Così l'inquinamento atmosferico mette a rischio il pianeta - FOTO e VIDEO
A Pavia l'incontro organizzato da Focus per Panorama d'Italia sulle conseguenze del surriscaldamento globale
"La Terra si trasforma" anche a causa dei cambiamenti climatici dovuti all'inquinamento atmosferico. E non è di certo una buona notizia. Lo sanno bene gli esperti che si sono incontrati a Pavia nell'ambito di Panorama d'Italia durante l'evento organizzato dal magazine Focus.
Con il direttore Jacopo Loredan un pool eterogeneo di esperti: da Andrea Boraschi, responsabile Campagna Clima ed Energia Greenpeace Italia, a Chiara Boschi, ricercatrice dell'Istituto di Geoscienze e Georisorse CNR-Pisa, fino al tenente collonnello dell'Aeronautica Militare, Guido Guidi e Giancarlo Morandi, presidente del Cobat, consorzio nazionale per la raccolta e il riciclo accompagnati da Tommaso Dragotto, fondatore e presidente di Sicily By Car.
Mai così caldo
"Il primo elemento da tenere in considerazione - spiega Boschi - è la temperatura:
il 2016 è stato l'anno più caldo dal 1850 ad oggi". Il motivo è da ricercare nell'aumento della CO2 (l'anidride carbonica), un fondamentale gas serra che se diventa troppo consistente provoca il surriscaldamento della superficie terrestre.
"Se lo scenario non cambierà, l'aumento delle temperature potrà raggiungere anche i
cinque gradi - prosegue la ricercatrice - e ciò potrebbe mettere a rischio le coste italiane, per esempio, e portare molte specie marine all'estinzione".
La parola magica in questo scenario serio è
"mitigare", individuare strategie e azioni per limitare lo stato di cose, in attesa di portare a compimento qualcosa di più drastico, cambiare - tutti - lo stile di vita. Al Cnr ci stanno provando: Boschi si occupa principalmente di studiare i modi per "intrappolare" meccanicamente l'anidride carbonica, trasformata in stato liquido e "pompata" sotto la superficie terrestre, dove si ritrasformerà in serpentinite (carbonato di calcio e di magnesio), una materia inerte. Un processo molto costoso e ancora in fase di studio.
L'importanza delle fonti
Il problema sono dunque le emissioni "tre quarti delle quali vengono da come produciamo energia" spiega
Andrea Boraschi, responsabile Campagna Clima ed Energia Greenpeace Italia. "Il nostro principale impegno si rivolge proprio sull'eliminazione delle fonti fossili (come carbonio e petrolio) e sulla salvaguardia delle foreste, uno dei grandi fattori di mitigazione".
Intorno a tutto ciò c'è, ovviamente, molta politica: "Contrariamente a quanto si possa pensare - dice Boraschi - qualcosa sta succedendo, e le grandi potenze stanno facendo scelte molto chiare negli investimenti energetici. Si consideri che dal 2012 c'è stato un capovolgimento di fronte e gli investimenti in
rinnovabili hanno superato quelli in fonti tradizionali".
La sfida vera riguarda il petrolio, il cui fabbisogno può essere ridotto "
elettrificando", cioè rendendo le case più efficienti, le auto ibride e a propulsione elettrica e via dicendo. È chiaro che questo cambio di paradigma comporterà ulteriori ragionamenti, che riguardano, per esempio, le modalità di stoccaggio di tali quantità di energie.
Una nuova economia
Giancarlo Morandi, presidente del Cobat, questo lavoro in parte lo ha già fatto. Dalla nascità della sua attività in relazione allo smaltimento delle batterie al piombo, il consorzio ha "diversificato" abbracciando la filosofia della cosiddetta "economia circolare" già dalla progettazione del prodotto e che deve tener conto della necessità di poterlo facilmente smembrare e di poter estrarre e riusare le materie prime che lo compongono. "Se si considera la diffusione attuale delle batterie al litio, presente nella maggior parte dei device elettronici ma soprattutto nelle auto elettriche, e se si pensa che questo materiale non è ad oggi riciclabile a costi ragionevoli, è facile comprendere come ci si trovi di fronte a un altro, importante, problema da risolvere", dice Morandi.
Un problema che potrebbe impattare anche sul meteo del pianeta. "Esiste un legame anche se, per quanto riguarda le nostre osservazioni e misurazioni, ha dimensioni poco rilevanti e ad oggi, dal punto di vista meteorologico, non abbiamo serie storiche per poter affermare che i cambiamenti di cui abbiamo parlato finora abbiano avuto influenza sul clima", spiega il tenente collonnello dell'
Aeronautica Militare, Guido Guidi.
Mobilità sostenibile
Chi la mobilità alternativa l'ha già praticata è
Tommaso Dragotto, presidente di Sicily By Car, azienda di riferimento nel noleggio vetture.
È stato lui a partorire l'idea del primo
tour europeo a sostenibilità diffusa, un giro di Sicilia con le vetture a propulsione elettrica. "Sono partiti i primi investimenti per l'acquisto delle auto e per l'installazione delle colonnine elettriche per la ricarica", racconta Dragotto. La notizia ha avuto una immediata eco in tutta la Regione e, nel giro di breve, è arrivata l'adesione della maggior parte dei comuni.