Nuovi mercati e ricerca nel futuro del legno per arredamento
Le guerre in corso, la crisi del canale di Suez da cui transita il commercio con l’oriente e il calo degli investimenti non offuscano le previsioni per il futuro del presidente di Federlegno Arredo, Claudio Feltrin. Che ben conosce la tenacia e lo spirito volitivo degli imprenditori del settore. Impegnati a trovare nuove aperture in zone emergenti.
I primi segnali si erano già intravisti all’inizio del 2023, per poi rafforzarsi nel corso dell’anno. E così, la filiera del legno-arredo ha fermato la sua accelerata, in atto dal 2021. Durante il periodo della pandemia si è sentito il bisogno di investire sulla casa, riformularne gli spazi, renderla più accogliente. Poi l’euforia si è fisiologicamente ridimensionata e l’instabilità geopolitica, insieme all’inflazione, ha fatto il resto, normalizzando una situazione eccezionale. Dai dati preconsuntivi elaborati dal Centro Studi FederlegnoArredo su fonti Istat, il 2023 si è chiuso per il comparto con un fatturato di 52,6 miliardi di euro (di cui 28 miliardi dell’arredo), in calo dell’8,1 per cento anche se ancora sopra i livelli del 2019. Il segno negativo ha interessato sia il mercato interno, che ha toccato 32,7 miliardi di euro (-10,1per cento) che l’export da 20 miliardi (-4,5 per cento).
Sul 2024 ci sono spiragli di ottimismo, anche se le guerre ancora in corso hanno un effetto destabilizzante sulla domanda. A queste si aggiunge la crisi del Canale di Suez, snodo da cui transita la gran parte del commercio con l’Oriente. Il risultato è a cascata. Si produce meno (-5,3per cento rispetto al 2022) e anche se i fatturati restano più alti perché i listini sono stati aggiornati, i margini delle aziende si riducono. E non va meglio oltre confine. A livello di geografie il primo paese per esportazioni resta la Francia con un lieve più 0,6per cento, seguita da Germania e Usa, tutte e due in negativo, così come la Cina, al settimo posto. L’unico segno rincuorante è quello degli Emirati Arabi Uniti, +3,3 per cento, come ha raccontato Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo.
Si fattura meno, si produce meno e i margini sono minori. C’è preoccupazione tra gli imprenditori?
Sicuramente una contrazione dei volumi era attesa perché negli anni scorsi si era assistito a un exploit straordinario. Il contraccolpo di questo momento si sente e chiaramente gli imprenditori non sono contenti, ma neanche sfiduciati.
Cosa si può fare per invertire il trend e che attese avete per il 2024?
La situazione ora non sta peggiorando, quindi nella seconda parte dell’anno prevediamo un’inversione di tendenza, anche grazie all’atteso abbassamento dei tassi da parte della Banca centrale europea e della Banca mondiale. Se saremo bravi questo 2024 si chiuderà con un pareggio sul 2023, ma comunque per crescere bisogna puntare anche su nuovi mercati.
Su quali aree geografiche riponete maggiore fiducia?
La zona dei Paesi Arabi è sicuramente da presidiare, anche in vista di Saudi Vision 2030, la roadmap dell’Arabia Saudita incentrata sulla diversificazione economica e l’impegno globale. Gli occhi sono puntati anche sull’India, molto popolosa e in una fase evolutiva in termini di gusti sull’arredo.
E sempre a proposito nuovi sbocchi commerciali, quali attese ci sono sull’Africa?
Nel periodo gennaio-novembre 2023 per il Macrosistema arredamento e illuminazione il continente ha generato 391 milioni di euro, con un trend a +12,2 per cento, ma incide ancora poco sull’export totale (2,9 per cento).
Sul fronte dei Bonus edilizi che futuro vede dopo il 2024?
La strategia è quella di rivedere la loro struttura e legarli soprattutto a una spinta sul fronte ecologico e del rinnovamento del patrimonio edilizio, laddove serva. Sicuramente il 110 per cento ha generato un volume di debito insostenibile.
A proposito di risorse. È in corso una crisi del legno: calo dei ricavi (-11,6 per cento a 21,4 miliardi), e dell’export a -7,3 per cento. Come vede la situazione?
Quando cala la produzione, è normale che ne risentano i primi anelli della filiera. Non solo, con la guerra in Ucraina l’approvvigionamento di legno da quelle zone si è interrotto, mentre dall’Europa incombe l’Eudr (European Deforestation-free products Regulation) che ha la finalità di combattere la deforestazione attraverso la tracciabilità, ma che così come è concepito finirà per bloccare le imprese. Siamo al lavoro perché questo non accada, convinti che la sostenibilità sia un’opportunità e non un problema.
Quali progressi si stanno facendo sul fronte della green industry?
Come Federazione portiamo avanti un progetto per rendere la filiera del legno-arredo una pioniera. FLA Plus è una piattaforma che aiuta le aziende a recepire i temi ESG (environmental, social, governance) e a migliorarsi attraverso strumenti concreti e servizi ad hoc per rimanere competitivi. n© riproduzione riservata