Coldiretti, migliaia di agricoltori scendono in piazza a Parma
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Coldiretti, migliaia di agricoltori scendono in piazza a Parma

Ventimila agricoltori hanno risposto presente all'appello di Coldiretti. Una marea gialla ha sfilato per le vie di Parma. Con delle richieste ben precise. Difendere la salute dei cittadini e fare luce sui cibi creati in laboratorio

Una marea gialla è arrivata nella città di Parma. Traffico in tilt e linee del trasporto pubblico deviate. Ma stavolta non ha nulla che fare con il calcio. Le notti europee dei primi anni Novanta restano un ricordo malinconico. Sono gli agricoltori a scendere in piazza. Sono in ventimila e vengono da tutta Italia. Una mobilitazione voluta dall’associazione Coldiretti per raggiungere un obiettivo ben preciso. Difendere i cittadini e la loro salute. E soprattutto “fare luce”. In primis sui cibi creati in laboratorio, che non possono “essere trattati come nuovi alimenti, ma devono seguire lo stesso iter dei farmaci”. La destinazione del corteo, non a caso, è stata l’Efsa, l’Agenzia europea per la Sicurezza Alimentare. Un organismo chiave, che ha il compito di verificare l’immissione al consumo dei nuovi prodotti.

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Ma è anche un luogo simbolico. Una rappresentazione plastica della burocrazia di Bruxelles, la spada di Damocle che pende sulla testa degli agricoltori italiani. Non mancano le bandiere dell’Unione Europea. Ma sul palco non c’è spazio per le celebrità. Nessun Michele Serra prende parola, nessun rappresentante del ceto medio riflessivo indica al popolo cosa fare. Sono volti di persone comuni, di chi ogni giorno subisce le conseguenze di scelte sbagliate. Dettate dall’ideologia green in voga tra gli euroburocrati.

E proprio un’Unione europea diversa viene invocata a gran voce. Le richieste della Coldiretti sono chiare: serve un cambio di passo. È arrivata l’ora che Bruxelles ascolti davvero “i bisogni della gente e non le lobby e le multinazionali”. Che difenda l’identità e le specificità dei singoli Stati. Con un monito: “Non togliete il futuro ai giovani agricoltori”, come recita lo striscione alla testa del corteo. Presenti anche rappresentanti di organizzazioni straniere, tra cui Patrick Benezit, presidente francese della Fnb, una delle più grandi associazioni di allevatori d’Europa. Un comune sentire che si estende per tutto il Vecchio continente e che vuole fare luce sugli studi medici clinici e preclinici prima di dare il via libera ai cibi cellulari.

Ovviamente, non poteva mancare Ettore Prandini, il presidente nazionale di Coldiretti. Che è tornato sul tema spinoso dei dazi imposti da Donald Trump. “Il rischio è significativo e può penalizzare alcune delle nostre filiere”, ha riferito alla platea dei giornalisti. Ma allo stesso tempo ha voluto tenere fermo un punto. Ovvero che è sempre più necessario “creare canali di diplomazia per valorizzare un rapporto insieme agli Stati Uniti”. Insomma, camminare al fianco dei partner storici senza fomentare inutili scontri. E soprattutto non cadere in provocazioni. Che andrebbero a danneggiare solamente i nostri produttori.

Intanto, il corteo sfila per le vie della cittadina emiliana. Parma è scaldata dal sole primaverile. Mentre è il giallo della Coldiretti a dominare la scena. Di fronte all'entrata dell'Efsa i cartelloni si agitano verso il cielo. Una delegazione, guidata da Ettore Prandini, fa il suo ingresso nella sede dell'Agenzia europea. "Non siamo cavie", grida qualcuno. Eppure, non mancano le critiche. Alcuni ricercatori italiani ritengono un errore equiparare la carne sintetica ai farmaci. Aggiungendo che si tratterebbe di un "tentativo preoccupante di delegittimare il lavoro della comunità scientifica indipendente". Un comunicato diramato in risposta alla manifestazione degli agricoltori. E che vede come primo firmatario Alessandro Bertero, dell'Università di Torino. Tuttavia, l'intento degli organizzatori era stato già chiarito nei giorni precedenti. "Non è una protesta contro l'Efsa, ma una richiesta di maggiore trasparenza e attenzione nella valutazione dei cibi cellulari" hanno ribadito in piazza.

L'incontro si è concluso positivamente. Ettore Prandini si è detto soddisfatto e ha parlato di un clima di "collaborazione". Aggiungendo che si è trattato di un "confronto aperto e costruttivo con i vertici dell'Efsa nonché di "un importante successo per i 20mila agricoltori che sono arrivati a Parma". L'Agenzia europea ha inoltre promesso di valutare i nuovi cibi con i "più alti standard scientifici". Ma la battaglia della Coldiretti non finisce qua. E l'associazione continuerà a portare gli interessi di categoria fino ai corridoi di Bruxelles.

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Francesco Maisano