Chi sono i Black Death e come operano sul dark web
Il polacco che ha rapito la modella inglese a Milano farebbe parte del gruppo di criminali che da anni agisce nella rete oscura. Realtà o finzione?
Sappiamo in che modo Herba Lukasz Pawel ha organizzato e messo a segno il rapimento di Chloe Ayling, prima di rilasciarla e persino accompagnarla al Consolato britannico di Milano.
Quello che non è chiaro è per conto di chi il polacco avrebbe agito, considerando ciò che ha riferito la modella inglese alla polizia italiana nei giorni seguenti la vicenda.
La morte nera
Tutto pare essere incentrato intorno ai Black Death, una sorta di clan del deep web che opera nella sua parte più oscura, il dark web, all’interno di siti in cui si trafficano armi, droghe e anche persone. Il nome non è per nulla nuovo anzi circola in rete da un po’.
Il precedente del 2015
Un articolo di Motherboard del 2015 (qui la traduzione) svela come dietro alcune foto diffuse nell’internet non ricercabile ve ne fossero certamente di fasulle ma non è escluso che altre invece corrispondessero a donne davvero rapite e messe all’asta, con un cartellino destinato a scendere nel corso di deplorevoli contrattazioni tra inserzionisti e acquirenti.
Come agiscono
Oggi è difficile dire se i Black Death esistano sul serio anche se su Reddit (una sorta di forum dove gli argomenti spaziano dall’ultimo album di Justin Bieber ai consigli sui migliori siti per l’acquisto di prodotti illegali) ci sono persone che affermano di essersi imbattute nel gruppo sin dal 2010, quando probabilmente molte delle comunicazioni avvenivano sul web normale, quello visibile a tutti.
Vendita in Bitcoin
Seguendo il racconto di Chloe Ayling, il modus operandi degli affiliati è questo: si sceglie una vittima sia online che offline, la si cattura e imbavaglia, si scattano un paio di foto, magari si registra un video e si crea un’inserzione con i dati personali e la richiesta economica. Stando alle informazioni lasciate da Pawel agli investigatori nostrani, sinora il traffico sul dark web li ha permesso di portare a casa circa 15 milioni di euro in bitcoin in cinque anni.
Vittima sbagliata
Perché non è accaduto lo stesso con la modella inglese? Per quale motivo il polacco non ha concluso la vendita? Per sua stessa ammissione per un errore: Chloe era la vittima sbagliata, probabilmente per un’estrema somiglianza con qualcun altro o una mancanza di elementi a riguardo.
Essendo una mamma non poteva venderla online perché non rispettava le regole dei Black Death. Ed è a quel punto che Herba Lukasz ha deciso comunque di guadagnare qualcosa dal rapimento chiedendo un riscatto all’agente della top model tramite un indirizzo email crittografato, tipo ProtonMail e Lavabit.
Biglietto da visita
Eppure anche il rilascio repentino è circondato di mistero e condito di Morte Nera. Sotto c’è la lettera, firmata dal clan, in cui si spiega perché la giovane è stata liberata. A questa vengono comunque richiesti 50.000 dollari, sempre in bitcoin, senza i quali (entro un mese) verrà uccisa.
Sei stata rilasciata per la grande generosità del gruppo Black Death. Il tuo rilascio però è accompagnato da un avvertimento e dovresti leggere questa lettera con attenzione.
Hai capito di certo quanto vali nel mercato delle schiave online e devi considerare che non è una questione personale ma è il business, va così. Per la tua liberazione abbiamo preso in considerazione numerosi fattori.
Nel catturarti è stato commesso un errore, considerando in particolar modo che sei una mamma e che quindi non avresti dovuto essere oggetto di rapimento. Il secondo motivo che devi ricordare è che hai goduto di una protezione estesa da parte di uno dei nostri uomini, tra quelli di maggior rispetto, che ha preso una posizione chiara e netta nei tuoi confronti...
...Tu e la tua famiglia non dovete rivolgervi a nostro riguardo con linguaggio sconveniente. Sei stata trattata bene, con rispetto, lo stesso che ci aspettiamo da te. Puoi condividere tutto quello che hai sentito durante il sequestro...non ammetteremo bugie.
Infine ricorderai che ci siamo accordati per il pagamento di 50.000 dollari in bitcoin, da versare entro un mese. Ogni tipo di disubbidienza circa quanto detto prima causerà una tua eliminazione.
Mitomane o membro dei Black Death?
Secondo le ricostruzioni delle ultime ore, Herba Lukasz Pawel è solo un mitomane che ha agito con un paio di complici ma indipendentemente da un fantomatico gruppo attivo sul deep web. Nonostante Lorenzo Bucossi, dirigente del reparto milanese della Polizia di Stato, abbia affermato come l’Europol sia a conoscenza da un paio di anni dei Black Death, gli esperti di sicurezza considerano il team di criminali come inesistente, una leggenda metropolitana inventata da una sottocultura mediatica.
Ma il traffico di umani è reale
Detto ciò, conta ben poco che i Black Death siano veri o meno, visto che di concreto c’è il contorno al quale le loro azioni si riferiscono. Il dark web è ancora il luogo privilegiato per non lasciare tracce online nelle attività più meschine e fuori legge. Qui la compravendita di individui c’è e va combattuta al pari di quella di armi, stupefacenti, malware e virus.
Il punto semmai è andare oltre la considerazione del solo Tor come browser di navigazione anonima, peraltro da tempo nel mirino della NSA, e capire che gli strumenti per essere davvero invisibili online sono altri (basta una VPN sicura) e attualmente in grado di raggiungere lo scopo per il quale sono stati creati.
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