Caro 2025... Lettera aperta allo sport italiano
Cosa aspettarsi dall'anno che comincia e arriva dopo un 2024 carico di vittorie storiche. Un sogno su tutti: interrompere la maledizione e tornare finalmente a meritarsi un Mondiale di calcio
Caro 2025 ti scrivo, così mi distraggo un po’. E fa niente se sei dispari e quindi, per tradizione, uno di quegli anni di passaggio dei quali non ci si deve attendere nulla. Non è così. Anzi. Siccome vieni dopo un 2024 che è stato un condensato straordinario di emozioni e traguardi raggiunti, ti scrivo per dirti che cosa mi aspetto e per farti capire che indietro non si torna.
Lo so, non ci saranno Olimpiadi da vivere, Mondiali ed Europei da celebrare e molto sarà di passaggio per arrivare al 2026. Tuo fratello non ancora nato, ma ha già destinato ad essere maggiore. Eppure guai a distrarsi a immaginarti semplicemente come una tappa di avvicinamento, una di quelle dei grandi giri ciclistici in cui conta soltanto il rettilineo finale. Non è e non sarà così.
Ad esempio, sarai l’anno in cui la nostra nazionale di calcio dovrà finalmente abbattere il tabù del Mondiale che ci perseguita dal 2014. Vogliamo il pass per volare negli Stati Uniti, in Canada o in Messico: dipende dove deciderà la sorte. Però vogliamo esserci dopo aver saltato i viaggi in Russia e Qatar e aver imparato sulla nostra pelle che i mondiali di calcio li fanno lo stesso, anche se noi non ci siamo. Ti sembra poco, ma per tutto il sistema sportivo italiano è tantissimo.
E poi, caro 2025, devi essere l’anno dell’assalto di Jannik Sinner a Wimbledon e Parigi. Non che ci sia dispiaciuto vincere in Australia e a New York, ma gli altri due Slam sono il cuore del tennis che ormai l’altoatesino domina. Già che ci siamo, non dispiacerebbe che il meraviglioso sorriso di Jasmine Paolini si arrampicasse anche esso ai vertici tra le donne. Pensiero proibito, ma non troppo considerato il 2024 da cui esce la nostra numero uno.
A proposito di sogni proibiti, sarebbe stupendo se la Ferrari riuscisse ad interrompere un digiuno ormai ventennale nel mondiale della Formula 1. A Maranello è sbarcato Lewis Hamilton che affiancherà Charles Leclerc: il rischio di fare qualche danno è concreto, ma questa volta la Rossa parte davvero con l’idea di poter essere competitiva da subito in un campionato aperto e non più chiuso dal dominio di una sola scuderia. Pure la MotoGp regalerà un 2025 ad alta tensione con la copia (già scoppiata) Bagnaia-Márquez sulla Ducati ufficiale: Caro 2025, fai in modo che i due funzionino invece che scontrarsi. Non solo metaforicamente.
Categorie richieste, ardite: la nazionale di rugby che vince tre partite nel Sei Nazioni, risultato sfiorato l’anno scorso. Oppure battere un colpo nel ciclismo maschile dominato da un quartetto di fenomeni in cui, purtroppo, non si segnalano italiani. Le imprese di Pippo Ganna ci riempiono d’orgoglio ma non soddisfano il palato fine di chi per decenni si è abituato a essere protagonista in tre stagioni su quattro. Si può fare qualcosa?
Infine i miracoli. Tra 14 mesi l’Italia ospiterà le Olimpiadi a Milano e Cortina: il 2025 sarà l’anno in cui concretizzare tutto, recuperare i ritardi laddove ci sono e presentarci all’appuntamento con l’abito bello. Ce la facciamo, caro 2025? E se così fosse, perché non passare alla storia anche come l’anno del via libero definitivo, irreversibile, operativo a nuovi stadi a Milano e Roma. Lo so, qui siamo oltre il miracolo e significherebbe fare violenza alle nostre abitudini italiche; però questo è il momento dei sogni e farlo in grande non è vietato.