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(Ansa)
Calcio

Thiago Motta, era meglio la Juventus di Allegri

Altro crollo bianconero, Giuntoli conferma il tecnico ma il rischio di stare fuori dalla Champions League è alto. Anatomia di un fallimento che rende obbligatorio il confronto con il passato - I VERI COSTI DEL MERCATO FLOP DELLA JUVENTUS

Era meglio la Juventus di Massimiliano Allegri. Il crollo a Firenze, che segue quello di sette giorni fa contro l’Atalanta, fa cadere anche l’ultimo velo di ipocrisia intorno alla stagione bianconera che sarà un fallimento a prescindere dall’esito dell’affannosa rincorsa al quarto posto che vale la vitale qualificazione alla prossima Champions League.

Era meglio la Juventus di Massimiliano Allegri, costruita su un mercato estivo esangue e non rinforzata da quello farsesco del mese di gennaio, quando la squadra era comunque a stretto contatto con l’Inter capolista. Meglio di quella opulenta consegnata a Thiago Motta da una doppia sessione da 300 milioni di euro firmata Cristiano Giuntoli. Migliore nei risultati (7punti in più dopo 29 giornate), nella cattiveria riversata in campo e persino a tratti nella qualità di gioco. La Juventus di Thiago Motta che passeggia accontentandosi di uno sterile predominio del possesso palla e quanto di più lontano ci possa essere rispetto a un progetto che deve diventare vincente.

A Firenze, come contro l’Atalanta è stato uno strazio. Il prodotto immediato del tre a zero viola è l’uscita dei bianconeri dalla zona Champions League, quando mancano nove giornate alla conclusione del campionato. Non è una sentenza definitiva, perché ci sono sei squadre racchiuse in un pacchetto di 7 punti e tutto può accadere, ma è un presagio funesto per una squadra incapace di reagire e di mostrare il seppur minimo segno di miglioramento.

Considerando che tre delle trasferte che mancano sono in casa di Roma, Lazio e Bologna l’allarme deve suonare forte alla Continassa e deve riguardare una valutazione complessiva di tutto il lavoro fatto in questi mesi. Non solo da Thiago Motta. La Juventus sembra impermeabile a qualsiasi stimolo interno ed esterno, si fa scivolare via errori ed omissioni ed è prigioniera del caos imposto dalle scelte del suo allenatore.

A Firenze, ad esempio, hanno iniziato in panchina Cambiaso e Yildiz, È stato rilanciato Koopmeiners (non pervenuto), riproposto e poi tolto Nico Gonzales e confermato Kolo Muani il cui ultimo gol risale al 7 febbraio dopo il quale sono seguite sette partite senza rete. Vlahović è rimasto ad osservare dalla panchina e a Thiago Motta, nemmeno in svantaggio, è venuta l’idea di provare con le due punte.

Un anno fa, la Juventus già declinante di Allegri aveva 7 punti in più di questa ed era saldamente nelle prime quattro della classifica. Lavorava cercando di sopravvivere al vento contrario interno e si avviava a conquistare la Coppa Italia. Non è questione di voler fare paragoni con il passato, ma la versione odierna del progetto bianconero sembra perfetta per dare ragione a Danilo che nell’ora dell’addio lo aveva definito “fantasioso”. Qualcuno deve renderne conto, subito e a giugno quando si scriveranno i bilanci.

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