Dan Brown, il vero Inferno è la crisi globale
Esce il 14 maggio il thriller best-seller annunciato dove la Firenze di Dante Alighieri proietta le nostre paure di oggi
È Firenze lo scenario di Inferno, il thriller metafisico di Dan Brown che uscirà il prossimo 14 maggio per la Mondadori. La Firenze di Dante Alighieri, Leonardo e Michelangelo, la città dell’ermetismo e della filosofia occulta di Marsilio Ficino e Pico della Mirandola, dei Fedeli d’amore a cui era legato Dante Alighieri e dei circoli neoplatonici che in pieno rinascimento fanno risorgere gli antichi misteri dentro un nuovo sincretismo dove convergono gli dei pagani, la Cabala ebraica e il Cristianesimo.
E come Angeli e demoni era in fondo anche un’intrigante guida turistica ai misteri e alle meraviglie di Roma, Inferno di Dan Brown lo è a quelli di Firenze e del suo incantato circondario: «Quella terra armoniosa» la descrive Brown «su cui un tempo camminarono i giganti Giotto, Donatello, Filippo Brunelleschi, Michelangelo, Sandro Botticelli».
Rapido, avvincente e abile come gli altri romanzi, anche all’ultima fatica dello scrittore americano non manca nessuno degli ingredienti narrativi che hanno fatto di Dan Brown un autore di straordinario successo: scrittura cinematografica, tecnica della sospensione e dell’effetto sorpresa, simbolismo dispiegato a piene mani, gusto per il mistero, calibratura sapiente del ritmo di scontro tra protagonista e antagonista nell’immancabile veste dell’organizzazione occulta che mira al controllo globale e all’instaurazione d’un ordine malvagio.
E poi la presenza della donna salvifica, l’iscrizione della storia dentro un mito attivo nella memoria storica come la Divina Commedia di Dante Alighieri, con le sue componenti oscure celate «sotto il velame de li versi strani», e una città come Firenze avvolta di un’aura magica.
Non è un caso peraltro che Dan Brown, sempre in sincronia con lo spirito del tempo, scelga come tema del suo ultimo libro proprio l’inferno. Condensando in una narrazione il denso clima di paura che avvolge l’intero mondo stretto da una crisi economica globale, una generalizzata instabilità politica e scosso da guerre e violenze diffuse.
Come se dopo secoli di miti progressivi e laicisti che avevamo rimosso, fosse tornato come un ospite inatteso l’incubo dell’apocalisse, l’avvento del regno dello spirito d’iniquità a cui spetterà il compito di scatenare le potenze del male prima del giudizio. L’inferno sulla terra appunto.
E del resto a voler fare affiancamenti un po’ blasfemi (stiamo parlando di inferno d’altronde) è proprio in questo periodo che il filosofo Massimo Cacciari pubblica Il potere che frena (Adelphi), un ponderoso saggio sull’Apocalisse e l’avvento dell’anticristo. Il tempo della guerra di tutti contro tutti in un clima di relativismo assoluto dove «i diversi domini (economico, finanziario, politico, giuridico, tecnico-scientifico) competeranno tanto più duramente quanto più comune si farà la loro visione del mondo (che è quella del sistema globale)».
Tornando a Dan Brown: al di là della scientificità contenuta nei suoi romanzi, che come tali non hanno particolari oneri di dimostrazione anche quando pretendono di alludere a delle verità segrete o celate, il dato interessante è proprio questo: la sensibilità rabdomantica di questo scrittore di mettersi in sintonia con il sentimento comune del pubblico. Anche indulgendo su qualche luogo comune intonato a un anticattolicesimo di maniera.
Ma se non mancheranno nel libro i soliti strali contro la Chiesa, magari sulla scorta delle dure rampogne che il religiosissimo Dante vibrò contro papi felloni ed ecclesiastici corrotti, c’è da dire che come è sopravvissuta al Codice da Vinci la Chiesa resisterà anche a qualche frecciata che partirà dall’inferno di Dan Brown.
Piuttosto è interessante notare che Dan Brown ripropone un’immaginazione e una realtà (quella dell’inferno) che sembrava un residuo medievale fino a poco tempo fa e a cui solo la Chiesa non ha mai smesso di fare riferimento come dimensione reale e aggressiva del Male. Quello con la emme maiuscola. Ammonendo dunque ma anche ricordando quella promessa di Cristo al primo Papa: «Tu sei Pietro, e sopra questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa». Una promessa che lascia accesa la speranza, anche perché fatta da uno di cui ci si può fidare.