Cerere
Alberto Bevilacqua

Cooperative agricole, più reddito grazie al software

Il progetto Cerere coordina le strutture di stoccaggio, ottimizzando raccolta e fatturato

Banale? Provateci voi a convincere piccole cooperative agricole a cooperare tra loro, mettendo a fattor comune persino i soci. Riuscirci sarebbe quasi una “rivoluzione culturale” e un grande passo verso una vasta aggregazione capace di valorizzare al meglio l’agroalimentare pugliese.

Questa, è l’idea sottostante al progetto Cerere, portato avanti dalla società spin off dell’Università di Bari Ser & Practices da un’idea di Giuseppe Visaggio, 70enne fisico e docente di ingegneria del software. Si parte da quello che è il classico “uovo di Colombo”: utilizzare un software per mettere in rete tutte le strutture, silos, cantine, strutture e depositi delle cooperative agricole per distribuirvi al meglio i conferimenti e quindi controllarne da remoto le condizioni dello stoccaggio (livello dei gas, temperatura e umidità). “I vantaggi sono molti” spiega Visaggio “Se lo spazio è occupato, i raccolti pronti per la consegna non vengono ritirati: mettere in rete le strutture dunque, può impedire lo spreco e garantire una remunerazione”. Non solo. “In questo modo potremmo concentrare ad esempio grani e oli pregiati in silos dedicati ed evitare di miscelare produzioni di qualità con quelle di minor valore, valorizzando il raccolto”. Gli acquirenti, infatti, saprebbero di avere a disposizione materia prima pregiata e quindi potrebbero destinarla a produzioni a più alto valore aggiunto. 

Il progetto è già stato testato con successo e adesso è pronto per il lancio.  “Abbiamo calcolato che le cooperative aumenterebbero di un 20-30 per cento il loro fatturato e senza perdere un posto di lavoro, ma adesso servono investimenti per passare dalla fase prototipale a quella industriale” conclude Visaggio. In gioco ci sono la creazione di un “ecosistema virtuoso” e un’agricoltura 4.0.

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Antonella Bersani

Amo la buona cucina, l’amore, il mirto, la danza, Milan Kundera, Pirandello e Calvino. Attendo un nuovo rinascimento italiano e intanto leggo, viaggio e scrivo: per Panorama, per Style e la Gazzetta dello Sport. Qui ho curato una rubrica dedicata al risparmio. E se si può scrivere sulla "rosea" senza sapere nulla di calcio a zona, tennis o Formula 1, allora – mi dico – tutto si può fare. Non è un caso allora se la mia rubrica su Panorama.it si ispira proprio al "voler fare", convinta che l’agire debba sempre venire prima del dire. Siamo in tanti in Italia a pensarla così: uomini, imprenditori, artisti e lavoratori. Al suo interno parlo di economia e imprese. Di storie pronte a ricordarci che, tra una pizza e un mandolino, un poeta un santo e un navigatore e i soliti luoghi comuni, restiamo comunque il secondo Paese manifatturiero d’Europa (Sì, ovvio, dietro alla Germania). Foto di Paolo Liaci

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