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Carla Fendi e l'amore per la bellezza dell'Umbria

L'icona della moda italiana, ospite della tappa a Spoleto di Panorama d'Italia, spiega il suo legame profondo con la città - FOTO e VIDEO

"Si deve tornare ad insegnare arte e musica a scuola per abituare i giovani alla bellezza".  Così afferma Carla Fendi, simbolo della moda italiana all’estero, ospite a Spoleto della tappa umbra di Panorama d’Italia. Da luglio scorso è cittadina onoraria  della città del Festival dei due mondi dove è stata insignita anche della Lex Spoletina dall’Associazione Amici di Spoleto. Ha gli occhi pieni di felicità a ritrovarsi tra le mura del Teatro Caio Melisso che, dopo le cure e i restauri finanziati dalla sua Fondazione, ha preso anche il nome di “Spazio Carla Fendi”.

Intervistata da Giorgio Mulè, direttore di Panorama, la signora Fendi spiega il legame che la salda all’Umbria e a questa città: "Il Festival è nato con Gian Carlo Menotti – dice - e prima di conoscere il Maestro con mio marito Candido Speroni venivamo sempre per tre weekend: era una manifestazione sensazionale. Conoscendo poi Menotti, abbiamo anche deciso di prenderne parte con il marchio Fendi. Dopo un periodo buio, quindi, nel 2007 abbiamo capito che dovevamo tornare: con Giorgio Ferrara stava rinascendo un nuovo Festival molto interessante".
Da qui, poi, la scelta di restaurare il Caio Melisso: "È qualcosa che ci è nato dentro: lo abbiamo imparato dalla società americana ma anche dai miei genitori ho avuto questo insegnamento. A me e alle mie sorelle dicevano sempre che il suolo pubblico è più importante del suolo privato".

Carla Fendi: "La mia Spoleto"

Sul rapporto con Spoleto: "Ci ho lavorato benissimo, sia con il sindaco precedente, Daniele Benedetti, che con l’attuale, Fabrizio Cardarelli".
Non solo restauri: Carla Fendi ha pensato per Spoleto anche a mostre e concerti. "Riccardo Muti non era mai stato a Spoleto: quando gli abbiamo proposto l’idea di un concerto per mio marito Candido Speroni, ha subito accettato, mi ha detto, perché non gli era mai capitato che una persona privata restaurasse un teatro pubblico”. La Fondazione Carla Fendi nasce nel 2007, poi nel 2011 sono iniziati il lavori di recupero: "Il teatro era in disordine, la scena ricca crollava, il sipario era distrutto. Pensavo di dover far venire da Roma ditte specializzate. Poi mi hanno segnalato la Coobec, un’eccellenza di questo territorio. Sono persone straordinarie: hanno recuperato il sipario, chinate in terra per settimane e all’inaugurazione le ho volute sul palcoscenico".

Del resto, Carla Fendi ripete: "Gli artigiani sono il nostro petrolio: i cinesi sono copiatori, noi italiani siamo creativi: è questa la differenza". Sull’Art bonus istituito dal ministro Dario Franceschini: "Mi ha fatto piacere che mi abbia nominato come esempio di mecenatismo, credo che aiuterà moltissimo: spero che ci sia presto la possibilità di poterne usufruire anche come Fondazione". Infine sulla candidatura a capitale della cultura 2016 e 2017: "Perché il ministero dovrebbe scegliere Spoleto? Perché se lo merita: ha saputo difendere le sue radici con grande volontà".

Silvia Morara
Giorgio Mulè intervista Carla Fendi

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Antonella Manni