Nasce il Var a chiamata (ma non sarà usato con il Var)
L'Ifab accelera sulla creazione di un nuovo strumento a disposizione degli allenatori. Rafforzata la sperimentazione, il protocollo non riguarderà però le partite in cui c'è la video assistenza introdotta nel 2017
Nasce il Var a chiamata, ma non sarà usato con il Var. Almeno per questa fase di sperimentazione avanzata ordinata dall'IFAB che ha valutato evidentemente con favore i primi test nei Mondiali femminili Under 20 e Under17. Nessuna sorpresa, sono mesi che i vertici del calcio mondiale stanno pensando come allargare l'esperienza della video assistenza ai direttori di gara anche in contesti che non possa permettersi il Var classico, molto costoso e non adatto a tutte le situazioni logistiche. Una sorta di Var 'light' che doveva essere destinata ai mercati più poveri o ai tornei di secondo e terzo livello nei movimenti avanzati.
Ne è uscita un'ipotesi che potrebbe fare da laboratorio anche per una futura modifica del protocollo principale del Var, rispondendo anche alle istanze di chi continua a chiedere con forza che si possa inserire il cosiddetto 'challenge' (ovvero la chiamata da parte delle panchine) per renderlo più trasparente e meno legato alla sola interpretazione della squadra arbitrale. Non accadrà, per adesso, ma quanto si sperimenterà nei prossimi mesi in maniera rafforzata darà comunque un risultato interessante.
L'IFAB ha dato il via libera a uno strumento che si chiama FVS che significa Football Video Support. Non prevede arbitri addetti, a differenza di quanto accade con le sale Var, ma solo un teleschermo montato a bordo campo con un operatore che aiuti a selezionare le immagini. In caso di controversia, ogni allenatore ha a disposizione due contestazioni per ogni partita che obbligano l'arbitro ad andare al video per rivalutare l'azione e prendere una decisione definitiva.
Non c'è più l'obbligo che si tratti di un "chiaro ed evidente errore", basta la richiesta dei tecnici. E' pensato per realtà in cui operano solo 4-5 telecamere perché con più immagini diventerebbe complesso gestire la selezione da mostrare all'arbitro. Per questo è considerato, in questa fase di sperimentazione, una sorta di Var povero.
Il problema, come ha segnalato il capo degli arbitri mondiali e membro dell'IFAB Pierluigi Collina a ESPN, sarà far comprendere a fondo cosa si potrà e cosa non si potrà fare con il FVS. Ad esempio, lavorando su poche telecamere e non necessariamente alla massima definizione, sparirà la certezza di poter vedere tutto accuratamente. Si tratterà, insomma, di una specie di moviola in campo, nel senso letterale del termine, che potrà correggere a discrezione dell'arbitro.
Non abbastanza per gli standard cui si sono abituati gli addetti ai lavori nel Vecchio Continente. L'FVS non potrà, ad esempio, essere utile sui fuorigioco 'stretti', questione di centimetri o anche più, non avendo telecamere in asse e non potendo fornire la certezza della corretta prospettiva. Per questo non è stato pensato come Var a chiamata, anche se è indubbio che all'esperimento guarderanno tutti quelli che sperano di poter gestire dalle panchine le decisioni di arbitri e varisti.