La strada cinese verso la Luna
Partita la nuova missione verso la stazione spaziale cinese, a bordo tre taikonauti per validare tecnologie che saranno usate sulla Luna
È stato lanciato con successo un razzo cinese Lunga marcia 2-F sulla cui sommità era installata la navicella spaziale Shenzhou 19. Il vettore è decollato dal Jiuquan Satellite Launch Center con a bordo il comandante Cai Xuzhe, 48 anni, già membro della missione Shenzhou 14 (con 184 giorni trascorsi nello spazio), e gli astronauti Song Lingdong, 34 anni, ex pilota dell'aeronautica, e Wang Haoze, anche lui trentaquattrenne, ingegnere di volo. Entrambi sono alla loro prima missione e con la Shenzhou 19 hanno raggiunto, attraccando, la stazione spaziale Tiangong circa 6,5 ore dopo il lancio. I tre trascorreranno sei mesi in orbita conducendo una serie di esperimenti e attività extraveicolari, o passeggiate spaziali, sotto la guida esperta di Cai, che durante una conferenza stampa il giorno prima del lancio ha dichiarato: «I miei due nuovi compagni di squadra sono entrambi nati negli anni Novanta, ma sebbene ci sia una differenza di età tra noi, condividiamo lo stesso obiettivo, servire il nostro Paese e guadagnarci l'onore lavorando e impegnandoci insieme».
In programma c’è anche la validazione di tecnologie in corso di sviluppo per i prossimi programmi spaziali cinesi, che restano ambiziosi, soprattutto nell’intenzione di far atterrare gli astronauti sulla Luna entro il 2030. Nel settembre scorso l’agenzia spaziale cinese (Cmsa) aveva svelato la tuta spaziale appositamente progettata per le operazioni lunari. I taikonauti saranno riconoscibili dai colleghi cosmonauti russi e dagli astronauti occidentali dalla livrea rossa e bianca, mentre le operazioni extraveicolari saranno riprese anche in soggettiva grazie alla presenza telecamere integrate a lungo e corto raggio, da una console operativa e da una visiera antiriflesso.
Le strisce rosse sugli arti superiori sono ispirate ai nastri delle "apsara volanti", le divinità che appaiono nella città di Dunhuang, nella Cina occidentale. La televisione nazionale (Cctv) aveva mostrato i popolari astronauti cinesi Zhai Zhigang e Wang Yaping mostrarla agli spettatori, illustrandone le caratteristiche e dimostrando come fosse comunque possibile per chi la indossa piegarsi e salire sulle scalette dei veicoli e dei moduli abitativi che saranno sulla Luna in modo permanente. Si può quindi affermare che la Cina abbia compiuto uno sforzo significativo per affermarsi come attore principale nello spazio, dominio verso il quale tutte le nazioni evolute stanno sempre più guardando non solo per i benefici scientifici costituiti dalle ricadute tecnologiche, ma anche riguardo la propria sicurezza nazionale.
Quanto alla Luna, Elon Musk sostiene da tempo che la Nasa stia perdendo tempo con lunghe e inutili burocratizzazioni delle procedure, e proprio in occasione della presentazione della tuta spaziale cinese il magnate di SpaceX ha ricordato che «negli ultimi anni, la China National Space Administration ha portato a termine una serie di missioni lunari robotiche sempre più complesse, tra cui il primo ritorno in assoluto di campioni lunari dal lato nascosto del satellite con la missione Cnag’e-6 all'inizio di quest'anno, cercando di diventare il secondo paese a far atterrare astronauti sulla superficie». Gli Usa, che non inviano astronauti sulla luna dal 1972, stanno pianificando la missione dell’equipaggio di Artemis III entro questo decennio, sebbene abbiano ritardato i tempi, inizialmente dichiarati per il 2025, al settembre 2026. Il punto chiave delle prossime missioni è proprio la permanenza degli astronauti sulla Luna per tempi molto più lunghi rispetto a quelli delle missioni Apollo, che duravano poche decine di ore. Le condizioni climatiche lunari sono estreme: la superficie è esposta sia ai raggi del sole, sia al freddo dello spazio. Le temperature vicino all'equatore possono raggiungere i 121 °C di giorno e poi scendere di notte a -133 °C.
Wu Zhiqiang, vice capo progettista dei sistemi di sopravvivenza degli astronauti presso il Centro di addestramento e ricerca per le attività spaziali di Pechino, ha spiegato: «A differenza delle missioni in orbita terrestre bassa, gli astronauti si troveranno in un ambiente lunare naturale ostile durante le attività extraveicolari lunari. Fattori ambientali complessi come alto vuoto e bassa gravità, polvere, terreno abrasivo ed escursioni di temperatura e forti radiazioni avranno un impatto significativo sulla loro necessità di protezione e sul loro lavoro». Nel gennaio di quest’anno i funzionari cinesi avevano comunicato il nome della navicella spaziale che effettuerà la missione lunare con equipaggio, chiamata Mengzhou, letteralmente Nave dei sogni, e quello del lander (veicolo per l’allunaggio) definito Lanyue, “Abbracciando la Luna”. La loro missione è parte di un programma più ampio che include i piani cinesi di stabilire una stazione di ricerca internazionale permanente nel polo sud della Luna entro il 2040.
tute spaziali cinesi(Cmsa)