Flavio Pagano, 'Perdutamente': un romanzo per rompere il tabù dell'Alzheimer
La storia vera di una famiglia che si stringe attorno all'anziana capostipite colpita dal morbo di Alzheimer, malattia di cui il 21 settembre ricorre la XX Giornata mondiale istituita dall'Oms. Una surreale parabola del nostro tempo, per strappare ancora un sorriso alla vita da quel tunnel di solitudine, rabbia, disperazione.
Finalmente un libro originale sul grande rimosso delle nostre società avanzate. Il mondo dei vecchi, la malattia, la contiguità vita-morte. Flavio Pagano, scrittore e giornalista napoletano, l'affronta fuor di retorica in una saga familiare che sarebbe piaciuta ai De Filippo. Intrisa di amarezza e ironia, leggerezza e follia, com'è nel significato del musicale avverbio che dà il titolo al suo romanzo: Perdutamente.
In modo più o meno intenso, il mondo dei vecchi è una sorta di trasloco nel passato, il luogo della memoria. Ma cosa succede quando il morbo di Alzheimer - malattia neurodegenerativa che colpisce nel mondo circa 7,7 milioni di persone all'anno, 80 mila in Italia dove rappresenta per certi versi ancora un tabù - giunge a confondere i piani temporali, a sparigliare le categorie della logica e della coerenza, a cancellare le inibizioni, a precipitare la vita quotidiana di una famiglia sul crinale della follia?
La strada del rimosso porta tipicamente all'emarginazione. Il malato diviene un problema di "gestione". Contro il luogo comune secondo cui nella quarta età, come ha scritto Norberto Bobbio, la paura viene contrastata dalla solitudine e dal tedium vitae che fanno della morte una meta non da temere ma da desiderare, Flavio Pagano mette in scena una seconda possibilità: diventare caregivers estremi mobilitando l'intera famiglia, giorno e notte, sul set del bizzarro mondo parallelo creato dall'anziana madre.
Ribaltando il concetto schopenhaueriano del mondo come volontà e rappresentazione, Pagano apre le porte di casa alla rappresentazione del mondo. Le seccature quotidiane diventano occasioni, anzi illuminazioni per sopravvivere al senso della vita che viene meno. La verità sfuma nella metafora, il reale nel fantastico, l'istinto nella magia. La storia nel mito. "Tutte le storie sono vere" conclude l'autore al culmine del processo di decostruzione del reale: la vita è sogno, nient'altro che "n'affacciata 'e fenesta".
Le gag familiari si rincorrono in un vorticoso Camel Trophy napoletano. I cliché della città più bella del mondo esplodono come petardi dai vicoli del centro al Vomero, nel melting pot di voci e odori, gente pacifica e camorristi, impiegati dell'Asl e aristocratici decaduti, indigeni in canottiera e immigrati cingalesi e ucraini, Fate Cassonette, Reginelle e San Gennari posticci. Si ride speziato svisando in carrozzella tra gli ingorghi infiniti e i palazzi sventrati, fino all'incantesimo del golfo visto dall'alto. Napoli riluce di affetto e passione. Luogo paradigmatico, sopravvissuto al proprio tempo dove però, nonostante tutto, "il senso dell'umano sopravvive".
In tutta questa (apparente) leggerezza, Perdutamente costringe a riflettere sull'antica dicotomia malattia/salute, il mistero della mente che ci ha svelato fra gli altri il grande neurologo e scrittore Oliver Sacks in opere come L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello (1985) fino al recente Allucinazioni (2013). Bambini, poeti, innamorati, matti e malati, dice Pagano, condividono un approccio onirico alla realtà. Ma come Sacks ha mostrato in centinaia di casi clinici, il funzionamento del cervello umano induce a considerare il concetto di normalità in maniera piuttosto sfumata e parziale. Cos'è allora davvero la malattia, se spesso chiamiamo folle chi è soltanto ubriacato dalla vita?
Sull'onda di questi interrogativi, leggendo questo romanzo ci si commuove Perdutamente sulle corde degli affetti primari. Davanti al coraggio di accettare la vita com'è, con le ingiustizie e il grande paradosso della vecchiaia: il ribaltamento dei ruoli fra genitori e figli. Come è difficile riuscire a dirsi addio all'ultimo passo. Per fortuna l'amore materno e quello filiale sono i due totem che ci proteggono quando la "rabbia infinita ci sgorga dal cuore".
Flavio Pagano
Perdutamente
Giunti
240 pp., 12 euro