Cesare Cremonini trionfa a Roma - Recensione
Il cantautore bolognese ha regalato oltre due ore di ottima musica, tra irresistibili brani ritmati e intensi momenti acustici
Voce e pianoforte. Niente più.
Non servono featuring con il rapper del momento, né strati di suoni creati al computer, ma solo ciò che è veramente essenziale, in grado di far vibrare le corde dell'anima.
In un'epoca in cui le classifiche sono dominate da lugubri e ripetitivi brani trap e da canzoni pop-dance effimere e iperprodotte, l'ultima sfida di Cesare Cremonini, l'album Possibili Scenari per pianoforte e voce, appare come un raggio di luce in uno scenario musicale sempre più buio e desolante.
Possibili scenari per pianoforte e voce
“Penso sia il momento giusto in cui pubblicare un album come “Possibili scenari per pianoforte e voce”- spiega Cesare- perché offre la possibilità di ricondurre il pubblico ad un ascolto della musica più attento, paziente e meno frenetico: significa svelare, uno ad uno, i segreti nascosti nelle mie canzoni, donare al pubblico la loro purezza. Brani come “Poetica”, “Nessuno vuole essere Robin”, “Kashmir-Kashmir” e la stessa title track dell’album, ad esempio, in queste versioni notturne, rielaborate liberamente, registrate ad occhi chiusi e senza sovrastrutture di arrangiamenti, costringono all’abbandono anche chi quelle canzoni le canta, slegandoci dalla velocità con cui la musica viene “consumata” oggi. I tasti di avorio del pianoforte, ogni mio respiro che separa i versi delle canzoni, hanno un ruolo in questa trasformazione: realizzarla mi ha convinto ancora di più che il piacere della musica può svegliare il nostro tempo”.
La crescita di Cesare
Ne è passato di tempo da quando quel ragazzo dinoccolato, con i capelli biondo platino e con un'irresistibile inflessione bolognese, faceva ballare tutta l’Italia con l’allegra spensieratezza di 50 special, una dichiarazione d’amore nei confronti della sua inseparabile Vespa, prima che le tensioni e i contrasti interni facessero naufragare la fortunata avventura dei Lunapop.
Oggi Cesare Cremonini, a quasi 39 anni, è un artista e un uomo maturo che, con vent'anni di esperienza nello show business, ha messo la sua verve al servizio della musica, una felice sintesi tra pop-rock britannico e la nostra canzone d’autore, impreziosita da arrangiamenti di caratura internazionale.
Cremonini è un artista glocal, che ha assorbito le radici bolognesi del cantautorato di Lucio Dalla e Luca Carboni, ma anche il pop d'autore dei Beatles, le armonie vocali dei Beach Boys e l'anima rock dei Queen, dando vita a un sound fresco e originale che (miracolo, per la scena italiana coeva) non suona mai derivativo.
Inoltre ha una padronanza del palco, una comunicativa e una capacità di coinvolgimento del pubblico che solo in pochi (tipo Vasco e Lorenzo) possono vantare in Italia.
Il racconto del concerto
Il concerto prende il via poco dopo le 21: la partenza è scoppiettante con le tastierone alla Alan Parsons e la cassa dritta della dolceamara title track Possibili scenari, in cui pop, rock ed elettronica si amalgamano alla perfezione, mentre Kashmir-Kashmir è un brano tutto da ballare, che strizza l'occhio al sound degli Chic e degli ultimi Daft Punk, in cui la frase chiave è ‘Il giorno del Signore qui è sempre venerdì’.
L'acustica, da sempre tallone d'Achille del Palaeur, all'inizio non è un granché, i bassi sono distorti e coprono la voce. Anche Cesare si accorge che qualcosa non va e fa un cenno ai tecnici del suono. Per fortuna, da lì in poi, il suono migliora, ancora se non si può definirlo propriamente cristallino, soprattutto nei brani più ritmati, mentre è decisamente buono in quelli acustici.
"Che bello tornare di nuovo a Roma - saluta Cremonini- Quest'estate, allo stadio Olimpico, ci avete regalato un concerto strepitoso. Buona serata e buon divertimento!".
I ritmi restano alti in PadreMadre, uno dei brani più intensi e autobiografici di Bagus del 2002, mentre ne Il comico (Sai che risate) e La nuova stella di Broadway Cesare conferma tutte le sue doti di smaliziato entertainer.
Suscita grande entusiasmo Latin lover, cantata in coro da tutto il palazetto e accompagnata da un suggestivo gioco di luci laser verdi che non ha nulla da invidiare ai celebri light show dei Pink Floyd.
Il minaccioso suono di un elicottero introduce Lost in the weekend, che trasforma il Palalottomatica in una festosa discoteca anni Ottanta, seguita dalla gioiosa Buon viaggio che, con il suo mantra quasi hippie "share the love", introduce l'intenso set acustico, con uno dialogo da applausi tra il pianoforte di Cesare e la tromba ricca di lirismo di Andrea Giuffredi nelle ballad Momento silenzioso.
Set voce e pianoforte
"Sono contento che vi sia piaciuta questa canzone, perché appartiene a un periodo non semplice, in cui, se dicevi in giro che ti piaceva Cesare Creminini, ti mandavano affanculo. Per questo abbiamo inserito in scaletta anche canzoni come queste, composte quando ho iniziato faticosamente a costruire quello che oggi vi fa divertire sul palco".
La swingante Una come te strizza l'occhio a My baby just cares for me di Nina Simone e fa scattare il coro del Palalottomatica.
"Mi piace il coro di Roma: un po' coro da stadio, un po' orgasmo", scherza Cesare, prima di introdurre uno dei suoi cavalli di battaglia, la delicata Vorrei, che oggi ha un sapore tutto speciale.
"Questa è la 21esima data di un tour molto importante per me, sia sopra che dietro il palco. Qualche giorno fa mi è arrivato un messaggio di Ballo (il suo storico bassista fin dai tempi dei Lunapop n.d.r.) che annunciava la nascita di sua figlia,Camilla: una notizia che ha riempito di gioia ogni persona che lavora al tour. Per questo ho scelto di inserire nella setlist una canzone in più, scritta quando avevo solo 15 anni, dedicandola oggi a Camilla e a Ballo".
Le emozionanti Vieni a vedere perchè e Le sei e ventisei chiudono l'eccellente set piano e voce, ormai una specialità della casa Cremonini.
Un saliscendi di emozioni
Si torna a ballare con l'adrenalinico tris formato dalla rockeggiante Mondo, impreziosita dal rap di Jovanotti trasmesso sul maxischermo, dove Cesare esce da una botola, cui seguono Logico #1 e Greygoose, che suscitano un'ondata incontenibile di entusiasmo, per poi far accendere le torce degli smartphone nel set acustico di chitarra nella malinconica Dev'essere così.
"Grazie per darmi coraggio quando canto -afferma Cesare per introdurre la dolceamara Al tuo matrimonio- Questa canzone l'ho scritta per la mia ex, che adesso è sposata con il mio migliore amico. Ho ottenuto un grande risultato: a 38 anni non sono sposato e non sono fidanzato. Col matrimonio ho chiuso, è finita, mica dobbiamo sposarci tutti. Ormai noi quarantenni siamo una setta: sappiamo che, se ti richiama la tua ex, è solo per invitarti al suo matrimonio".
Ci avviamo verso la fine del concerto, e Cesare manda in visibilio il Palaeur con la liberatoria 50 special, una festosa celebrazione della gioventù e della libertà di un giro in Vespa per i colli bolognesi, ormai entrata di diritto nel canzoniere pop italiano degli ultimi trent'anni.
Il gran finale
Gran finale con Marmellata #25, un classico del suo repertorio, e due brani recenti, Poetica, in cui spicca uno strumento inusuale per il pop come il theremin, e Nessuno vuole essere Robin, che suonano già come evergreen.
Quest'ultima, definita dal cantautore bolognese come la sua nuova Marmellata #25, è una profonda riflessione sulla solitudine e sulla nostra incapacità, nell'epoca dei social network e dei telefonini diventati ormai protesi del braccio, di esprimere i sentimenti più dolorosi, che troppo spesso ristagnano nell'anima, senza riuscire a trovare uno sbocco o una via d'uscita.
La frase "Tutti con il numero 10 sulla schiena, e poi sbagliamo i rigori", emblematica di una certa attitudine alla sterile autocelebrazione da Instagram, è già di culto.
L'ultimo bis, in un vero e proprio acme emotivo, è affidato a Un giorno migliore, brano dalla struttura beatlesiana che chiude nel migliore dei modi due ore e venti di ottima musica, belle canzoni, band affiatata, suggestive scenografie basculanti ed effetti speciali che non coprono la performance, ma la esaltano.
Che cosa chiedere di più da un concerto?
Setlist del concerto dell'11 dicembre 2018
Possibili scenari
Kashmir-Kashmir
PadreMadre
Il comico (Sai che risate)
La nuova stella di Broadway
Latin Lover
Lost In The Weekend
Buon viaggio (Share The Love)
Piano e Voce
Momento silenzioso
Una come te
Vorrei
(Lùnapop song)
Vieni a vedere perchè
Le sei e ventisei
Encore
Mondo
Logico #1
Grey Goose
Dev'essere così
Al tuo matrimonio
Il pagliaccio
50 Special
(Lùnapop song)
Marmellata #25
Poetica
Nessuno vuole essere Robin
Encore 2
Un giorno migliore
(Lùnapop song)