Captain Marvel

Captain Marvel, la supereoina femminista da primati

Dopo 20 film Marvel dedicati a protagonisti maschili, ecco il personaggio che aspettavamo. Solida, umana, dai pugni di fuoco

Marvel Studios 2019
Captain Marvel

"Voglio che tu sia la versione migliore di te stessa": è il mantra che si sente ripetere Vers, la futura Captain Marvel, dal suo addestratore con gli occhi celeste fluorescente di Jude Law. E Captain Marvel, interpretata da Brie Larson, è la versione migliore di sé.
È la supereorina migliore che potevamo avere, oggi, nell'epoca del #MeeToo, dopo gli scandali sessuali emersi dopo il caso Weinstein. La supereroina femminista di poche parole e tanta sostanza, che sa cadere e rialzarsi, sa riconoscere i propri limiti e farne la sua forza, sa aprire lo sguardo oltre i pregiudizi e accogliere diversità e straniero. La accusavano di essere "troppo emotiva": lei fa di questo difetto la sua forza.

Benvenuta Captain Marvel, è un piacere averti con noi dopo venti film Marvel incentrati su supereroi maschili.

Il film Marvel dei primati

In Italia Captain Marvel è uscito al cinema il 6 marzo, con 765.871 euro di incasso in un giorno solo. Negli Stati Uniti e in India, invece, la sua uscita è strategica, oggi 8 marzo, in occasione della Giornata internazionale della donna.

Il personaggio interpretato da Brie Larson è la prima supereroina ad avere un film interamente dedicato a lei nell'Universo cinematografico Marvel. Captain Marvel è anche il 21° episodio della serie di blockbuster Marvel iniziata con Iron Man nel 2008: abbiamo dovuto aspettare venti film con supereroi maschili come protagonisti prima che la Marvel ci regalasse un supereroe femminile in solitaria.

Captain Marvel è stata anticipata dal fronte "rivale", dal film Wonder Woman (2017) della Dc Comics. Ma Wonder Woman e Captain Marvel sono supereroine molto diverse. Wonder Woman è una semidea, è amazzone di bellezza stordente, con l'armatura che lascia intravvedere le forme. Captain Marvel, invece, è un'umana che ha acquisito i superpoteri dopo un incidente quasi letale (dai suoi pugni fuoriescono raffiche di fotoni). La sua beltà è abbastanza ordinaria. Ed è seria: non trasuda l'ironia tipica di molti personaggi Marvel. Sa comunque punzecchiare, ammiccare e lanciare occhiate che sbeffeggiano più di mille parole.

Captain Marvel è anche il primo film di supereroi Marvel guidato da un'attrice premio Oscar (vinto nel 2016 per Room), nota anche per essere un'attivista per i diritti delle donne.

È anche la prima volta di una donna alla regia di un film della scuderia Marvel: Anna Boden dirige insieme al suo collaboratore ventennale Ryan Fleck, entrambi noti come registi indipendenti.

Il pigmalione di Vers, quando ancora era Carol Danvers? Una donna, interpretata da Annette Bening.

Anche meglio di Black Panther

L'ultimo film targato Marvel dedicato a un singolo supereroe è stato Black Panther. Ed è stato un successo: è stato il primo film Marvel a ottenere una nomination agli Oscar come miglior film, ha ricevuto sette candidature e ha vinto tre Oscar tecnici.

Black Panther è un buon film, che ha per protagonista un personaggio innovativo: un supereroe nero, che vive in Africa, in un ridente Paese immaginario nel verde, lontano da metropoli affollate e contesti urbani. Una bella storia che parla anche contro il razzismo e caldeggia il black power, spesso oppresso dal white power. Ma, ammettiamolo, è soprattutto questo significato politico ad aver entusiasmato la critica.

Captain Marvel riesce a essere a suo modo innovativo pur senza ricorrere ad ambientazioni immaginarie e lontane da noi e senza scomodare il black power. Il suo spirito di novità sta nel non affondare le mani negli ingredienti più luccicanti degli ultimi film Marvel: non ricorre a battaglie fragorose dagli effetti visivi stupefacenti, non elargisce umorismo a larghe manciate. La forza di Captain Marvel è l'equilibrio, il cesellare a tutto tondo la sua eroina, senza ansie di grandezza, dosando con attenzione. Un film solido, come la sua supereroina dall'aria grave, che sorride a mezza bocca.

Poi, gli ingrendienti che piacciono e servono oggi, ci sono comunque: rappresentanza femminile, diversità, critica al razzismo e alla xenofobia.

Gli anni '90 e Samuel L. Jackson ringiovanito

Captain Marvel ci porta in pieni anni '90, epoca finora mai trattata nell'Universo cinematografico Marvel. Siama agli albori dello S.H.I.E.L.D., l’organizzazione antiterroristica che molti anni dopo avrebbe ingaggiato gli Avengers. Fury non ne è ancora a capo, è un semplice agente. A interpretarlo, immancabilmente, c'è Samuel L. Jackson, per l'occasione sorprendentemente ringiovanito grazie alle magie del digitale.

Dal reparto d’élite intergalattico dei Kree, Vers è precipitata sul pianeta C-53, la nostra Terra, sopra a un negozio... Blockbuster di videocassette! Quanti ricordi riemergono dal passato, tra il poster dell'action movie True Lies e le vecchie care vhs. Captain Marvel, però, anche qui usa la carta nostalgia con sobrietà. Tra il cofanetto di Fonzie, citazioni de Il principe di Bel Air, vecchi computer dalla connessione pachidermica e una colonna sonora che va da Garbage a No Doubt, l'effetto madeleine è comunque garantito. Ed entusiasmante.

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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