Supercoppa al Milan, il trionfo di Conceicao
Straordinario derby in Arabia Saudita, rimonta dei rossoneri che gelano per la seconda volta l'Inter. Il tecnico portoghese la decide con i cambi e mostra di aver le carte per cambiare strada alla stagione milanista
Il Milan vince la Supercoppa Italiana scrivendo un romanzo che vale il premio subito, il trofeo alzato al cielo di Riyadh, e promette anche di cambiare la storia della stagione rossonera. E' stata la notte di Sergio Conceicao, anzi la settimana del tecnico portoghese che ha rimesso in piedi una squadra che sembrava piegata in due suoi difetti emersi dall'estate e che, invece, ha risposto alla grande alla scossa del cambio di allenatore. Se la rimonta contro la Juventus poteva essere un caso, quella con l'Inter è una conferma: c'è già un'identità chiara nel Milan oltre a un carattere da riversare adesso sul campionato.
L'Inter ha perso un derby che pensava di poter controllare agevolmente dopo il raddoppio di Taremi a inizio ripresa. La verità è che i nerazzurri avevano sofferto anche prima del lampo di Lautaro Martinez, ma poi il copione sembrava scritto e Inzaghi dovrà interrogarsi sul perché sia capitato così come era successo a San Siro nella notte del derby d'Italia con la Juventus, altro match chiuso senza vincere pur partendo da doppio vantaggio.
Conceicao ha resettato un progetto che non funzionava in poche mosse. La prima: squadra equilibrata ma capace anche di accendersi e rovesciarsi nella metà campo avversaria in caso di necessità. Seconda: pragmatismo e verticalità immediatamente riconoscibili. Terza: carattere di chi non molla mai aggrappandosi ai leader tecnici ed emotivi del gruppo. Quarta: Theo Hernandez e Leao (devastante dall'ingresso in campo) come ai tempi dello scudetto di Pioli. In una settimana cancellato Fonseca; ora servirà continuità per rimontare in campionato ma la strada è tracciata.
Quale riflesso potrà avere la sconfitta sull'Inter andrà misurato, invece, nelle prossime settimane? E' singolare la differenza di qualità e intensità tra la sfida con l'Atalanta e il derby perso, come se non ci fosse stata la possibilità di tenere attaccata la spina per 180 minuti. Gli errori sono stati evidenti, in difesa dove non c'è mai stato controllo e in attacco dove è mancata la precisione per chiudere il match. Il campanello d'allarme, però, suona soprattutto perché si è vista un'Inter non in grado di congelare la partita ed è una novità per le abitudini dell'ultimo anno e mezzo.
Chiusura per la Supercoppa intesa come manifestazione. E' stato uno spettacolo lungo tre partite, tutte emozionanti e con contenuti apprezzabili. Chi è andato in Arabia Saudita in linea di massima l'ha fatto per vincere, con l'eccezione forse di Gasperini e dell'Atalanta.