Petra Conti, l'Anna Magnani della danza
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Petra Conti, l'Anna Magnani della danza

Lei ed Eris Nezha sono i nuovi primi ballerini  della Scala. Ora al primo banco di prova nell'imminente tournée brasiliana

La drammaticità di Anna Magnani e il fascino dei film in bianco e nero, ovattati. Quei lungometraggi ormai quasi irreali, ma proprio per questo ancora più empatici. Possibile che a ispirarsi ad essi sia un ballerina classica, che più classica non si può? Sì, possibile. Lei è Petra Conti, 24 anni, neo prima ballerina del teatro Milanese Alla Scala in partenza per la tournée brasiliana (dal 7 al 22 luglio). In programma un gran galà di stelle scaligere e Giselle, il balletto romantico per eccellenza, che la vedrà in scena con Eris Nezha, 30 anni, che oltre al palcoscenico condivide con lei la fresca nomina a primo ballerino del teatro milanese.

Una nuova coppia di stelle? “Lavoriamo molto insieme, ci capiamo. Ci troviamo anche oltre l’orario di lavoro per discutere non soltanto della tecnica, ma anche dei personaggi. Della loro interazione e della loro emotività”, racconta Petra Conti. Quello che distingue i due giovani ballerini è infatti la carica recitativa che amano mettere nelle loro interpretazioni. “Per prepararmi a Giselle ho guardato i filmati di Galina Ulanova, Carla Fracci, Alessandra Ferri, ma alla fine quello che emergerà sarà la mia emotività, il mio modo di intendere Giselle”.

Giselle, balletto del 1841 su coreografie di Marius Petipa e musiche di Adolphe Adam, narra la storia di una giovane contadina che impazzisce e muore dopo aver scoperto che il suo innamorato Albrecht è in realtà un nobile principe che non avrebbe mai potuto sposarla (primo atto). Lui pentito (secondo atto) si recherà di notte alla sua tomba, ma verrà catturato dalle "villi", gli spettri delle giovani morte prima del matrimonio che obbligano i viandanti a ballare sino a morire di fatica. Sarà Giselle a salvare il suo Albrecht, sostenendolo e danzando con lui sino all’alba.
"Il pubblico è sempre molto coinvolto dalla storia di Giselle e il nostro compito di ballerini è restituire tutta la carica di amore, dolore, dramma, perdono e redenzione dei personaggi” continua Nezha. "Siamo di fronte a un balletto eterno, che racconta di sentimenti eterni. E per questo ancora attuale".

Anche la storia di Eris Nezha e Petra Conti, per altro appena insigniti del premio Danza&Danza come migliori interpreti della scorsa stagione, è una storia di dedizione e passione. Due ballerini tenaci. Lui, approdato alla danza “per caso” trascinato dallo zio che lavorava in una scuola di danza a Tirana. Lei, cresciuta all’Accademia di Roma, debutta infine alla Scala nel 2009 proprio con Giselle. "La mia carriera è decollata proprio a Milano" racconta Petra Conti "nel 2007 mi sono perfezionata alTeatro Mariinskij di San Pietroburgo, quindi sono entrata a far parte del Bavarian State Ballet di Monaco di Baviera. È stato questo un anno diffcile: mi sono infortunata, non ho ballato. Credevo di non farcela. E invece ho insistito”.
Insistere, lottare. Parole che Eris e Petra hanno scritte nel dna. "Quando feci la prima audizione nel 1997 per entrare alla scuola della Scala mi respinsero. Ma ritentai l’anno dopo. Questa volta con successo". Il resto è storia. Sudore e fatica e passione. Sino alla nomina a primi ballerini.

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Antonella Bersani

Amo la buona cucina, l’amore, il mirto, la danza, Milan Kundera, Pirandello e Calvino. Attendo un nuovo rinascimento italiano e intanto leggo, viaggio e scrivo: per Panorama, per Style e la Gazzetta dello Sport. Qui ho curato una rubrica dedicata al risparmio. E se si può scrivere sulla "rosea" senza sapere nulla di calcio a zona, tennis o Formula 1, allora – mi dico – tutto si può fare. Non è un caso allora se la mia rubrica su Panorama.it si ispira proprio al "voler fare", convinta che l’agire debba sempre venire prima del dire. Siamo in tanti in Italia a pensarla così: uomini, imprenditori, artisti e lavoratori. Al suo interno parlo di economia e imprese. Di storie pronte a ricordarci che, tra una pizza e un mandolino, un poeta un santo e un navigatore e i soliti luoghi comuni, restiamo comunque il secondo Paese manifatturiero d’Europa (Sì, ovvio, dietro alla Germania). Foto di Paolo Liaci

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