Non esistono più i capi must have
Il fast fashion ha cambiato le regole, comprese quelle che sembravano «sacre»
Tempo fa, quando la moda era ai suoi massimi splendori, i capi che sfilavano in passerella - destinati ai più facoltosi - erano venerati come oggetti di culto, mentre gli accessori come scarpe, borse e collane, erano gli unici oggetti che dopo numerosi e faticosi sacrifici riuscivi ad acquistare, concedendoti un premio. Oggi invece, sono le aziende del fast fashion e i social ad avere il pieno potere nel settore moda, mettendo in secondo piano le grandi maison, che rimangono inermi. Sono loro a dettare le regole e soprattutto i tempi, molto più veloci di prima.
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Com’è possibile che la situazione negli anni sia così drasticamente cambiata?
Purtroppo i beni nel corso del tempo hanno perso il loro significato, diventando oggi privi d’importanza. Se qualche anno fa si attingeva alle copie false per sfoggiare una borsa firmata a tutti i costi, adesso le cose sono cambiate. Sfortunatamente a indirizzare il settore non sono più le passerelle, bensì i social, dove chiunque può farsi maestro. Questo ha contribuito alla nascita di tendenze veloci, che durano anche solo poche settimane: Questo impedisce la nascita di capi o oggetti «icona»con il risultato che alla fine si annullano stili e differenze, omologando le masse.
Questa ondata che ci sta colpendo nel tempo costerà caro sia alle nostre tasche che al pianeta, generando fenomeni dannosi per noi e l’ecosistema, come ad esempio il caso in Cile: tonnellate di rifiuti tessili che hanno invaso il deserto di Atacama, arrivando a coprire la stessa superficie del Central Park di New York.
Il cimitero di vestiti nel Deserto di Atacama
(Photo by Antonio Cossio/picture alliance via Getty Images)