Sebastiano Mauri: l'outing è un romanzo
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Sebastiano Mauri: l'outing è un romanzo

"Ci sono voluti sette anni per scrivere questo libro, ma i miei genitori sapevano che ero gay già da tempo"

Alla presentazione del suo libro, in un cortile di via Vigevano a Milano, c’era tutta la città che conta, dai socialite più internazionali (suoi amici d’infanzia) agli editor più accreditati (anche quelli di case editrici concorrenti). Lo scrittore Sebastiano Mauri, figlio del presidente delle Messaggerie italiane Achille Mauri, presentava al pubblico Goditi il problema , pubblicato con la Rcs, romanzo all’apparenza scanzonato e leggero che in realtà racconta un outing, la scoperta di essere gay in un ambiente dove le aspettative delle famiglie e degli amici sono alte ed è difficile mostrarsi per quello che si è.

La storia di Martino, il protagonista, è la sua?
"Sì, ci sono voluti sette anni per scriverla ma ce l’ho fatta".

Che cosa hanno detto i suoi genitori?
"Sapevano che ero gay già da tempo, sono molto aperti e liberal, io sono il risultato della loro educazione. A volte è un boomerang. Temevo più il giudizio di mio padre per come l’avevo descritto, non per la storia in sé".

La critica che le ha dato più fastidio?
"Una delle persone a cui mi ero ispirato si è riconosciuta e mi ha detto: avrai successo ma io non ti parlerò mai più".

Perché ha fatto outing?
"Ho imparato sulla mia pelle quello che dice Alain De Bouton: che la maggior parte delle persone vive e cresce per mantenere le promesse fatte al compagno di banco, quindi avere, a trent’anni, una macchina potente o una donna che guardano tutti quando entri in un ristorante. Io volevo essere me stesso e basta. Credo di esserci riuscito perché ho vissuto 15 anni a New York, lontano da tutti".

Dopo l’uscita del libro cosa non si aspettava?
"Che amici, ma anche amici di amici, mi facessero complimenti per una scena in particolare, quella dove parlo della misura del mio pene. Forse sono stato un po’ incosciente".

Scrivere è stato terapeutico?
"Tanto. Non ti preoccuperesti di quanto gli altri si preoccupano di te, se sapessi quanto poco lo fanno, diceva Olin Miller. Vorrei che un giovane gay leggesse il mio libro".

È innamorato?
"Sono innamorato, ma single".

So che non è vero, so che ha un fidanzato famoso. Glielo dico ma mi spiega che preferisce non parlarne. E proverà a difendere la loro privacy finché possibile. Ché dichiararlo potrebbe voler dire perderlo. Forse i tempi non sono poi così maturi per fare outing.

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Annalia Venezia

Portatrice sana di occhiali, giornalista prestata alle ore piccole (o nottambula prestata al giornalismo?), da sei anni curo la rubrica Periscopio di Panorama. Dopo ogni festa, prima di addormentarmi, ripeto come un mantra la frase di Nietzsche «se scruterai a lungo nell’abisso, anche l'abisso scruterà dentro di te» e ogni volta mi chiedo come abbia fatto a scriverla senza essere mai stato a un party della fashion week.

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