Da una baita sulle Dolomiti arriva il cioccolato unico di Ciocomiti
L’azienda trentina affina la massa di cacao in quota, sfruttando l’altitudine a cui lo lavoravano gli antichi Maya. E propone tavolette, praline e creme spalmabili di altissima qualità con un’attenzione alle tradizioni del territorio.
Si parte trainati dalla motoslitta e per quasi dieci minuti si resta a bocca aperta per la meraviglia, circondati dagli alberi e dalla neve illuminata dal chiaro di luna. Poi arrivati a 1790 metri, davanti alle spettacolari Dolomiti di Brenta, si viene accolti da una ciotola di ramen caldo realizzato però con ingredienti locali. È questo l’inizio di una bellissima esperienza che finirà in dolcezza in Baita Ciocomiti, ex malga che l’azienda trentina che produce cioccolato di altissima qualità, ha trasformato in un ristorante di fine dining di tale successo che la prenotazione è d’obbligo: si può optare per piatti come la crema calda di ceci e castagne con tartare di salmerino alpino e dragoncello e lo stinco di agnello al Josper, con puré di patate al pecorino e carciofi, oppure scegliere le variazioni in tema come il foie gras al cioccolato e le tagliatelle al cacao con ragù di cervo, timo e cioccolato d’alta quota. In ogni caso alla fine del pasto è consigliabile concludere col carrello Ciocomiti, in cui vengono servite squisite praline allo zenzero, al rhum, all’Amaro Alpino, allo strudel e altri gustosi ripieni, che rappresentano il biglietto da visita dell’azienda che, nell’edificio accanto, affina la massa di cacao (è l’unica a farlo in Italia) per produrre un cioccolato stupefacente.
Circa mille metri più in basso, a Dimaro Folgarida, nella Val di Sole, Ciocomiti (ciocomiti.com) ha appena inaugurato la sua nuova fabbrica di cioccolato e l’adiacente Ciocomiti Café, uno dei suoi quattro negozi (gli altri sono a Ortisei, Madonna di Campiglio e Passo del Tonale), cui se ne aggiungeranno altri due a Trento e Verona nel 2025. Qui oltre alle praline, in versione anche gelato, si possono trovare tutte le altre specialità, dai filetti di zenzero e arancia ricoperti di fondente cuvée al 71%, alla Ciocomela che unisce la squisitezza del cioccolato a un’icona del territorio qual è la mela trentina, a fantasie come il salame di cioccolato, le creme spalmabili e, appunto, Altapietra, la linea di tavolette di cioccolato affinato in quota per tre cicli lunari e lavorato a pietra, accuratamente selezionato e disponibile in quattro prodotti diversi per provenienza, percentuale e aromi: Brasile (81%, forti note di cacao, sentori di legno, tabacco e frutti tropicali maturi), India (74%, leggermente speziato dal corpo cremoso e lattico con retrogusto fruttato), Ecuador (76%, note di frutta tropicale, freschi sentori di rosa e un accenno di noce) e Uganda (70%, fruttato con spiccati sentori aciduli, note di cacao e frutta a guscio).
Nata 10 anni fa per l’iniziativa del fondatore e Ceo Matteo Fedrizzi, cui si sono aggiunti poi altri soci di minoranza tra cui il socio amministratore Luca Bondioli, Ciocomiti è un’azienda in costante crescita: dopo aver toccato i 2,5 milioni di euro di fatturato nel 2023, chiuderà il 2024 oltre i 3 milioni, puntando a superare i 4 milioni nel 2025, per arrivare poi in 3 anni a 8 milioni, che contribuiranno a nuove assunzioni oltre i 28 dipendenti e i 22 lavoratori stagionali attualmente impiegati. Guadagni che nascono da importanti impegni finanziari: l’apertura della nuova fabbrica ha comportato una spesa da parte di Ciocomiti pari a 1 milione di euro per la ristrutturazione dell’immobile e a 500mila euro per i macchinari e il negozio, che si aggiungono al contributo di Trentino Sviluppo, società di sistema della Provincia autonoma di Trento dedicata a favorire lo sviluppo sostenibile del sistema trentino, pari a 850mila euro per l’acquisto dell’immobile medesimo e 250mila euro di migliorie e innovazione dello stesso. Investimenti che preludono a un progetto ambizioso per il 2025, quando Ciocomiti aprirà uno spazio esperienziale e sensoriale sul cioccolato che diventerà un polo di attrazione senza eguali in Italia, in cui a partire dalla storia del prodotto, attraversando le aree geografiche di coltivazione, per arrivare alle modalità di coltivazione e produzione, si potrà compiere un percorso bean to bar (dalla fava di cacao alla tavoletta), ricco di attività interattive che coinvolgeranno i visitatori in un viaggio stupefacente tra cacao e territorio trentino. “Qui potranno venire tutti, dagli 0 ai 99 anni”, spiega il Ceo Matteo Fedrizzi “non soltanto le scuole ma anche gli appassionati e i golosi, per avere un’esperienza visiva, olfattiva e gustativa unica, entrando letteralmente in una piantagione di cacao e scoprendo i segreti di una fabbrica di cioccolato”.