Antonio Monda: la sapienza delle passioni spezzate
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Antonio Monda: la sapienza delle passioni spezzate

Da un amore che sembrava dimenticato parte il bilancio di una vita. È La casa sulla roccia, il nuovo romanzo dello scrittore romano.

Una villa elegante su Central Park. Una di quelle case che a New York mostrano il sole che cala dietro i palazzi del West Side offrendo l’ultimo tiepido scampolo al parco. Lì Warren Barron e sua moglie, il primo giorno in cui si sono trasferiti sulla Quinta Avenue, si sono baciati, accarezzati dai riflessi dei timidi raggi. E lì hanno vissuto fino a quella sera, in cui si celebra la festa dei 70 anni di Warren. Ma sua moglie Elisabeth o, meglio, Beth come la chiama il marito, riceve una telefonata da un uomo. La chiama Liz, affettuosamente. Nessuno la chiamava più così.

Quella voce del passato rievoca un nome e una storia d’amore travolgente, di 40 anni prima. E quell’uomo dice di non aver mai smesso di amarla. Inizia così un viaggio a ritroso nel tempo e nella memoria della donna, fra gli ospiti che arrivano e i ricordi che affiorano, teneri e spietati insieme. Quella che Antonio Monda costruisce con il suo La casa sulla roccia (Mondadori) è una storia d’amore affascinante e convincente. Un romanzo capace di restituire non soltanto la complessità di un’esistenza fra decisioni e affetti, ma anche di affrescare con molta sapienza un’epoca, quella degli anni Sessanta, con tutte le sue passioni.

Come quelle dello stesso Monda, che emergono con grazia: il cinema, certamente (con facilità s’immagina la storia che si sta leggendo proiettata su uno schermo), ma anche la boxe, sorta di filo rosso che lega gli eventi narrati (meravigliose le pagine dedicate al match del secolo, Cassius Clay contro Joe Frazier, con Woody Allen e Norman Mailer intorno al ring, mentre Burt Lancaster faceva la telecronaca per la televisione). Per non dire di New York, protagonista discreta ma sempre presente. Monda riesce nell’impresa, ardua e riuscitissima, di dar voce a un personaggio femminile, per un romanzo davvero da non perdere.

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Marco Filoni