2014: fuga dalla velocità
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2014: fuga dalla velocità

100 Getaways around the world: il libro che celebra il culto della bellezza.

"Il modo migliore per cercare di capire il mondo è vederlo dal maggior numero possibile di angolazioni" ha scritto Ari Kiev, un mental strategist statunitense. Dopo avere sfogliato il nuovo "coffee table book" della Taschen, 100 Getaways around the world, non restano dubbi: il mondo va inseguito come s’insegue un’idea speciale di bellezza.

Nel libro compaiono decine di rifugi aperti al paesaggio dove la natura arreda le stanze, ma anche ritiri urbani nelle capitali, finestre aperte su patrimoni dell’umanità: luoghi unici, per esplorazioni esclusive. Da Abu Dhabi al Vietnam passando per la Norvegia, il Marocco e il Lago di Garda, Margit J. Mayer, esperta di moda, viaggi e design, ha selezionato con lo staff di Taschen i migliori indirizzi intorno al globo. Che siano eleganti castelli, come Villa Feltrinelli sul Garda, o resort di lusso in stile desert, come l’Amangiri nello Utah, il filo conduttore è lo stesso: vivere un’esperienza sorprendente.

I maggiori marchi dell’hôtellerie si sono sfidati negli ultimi anni a colpi di novità, in una spettacolare gara al rialzo per offrire agli ospiti servizi al limite del possibile. Ma il comfort non basta più. "Quando si viaggia, per piacere e non per business" sottolinea l’autrice "un balcone con una vista da cartolina conta molto più del numero di canali satellitari; un letto sontuoso con biancheria stirata a mano intriga di più della connessione wi-fi in ogni angolo dell’hotel".

I nuovi lussi della modernità in viaggio sono infatti luoghi dove il tempo corre meno veloce e un pizzico di eternità sembra ancora possibile: si chiama "travel emotion". È l’obiettivo dei nuovi, raffinati globetrotter in cerca di luoghi di sapore, che uniscono il piacere dell’ozio a quello della conquista di un territorio, anche interiore. L’ha confermato nelle sue indagini sul tema del viaggio anche Simon Anholt, il più famoso consulente di strategie di promozione territoriale, che ha elaborato un preciso metodo di misurazione del grado di attrazione di luoghi e hotel in base alla loro capacità di stimolare risorse personali. Su questa scia si collocano le stanze appese agli alberi del Treehotel, in Svezia, dove si ha la sensazione di respirare il verde e la luna di notte sembra più vicina. Che importa poi se non è facile arrampicarsi fin lassù. Quanto alle destinazioni, l’ago della bussola nell’estate 2014 punta verso l’Asia, che in base alle stime dell’Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite registra il più alto tasso di crescita, il 6 per cento, seguita dall’Africa, in crescita del 5,6. Seguono Americhe, Medio Oriente ed Europa. Nel Far East emerge la Birmania, che si sta sempre più aprendo al turismo.

Il 2014 è stato anche dichiarato dalle Nazioni Unite l’anno internazionale dei piccoli Stati insulari in via di sviluppo, tutti in grande ascesa turistica. Posti minuscoli, remoti e vulnerabili: sono una cinquantina in tutto, dai Mari del Sud ai Caraibi. Tonga, Samoa, le isole Cook sono "tra i luoghi da vedere una volta nella vita" per il National Geographic. Fra queste terre in mezzo al mare, Nevis, piccolissima perla delle isole Sottovento, è stata selezionata da Margit J. Mayer che nel libro ha voluto suggerire il Golden Rock Inn, un microresort dalle stanze coloratissime, abbracciate dalla giungla, e collocato in una piantagione di zucchero del 1801. Ci sono soltanto 11 stanze dallo stile rilassato, che mostrano l’imprinting eclettico dei padroni di casa: Brice and Helen Marden, artisti newyorkesi.

In Africa si parte dal sud a Cape Town, ora capitale mondiale del design, per un’abbuffata di mostre, workshop, eventi, per arrivare fino in Malawi, un paese senza "make up", poco frequentato dal turismo, per questo forse in grado di rivelare il tratto puro dell’africanità. Una genuinità che ancora esiste anche in Botswana. È qui un altro dei resort suggeriti da Margit J. Mayer, il San Camp al Makgadikgadi Pans national park, rinnovato nel 2011: natura che esplode di vita e raffinate atmosfere coloniali. Il periodo migliore per partire va da fine aprile all’inizio di ottobre. In particolare a maggio, la vegetazione è brillante e rigogliosa e l’aria pulita: cieli blu e orizzonti illimitati.

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Silvia Ugolotti