Maya: 10 cose da sapere
(Standard Times/Peter Pereira)
Lifestyle

Maya: 10 cose da sapere

Dal cacao alle modificazioni del corpo, passando per l’astronomia e la matematica: la cultura Maya ha lasciato qualcosa di più di una profezia sulla fine del mondo

Siamo agli sgoccioli, non manca molto al 21 dicembre, la data più attesa del 2012. Secondo le previsioni degli antichi Maya, quel giorno accadrà qualcosa, anche se non è chiaro cosa. C’è chi immagina scenari apocalittici e chi invece si fa paladino dello scetticismo più impegnato.

E intanto, in tutto questo, i Maya stanno sulla bocca di tutti, proprio per questa faccenda dell’apocalittica profezia. Ma davvero si conosce questa antica civiltà? Ecco allora dieci cose da sapere, una sorta di corso accelerato in storia e cultura Maya:

- Le origini della civiltà Maya risalgono intorno al 2000 a.C, nell’area meridionale del Messico. In tre periodi si suddivide la loro storia: il Periodo Preclassico, dal 2000 a.C al 317 d.C.; il Periodo Classico, dal 317 al 987 d.C.; il Periodo Postclassico, dal 987 a oggi. I veri Maya, infatti, esistono ancora. Ce ne sono più di 7 milioni, e molti sono riusciti a mantenere buona parte del antico patrimonio culturale, nonostante le difficili condizioni di povertà in cui vive la maggior parte di loro.

- È sbagliato parlare di impero Maya. Si trattava piuttosto di una raccolta di “città-stato” che si estendevano attraverso Messico, Guatemale, Belize settentrionale e porzioni di Honduras ed El Salvador. Nel periodo più florido si potevano contare circa 40 città, con una popolazione che potrebbe aver raggiunto i 2 milioni di persone.

- I Maya hanno lasciato l’unica lingua scritta conosciuta nell’ambito delle civiltà mesoamericane. Risalente intorno al 300 a.C., la loro scrittura risulta molto originale, grazie al particolare stile calligrafico e la complessità pittorica dei glifi di cui è composta (800 distinti geroglifici).

- Ciò che conosciamo della civiltà Maya lo dobbiamo soprattutto alle pagine di libri fatti con stoffa di corteccia, chiamati Codici. Nel XVI Secolo, i missionari francescani guidati dal frate spagnolo Diego de Landa, ne bruciarono almeno 40, rischiando di cancellare ogni testimonianza. Ne sono rimasti solamente quattro.

- È noto il fatto che i Maya fossero degli ottimi astronomi. Il Codice di Dresda, uno dei quattro testi rimasti, comprende precise tavole astronomiche di Venere e Marte, oltre a studi e previsioni su eclissi, maree e il moto dei pianeti. Famoso è il particolare sistema matematico a base vigesimale che utilizzavano, che comprendeva anche l’uso dello zero.

- I Maya usavano modificare il proprio aspetto fisico. Le madri di alto rango, per esempio, rendevano strabici i propri bambini, appendendo una palla di fronte al loro naso, in onore di Kinich Ahau, il dio del sole dagli occhi storti. Oppure stringevano le teste dei neonati con delle cinghie per favorirne l’appiattimento, tratto distintivo dell’elevato status. Infine, i denti dei guerrieri venivano limati per donar loro un aspetto più feroce.

- Erano ottimi astronomi e matematici, ma soprattutto dei grandi “maitre chocolatier” ante litteram. I Maya sono stati i primi a consumare cacao, il quale, tostato e mischiato al peperoncino, si trasformava in una fresca bevanda piccante al cioccolato. Il cacao era considerato un dono sacro degli dei, e aveva anche il suo dio dedicato, Ek Chuah, protettore dei mercanti e del commercio. Questo perché i chicchi di cacao erano utilizzati anche come moneta di scambio.

- Il popolo Maya usava comunemente droghe allucinogene nei loro rituali religiosi e anche come antidolorifici. Nella lista troviamo peyote, semi di Ipomea Violacea (o “Morning Glory”), funghi tossici, tabacco e distillati di piante con miele.

- In molti rituali per ingraziarsi gli dei, usavano offrire il sangue, ottenuto dalla foratura di lingue, lobi, genitali e altre parti del corpo. Sacrificavano animali (per lo più giaguari), ma anche esseri umani, soprattutto prigionieri di guerra.  

- La fine del mondo profetizzata dai Maya, in realtà, non sarebbe altro che il risultato di calcoli fatti sulla base del loro complesso conteggio del tempo. Il 21 dicembre 2012 non è l’apocalisse, ma il punto in cui finisce un’era e ne inizia un altra, secondo il loro sistema di calendari basato su più cicli di diversa durata.

I più letti

avatar-icon

Andrea Bressa