Crisi dell'edilizia: cosa fare per uscirne
Carlo Colaiacovo, a.d. di Colacem, è fiducioso sulla ripresa. Ma, dice, servono razionalizzazione e efficientamento dei siti produttivi
Una crisi profonda, drammatica. Il settore delle costruzioni in Italia ha visto un declino senza precedenti. Secondo i dati Ance (Associazione nazionale costruttori edili) tra il 2008 e il 2015 gli investimenti nella nuova edilizia residenziale hanno registrato un crollo superiore al 60%, quelli nel non residenziale del 35% e le opere pubbliche del 50%: complessivamente 70 miliardi in meno.
Le strategie per la ripresa
"Il momento è particolarmente difficile, ma io sono fiducioso. Questo è un paese che non si ferma". Carlo Colaiacovo, amministratore delegato del Gruppo Colacem, uno dei più importanti produttori e distributori di cemento in Italia, è ospite di Panorama d'Italia nella seconda giornata della tappa perugina. Parla di strategie future sottolineando che "la crisi del settore è solo italiana. Per uscire da questa situazione sono due le strade che bisogna intraprendere: la razionalizzazione dei siti produttivi e il loro efficientamento".
L'importanza delle esportazioni
Colacem in Italia ha 7 stabilimenti, tre dei quali in Umbria dove ha sede il Gruppo. Ma ha una consistente presenza anche all'estero, in Canada, in centro America e nel bacino del Mediterraneo: "È proprio grazie alle nostre esportazioni che in questa fase riusciamo a tenere in vita le fabbriche italiane".
I numeri della crisi di settore
Del resto, i numeri della crisi sono impressionanti: l'incidenza del settore delle costruzioni sul Pil (prodotto interno lordo) è passato dal 9,5% del 2008 al 6,2% del 2015; il comparto ha perso 502 mila posti di lavoro e, considerando l'indotto, la cifra aumenta fino a 780 mila unità in meno.
Di conseguenza il consumo di cemento è crollato, passando dai 46 milioni di tonnellate del 2006 a 19,6 milioni di tonnellate del 2015. Si è anche ridotto il numero di stabilimenti: dai 56 siti presenti sul territorio italiano nel 2012 si è arrivati nel 2015 a 37 unità produttive (-34%).
Innovazione e formazione del personale
"Siamo tornati ai livelli dei primi anni '60" chiarisce l'amministratore delegato di Colacem che nella sua ricetta anti crisi mette anche l'innovazione tecnologica e la formazione del personale: "un binomio fondamentale non solo per affrontare i momenti difficili, ma per crescere e guardare con più ottimismo al futuro. Noi abbiamo 2.200 dipendenti in tutto il mondo e la tecnologia unita all'innovazione ci permette di ottenere risultati impensabili fini a pochi anni fa".
Nel 2016 segnali di crescita
L'Ance ritiene che il 2016 possa essere l'anno della svolta per il settore delle costruzioni. L'inversione di tendenza si dovrebbe attestare con una crescita dell'1 per cento soprattutto nel non residenziale ovvero nelle manutenzioni straordinarie e nel settore pubblico. "Noi pensiamo che si possa risalire la china - conclude Colaiacono - ma la strada sarà lunga e faticosa".