Prometeo: nel nuovo numero la ricostruzione storica del concetto di genoma
Genetica ma non solo: Adriano Prosperi ripropone la figura di Martin Lutero attraverso la rilettura di Thomas Mann
È arrivato in edicola Prometeo, il trimestrale di scienze e storia diretto da Valerio Castronovo.
Il nuovo numero offre uno straordinario contributo sulla genetica grazie agli interventi di Antonio Lazcano, Fabrizio Rufo, Andrei Travers e Piero Benedetti, coordinati da Ernesto Di Mauro. Con un discorso che spazia dalla ricostruzione storica sullo stesso concetto di genoma ad alcuni elementi della ricerca su DNA e RNA, gli autori compongono una polifonia che procede dalla scienza in senso stretto e approda al senso della vita fisica, o comunque dell’evoluzione biologica.
A rafforzare ulteriormente l’offerta di riflessione scientifica su Prometeo di settembre interviene anche Paolo Maria Mariano con una focalizzazione sulla meccanica: dalla pallina che rotola alle onde gravitazionali, tre secoli di storia hanno cercato di catturare un concetto tanto evidente quanto, in fondo, sfuggente.
Molto denso il repertorio storico. Adriano Prosperi ripropone la figura di Martin Lutero attraverso la rilettura che ne aveva fatto Thomas Mann, mentre entrambi di fatto compongono a mosaico le due polarità della kultur tedesca. Una ricorrenza – i cento anni della Dichiarazione Balfour – consente a Claudio Vercelli di ricostruire i diversi passaggi che avrebbero poi portato alla costituzione dello Stato di Israele. Ma l’anniversario più rilevante è costituito dai 100 anni che ci separano dalla Rivoluzione d’Ottobre: ne fa un bilancio Donatella Sasso, che ripercorre alcune tappe del potere bolscevico.
Ricca anche la sezione delle rubriche. Mentre Francesca Schaal ci racconta Jheronimus Bosch e Gian-Luca Baldi l’ultimo anno di vita di Mozart (il 1791), Giovanna Flamini compie una ricognizione sulla postura eretta, una caratteristica umana molto meno scontata di quanto si creda e comunque un autentico capolavoro ingegneristico naturale. E se Nunzio La Fauci ci conduce in un’intricata selva lessico-sintattica sulla parola “mano”, Alessandro Curioni fa il punto sulla cosiddetta Internet of Things e sui rischi non percepiti dello sviluppo tecnologico. Infine, Marta Melina, non senza qualche garbata ironia, riflette sull’attuale “karma degli occidentali”: una rilettura del successo delle spiritualità alternative sullo sfondo di una lettura critica delle mode new age.
L’iconografico del numero, curato da Pepa Sparti, è dedicato a Vasilij Kandinskij e offre ai lettori la riproduzione a tutta pagina di ben dieci tavole.