Il più grande artista del mondo dopo Adolf Hitler
Preparatevi a incontrare Max Fontana e a rivedere le vostre concezioni rispetto all'arte classica e moderna. Ma anche nei confronti del Doctor House e di Tom Cruise
Tra il surreale e il cinico, con un’ironia di fondo che travolge: è Il più grande artista del mondo dopo Adolf Hitler, il nuovo libro di Massimiliano Parente per Mondadori.
E’ l’autobiografia, raccontata in diretta, di Max Fontana, il cui nome è un incrocio tra Lucio Fontana e il titolo dell’orinatoio di Duchamp. Tra alti e bassi, parti che cercano e riescono a indignare, considerazioni sulla banalità dell’uomo, atteggiamenti talmente eccessivi che diventano esilaranti, si sviluppa la storia di Max: “Io rappresento la superficialità dell’umanità, e chi mi dà del superficiale è molto più superficiale di me perché io, in fondo, sono la forma della coscienza della superficialità dell’umanità”. Ma Hitler cosa c’entra in tutto ciò? Max lo tratta come un personaggio famoso al pari di Michael Jackson e l’ossessione per la svastica la intende da un punto di vista estetico e provocatorio. “Se dici che la svastica è bella succede un casino. Se dici che i campi di concentramento sono belli non ne parliamo. E cos’altro deve fare un artista se non far succedere un casino? E allora: Heil Hitler”.
Dissacrante, ironico e tragico: Max Fontana è dunque il più grande artista del mondo dopo Adolf Hitler o è solo un fallito che si trovava nel posto giusto al momento giusto?
“Max Fontana è un perdente che proprio il giorno in cui decide di suicidarsi, per caso, si masturba sull’Origine del mondo di Courbet. E diventa un artista. Nel momento in cui si trova ad avere successo riesce a scandalizzare a ogni sua creazione e a trasformare ogni suo gesto, anche il più estremo, in un opera d'arte. E' un moderno Don Chisciotte, più pop di Andy Warhol, più dissacrante di Duchamp”, racconta lo scrittore Massimiliano Parente.
Come pensa verrà accolto il suo romanzo?
“Per ora ricevo ogni giorno decine di lettere entusiaste. Max Fontana ha un potere liberatorio. I lettori si divertono di Max quanto mi sono divertito io a scriverne l'autobiografia. Inoltre molte sue opere fanno davvero pensare, come il Bottone dell'Odio che, scherzando, spiega un sottile meccanismo che può portare l'uomo a compiere l'Olocausto.
E' anche un romanzo a doppia lettura ideologica: a destra, dove sono conservatori, lo prendono come una presa per i fondelli dei critici d'arte contemporanea, a sinistra come un elogio. L'unica cosa che ingombra è Hitler, ma Max Fontana distingue solo le persone in famose e non famose, e Hitler non è forse il più famoso di tutti?
Si sente uguale al protagonista del libro?
“Sì, forse come Flaubert disse di Madame Bovary c'est moi, potrei dire Max Fontana c'est moi. Anch’io non capisco come si considerino geni gente che ha dipinto per duemila anni Madonne con Bambino e, come Max Fontana, scartavetrerei Giotto e Cimabue”.
Questo libro vi farà vedere l’arte sotto una luce diversa, non solo: sullo sfondo si muoveranno da protagoniste le serie Tv come Doctor House, Dexter, il tenente Colombo ma anche Casa Vinello. E attori del calibro di Tom Cruise.
Cosa c’entra tutto ciò con Max Fontana? Difficile spiegarvelo: lo capirete strada facendo.
La cosa certa è che Max Fontana vi entrerà nella pelle e s’insinuerà nella vostra mente. Lo amerete e lo odierete. Ma, alla fine, vi resterà lo voglia di poterlo incontrare almeno una volta.
Tre i motivi per leggere questo libro:
1. Riderete
2: Vi indignerete
3. Continuerete a pensarci.