Lago Maggiore, Velasco Vitali in mostra: ecco la Madre di tutte le città fantasma
I luoghi abbandonati dall'uomo rivivono nelle sculture dell'artista milanese. Un inno alla natura incontaminata
"Se per caso si hanno un cuore e una camicia, bisogna vendere la camicia per vedere i dintorni del Lago Maggiore" scriveva in una lettera Stendhal, entusiasta per la bellezza del Verbano e delle Isole Borromee, che definiva "divine", grazie alla particolare dolcezza di clima, natura e architettura. Natura che si può ammirare in tutto il suo splendore sull’Isola Madre, un giardino botanico scelto dal milanese Velasco Vitali per la sua mostra Foresta rossa, dedicata alla ricerca visionaria che l’artista sta svolgendo da anni sul tema delle città abbandonate: luoghi realmente esistiti ma che poi l’uomo ha dimenticato, come le sculture di cani randagi che popolano l’isola e che portano i nomi di questi progetti urbani cancellati dalla memoria umana, ma non dalla storia. "Città morte per l’uomo eppure sopravvissute, come rovine popolate da vita nuova, vegetale e animale» dice Vitali, che ha scelto l’Isola Madre come «perfetto luogo astratto, così perfetto che non viene abitato, una vera e propria cattedrale della natura".
Per ora l’artista ha censito 416 di queste città fantasma in tutto il mondo, e una trentina le ha trasferite su tela, dando vita a un’esposizione pittorica parallela in corso alla Triennale di Milano. Ma che cosa hanno in comune Pompei, Cernobyl e Suakin, il principale porto del Sudan, abbandonato nel 1922, con la lussureggiante isola del Lago Maggiore? "Ognuno di questi luoghi ha una duplice carica di tristezza e bellezza, di abbandono e vitalità. Io non voglio raccontare la tragedia, ma la grande forza che ogni città sprigiona. E per farlo serviva un luogo incontaminato e neutro, un monumento all’assenza dell’uomo". Fortunatamente i comuni mortali possono visitare questo paradiso terrestre fino al 20 ottobre, quando i cancelli chiuderanno per la stagione invernale.