggiungendo Hamilton a Leclerc con una sfida ad alto tasso di pericolosità. I motori hanno regalato anche la delusione della mancata conferma di pecco Bagnaia nella MotoGP. È vero che ha vinto la Ducati, anzi ha stravinto, ma in dubbio che per noi italiani avesse più senso il back to back di pecco in sella la rossa ufficiale piuttosto che veder sorridere Jorge Martin su quella clienti.
A proposito di grandi personaggi: nel 2024 ha salutato Rafa Nadal che in realtà aveva già chiuso prima. Si è trattato solo di mettere il bollino dell’ufficialità. E c’è stata la stagione quasi perfetta di Tadej Pogacar, fuoriclasse assoluto del ciclismo, così come Sinner lo è per il tennis. È sloveno, non italiano, ma poco conta perché il talento non ha bandiere né confini e sul podio degli sportivi del 2024 occupa un gradino altissimo, scegliete voi.
Rimane il calcio che in Italia ha celebrato l’Inter delle due stelle, dominante in campionato e un po’ più timida in Europa. Sulla nazionale, meglio stendere un velo pietoso: l’Europeo è stato un fallimento assoluto solo in parte emendato dalla buona campagna d’autunno nella Nations League. Il resto sono le nostre solite baruffe che non ci impediscono di guardare oltre per applaudire la carriera enorme di Carlo Ancelotti che ha riempito il suo 2024 con cinque trofei confermandosi il numero uno dei numeri uno.
Il resto si vedrà...
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