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Ansa
Calcio

Cosa significa il colpo Vlahovic per la Juventus

Investimento oneroso in periodo di crisi, ma è il segnale del nuovo corso di Arrivabene. E apre all'addio di Dybala e al taglio dei costi nel monte ingaggi

La Juventus ha rotto gli indugi e si è decisa a mettere in campo le forze economiche necessarie per arrivare a Dusan Vlahovic già nel mese di gennaio. Senza aspettare l'estate che avrebbe portato un prevedibile sconto, visto che l'attaccante serbo della Fiorentina è in scadenza di contratto nel 2023 e in rotta con il club viola, ma anche il rischio di veder il giovane talento andare da qualche altra parte in un'asta al rialzo internazionale. Uno sforzo non indifferente per una società con i conti in disequilibrio come quella bianconera, che nell'ultimo bilancio ha perso 209 milioni di euro ed è stata costretta a una ricapitalizzazione da 400 che segue di pochi mesi un'altra da 300.

E dunque? La crisi è già alle spalle e a Torino hanno riacquistato la possibilità di spendere senza limiti? No. Non è questa la ratio con cui la Juventus ha deciso di affondare per Vlahovic, da mesi ritenuto l'uomo da cui ripartire e che si era promesso ai bianconeri nel momento in cui ha deciso di non ascoltare le proposte di rinnovo della dirigenza fiorentina. Se Maurizio Arrivabene, il custode dei conti da risanare, ha dato il suo via libera è perché Vlahovic risponde ai requisiti del nuovo corso finanziario e tecnico: giovane, forte, con possibilità di ulteriore valorizzazione patrimoniale e accompagnato da un piano di tagli e dismissioni che ne renda sostenibile l'arrivo.

In poche parole Vlahovic con i suoi 22 anni è per la Juventus in investimento non solo in campo. Servirà a Massimiliano Allegri per cercare la rimonta disperata al quarto posto che vale il tesoretto della Champions League (non meno di 70-80 milioni di euro) e ai dirigenti per aggiungere un altro tassello al nuovo corso iniziato l'estate scorsa con l'acquisto di Manuel Locatelli, altro giovane preso con la stessa prospettiva che, a sua volta, seguiva Federico Chiesa il cui riscatto non è messo in dubbio anche se infortunato gravemente e col rischio di non soddisfare le clausole decise al momento dell'affare.

Vlahovic, però, ha anche altri significati nel mondo Juventus. Intanto è un segnale a milioni di tifosi che osservano con distacco e delusione la rapida discesa intrapresa dal modello precedente, vincente e sano. E' come voler dire che la Vecchia Signora rimane comunque concentrata sulla competitività in campo e centrale almeno nel mercato italiano, messaggio indirizzato anche a chi in questo momento domina sportivamente e ha preso il posto dei bianconeri. E poi c'è il preannuncio di una rifondazione che toccherà diversi aspetti, non solo quello di campo.

E' evidente che Vlahovic mette alla porta Alvaro Morata con i suoi 35 milioni ancora da pagare all'Atletico Madrid e gli oltre 5 netti di stipendio. Può essere anche il biglietto d'addio a Paulo Dybala e alla snervante trattativa per il rinnovo, anche se l'argentino può sempre accettare le nuove condizioni al ribasso inserendosi nel nuovo corso. Il monte ingaggi va tagliato in maniera importante (15-20%) dopo la sforbiciata del risparmio dei 60 milioni lordi pagati per tre anni a Cristiano Ronaldo; la via è tracciata e passerà dalla chiusura del rapporto con troppi giocatori che hanno reso molto meno di quanto sono stati gratificati. Non sarà un lavoro semplice, però è indispensabile: Ramsey, Rabiot, Arthur, Bentancur più altre figure minori.

Sono cinque i contratti in scadenza nel giugno 2022 e pesano per una quarantina di milioni di euro lordi: il già citato Dybala, Bernardeschi, Cuadrado, De Sciglio e Perin. Non significa che andranno via tutti, ma Arrivabene ha in mano la possibilità di modulare il nuovo corso potendo fare delle scelte senza essere obbligato solo a subirle. Ecco cosa significa l'accelerazione nel colpo Vlahovic che pareva impossibile solo alla fine del 2021 e che invece rappresenta il biglietto da visita della nuova Juventus.

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Giovanni Capuano