"Semplice", l'amicizia al maschile nel romanzo di Giorgio Terruzzi
Una storia sul rugby e sulla costruzione di un legame indissolubile
Mario: "Vi siete mai chiesti perché avete scelto il rugby?. Io sì". Alex: "Perché è una figata pazzesca?". Mario: "Perché mi fa sentire utile". Angelo: "Lo stesso per me. E poi mi diverto da matti". (...) Alex: "Basta spiegare la regola base: passare indietro per dare un vantaggio all'avversario. è una rivoluzione". Tommaso: "Diciamo la verità: è un gioco di sinistra". Luciano: "Sempre pensato". Diego: "Un sacco di fascisti giocano a rugby". Luciano: "Ma è vero, è un gioco di sinistra. Anzi, è un gioco cattolico di sinistra". Alex: "Diego, se ci pensi tutto quadra. Aspettare chi resta indietro, faticare per gli altri, ottenere un vantaggio da un sacrificio del tuo compagno...". Angelo: "Non è detto che vada così. Volersi bene e fare le cose insieme, la figata sta lì".
Così descrive il rugby Giorgio Terruzzi nel suo romanzo, Semplice, appena uscito per Rizzoli. E così descrive anche un modo di vivere e definire l'amicizia al maschile. Che nelle sue pagine si intreccia al gioco del rugby, lo sport che praticano sei ragazzi adolescenti milanesi e che li lega in un'amicizia indissolubile. Sono loro i protagonisti di questa storia, apparentemente molto semplice, come il gioco e l'amicizia, ma in realtà capace di un'intensità che fa attorcigliare lo stomaco.
Di sei ragazzi restano in cinque. Un incidente durante un'immersione subacquea, passione del rugbista più forte della squadra, che aveva appena vinto il campionato italiano e si stava allenando per giocare con la nazionale. E il lettore è lì, dentro la scena, con un mal di stomaco disperato. Un lutto tragico, una perdita incolmabile che disorienta il gruppo di amici. Si perdono. Per lungo tempo, fino a ritrovarsi da adulti, ancora intrisi di quella malinconia, che non passa mai, per la perdita di Alex. E riscoprire che l'amicizia non scompare mai, li tiene insieme, saldi come ai tempi degli allenamenti, per qualcuno tornati a galla grazie a un figlio, buttato in campo e ora alle prese con la scoperta di quel mondo. Forte, rivoluzionario, forse cattolico e di sinistra, ma di sicuro in tutto simile a quel sentimento che fa dire, agli amici, che la "figata è volersi bene e fare le cose insieme".
Giorgio Terruzzi, Semplice, Rizzoli, 270 pagine, 18 euro.