Tonali e Leao, il modello (vincente) Milan
Protagonisti del sogno scudetto, giovani e protetti anche nei momenti di difficoltà. Uno dei segreti dietro il successo della squadra di Pioli: non bruciare i propri investimenti
Uno è destinato a diventare il capitano del futuro e, se fosse per i tifosi del Milan, forse, lo sarebbe già a furor di popolo. L'altro, se messo sul mercato, porterebbe a Milano un discreto numero di pretendenti con la valigia piena di euro. Sandro Tonali e Rafael Leao sono il volto fresco e pieno di talento della volata della banda di Stefano Pioli verso lo scudetto, distante ora solo 4 punti anche se potrebbero essere pure meno in caso di mancato en plein dell'Inter.
Giovani (45 anni in due) e proiettati verso il futuro, eppure decisivi già adesso. Un tesoro che il Milan si è trovato in casa e che è esploso nel momento giusto. Fortuna? No. Programmazione e capacità di scegliere e difendere i propri uomini. Tonali e Leao sono i due esempi oggi più in vista, ma dietro di loro ce ne sono anche altri, tanto da far dire che la loro crescita esponenziale e il peso che hanno acquisito dentro la squadra risponde al metodo di lavoro imposto da Maldini e Massara, condiviso da Pioli e nato dalla visione di Gazidis e della proprietà.
Tonali e Leao non sono stati pagati poco, tanto per smentire il luogo comune di Elliott col braccino corto. Sul portoghese nell'estate 2019 sono stati investiti 30 milioni di euro mentre per il bresciano era stata prevista una spesa di 35, poi dimezzata dopo il primo anno di difficoltà. Il talento costa, ma se lavorato con cura rende. Quanto possono valere oggi? Non meno di 50 milioni Tonali mentre per Leao il Milan ha già rifiutato nei mesi scorsi offerte importanti arrivate da fuori, punta al rinnovo del contratto in scadenza nel 2024 e a tenere duro anche davanti alle tentazioni.
Tonali e Leao sono il frutto di un modello che sui giovani investe tempo e non solo denaro. L'attaccante è esploso alla terza stagione in rossonero dopo le prime due (e anche qualche fase invernale di quella in corso) in cui non si era distinto per continuità e attenzione. Grandi colpi, poca testa, tanto da guadagnarsi il paragone - oggi insostenibile - con Niang, una delle meteore del Milan contemporaneo. Il clic è scattato in autunno e da lì Leao non si è più fermato. I numeri lo confermano: 10 gol e 7 assist in campionato più altre 3 reti (e 2 passaggi decisivi) nelle altre competizioni. Attaccante completo e con margini di crescita evidenti: un prospetto di campione, uno dei pochi rimasti in Serie A.
Per restare al Milan e concedersi una seconda chance, invece, Sandro Tonali si è abbassato lo stipendio. Anche così sono quadrati i conti la scorsa estate e Maldini ha reso operativo il riscatto abbassando le pretese del Brescia. Questo Tonali non è nemmeno lontano parente di quello del primo anno a Milanello, sparito dall'undici titolare il 21 marzo a Firenze e da lì impiegato col contagocce perché in evidente difficoltà: 113 minuti nelle ultime 9 giornate dello scorso campionato.
Ora è il leader tecnico e non solo in mezzo al campo, pronto a prendersi un ruolo centrale anche in nazionale. Merito suo, ma anche di chi non lo ha buttato a mare lasciandogli il tempo di assorbire il cambio di status dalla provincia a una grande. Ora è il tempo della restituzione con gli interessi: arrivato con l'etichetta del futuro Pirlo, è stato paragonato a Gattuso e Pioli lo sta utilizzando quasi da assaltatore aggiunto dietro le punte. Quali siano i confini della sua crescita è presto per ipotizzarlo.