Graham Nash, 'Wild Tales - La mia vita rock'n'roll'
© Graham Nash
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Graham Nash, 'Wild Tales - La mia vita rock'n'roll'

L'autobiografia del fondatore degli Hollies è un travolgente racconto che abbraccia mezzo secolo di vita e musica, da una parte all'altra dell'oceano

Spirito libero, songwriter e attivista politico, due volte nella Rock and Roll Hall of Fame (con gli Hollies e i CSN) e due nella Songwriter's Hall of Fame, Graham Nash è un settantaduenne in gran forma. A suggellare i 40 anni della leggendaria tournée che nel 1974 segnò la prima reunion di Crosby, Stills, Nash & Young sono appena usciti un cofanetto live magistralmente rimasterizzato e la prima, sontuosa autobiografia del fondatore degli Hollies: Wild Tales - La mia vita rock'n'roll .

Davvero Wild Tales inizia come una fiaba. Fine anni Sessanta: un ragazzo vola da Londra sulle Hollywood Hills con una melodia in testa, e quella stessa sera gli capita di ascoltare il futuro. L'istante magico e perfetto in cui tre voci scoprono di avere, insieme, una straordinaria, spontanea compattezza. Una è la sua. Le altre sono quelle di David Crosby e Stephen Stills, rispettivamente ex Byrds ed ex Buffalo Springfield in cerca di nuove vibrazioni. Quando l'intero supera la somma delle parti. "Chi sarà di noi due a sequestrarlo?" chiede Stills al compagno. Comincia così la seconda vita americana di Graham Nash da Blackpool, Inghilterra.

Coprotagonista della fiaba è la mentore che insieme a David Crosby "iniziò" Graham Nash ai ritmi hippie della California: Joni Mitchell. Un bellissimo scatto in bianco e nero la ritrae nel libro come una dolce sciamana rapita dalla musica. Nash la fotografò un giorno del 1969, dalla fessura dello schienale di una sedia nella casa che dividevano a Laurel Canyon. Dio quanto era bella, ricorda. Fu amore a prima vista. A quel tempo Roberta Joan Anderson era tutto, ma soprattutto un genio.

Sceso dal palco, a Nash piace imbracciare una macchina fotografica e diventare invisibile. Wild Tales è disseminato di splendidi scatti in bianco e nero che testimoniano la vastità e varietà delle sue amicizie e collaborazioni negli anni. Ma quel ritratto di Joni cattura il simbolo di un'epoca irripetibile. Libera, felice, creativa, vissuta sulla stessa onda emotiva e psichica da un'intera generazione. Come una favola "senza freni", appunto, con la musica al centro. Due ragazzi fulminati d'amore, due carriere in sboccio, una chitarra e un pianoforte, un camino e un vaso di fiori, "tu accendi il fuoco e io preparo la cena", il futuro come una terra promessa.

Gioie e dolori di quell'estasi rock sono narrati in Wild Tales senza compromessi politically correct, dando risalto a esperienze formative come quelle con l'erba e gli acidi. Preparatevi, Graham Nash vanta una memoria formidabile e un invidiabile sense of humour. Ma si dimostra anche dotato di sensibilità introspettiva facendo luce sulle personalità complesse dei compagni d'avventura: David Crosby (irriverente, geniale, edonista ai massimi livelli, ci piacevano la stessa musica e lo stesso tipo di donne...), Stephen Stills (sfrontato, egotistico, provocatorio, volubile, talentuoso, pazzo...), Neil Young (ha un cuore grande dotato di due rubinetti: quello caldo e quello freddo. Il problema è che non sai mai da quale attingerà...).

Qualcuno negli anni passati lo ha descritto come il Ringo Starr del supergruppo CSNY. Niente di più fuorviante. Graham Nash ha sempre svolto dietro le quinte un lavoro fondamentale di amalgama, vocale e umano, nel trio e nel quartetto. Ed è lui l'instancabile animatore di cause sociali, umanitarie e ambientaliste come lo storico No Nukes, concerto benefico del 1979, organizzato insieme a Jackson Browne. Fotografo, storico della fotografia e pittore su vetro, ora anche brillante biografo di se stesso, Graham Nash è un'artista intelligente e poliedrico.

Ma il vero segreto del Simple Man, il suo manifesto esistenziale contenuto nell'omonima canzone del 1971, è la mite normalità, la sincerità senza compromessi, l'amore per il creato e un approccio alla vita aperto e diretto, nel bene e nel male. "Nascondo la mia erba nella stanza d'albergo, prendo la macchina fotografica e mi metto a camminare". Sono passati così tanti anni, follemente in fretta. E voglio ancora imparare tutto quello che posso. Graham Nash sprigiona un soffio di vita contagioso. Salgo sul palco e ho di nuovo venticinque anni, salto come un ragazzino. Udire la propria voce nelle voci degli altri è una droga che dà dipendenza.

Chiunque ha avuto la fortuna di vederlo cantare non può dimenticare soprattutto il suo sorriso. È ancora oggi lo stesso sorriso dell'elfo che si abbevera alla magica fonte dei suoni quando incontra lo sguardo di Croz, orco benevolo con voce di sirena. Nei suoi baffoni si tuffa ancora una volta la melodia di Nash, ispirata dalla stessa formula alchemica. Che sembra dire, per favore fermate il tempo. Ancora una canzone, Just a Song before I Go.

Graham Nash
Wild Tales - La mia vita Rock'n'Roll
Arcana
380 pp., 22 euro

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Michele Lauro