Dad atto terzo: perché evitarla e (in caso) come affrontarla
Consigli a studenti e docenti su come ritrovarsi compagni di viaggio solidali. Anche attaccati alle macchine.
Qualora ci fosse la quarta ondata di Covid, ci sarebbe in cantiere la Dad anche per il prossimo anno scolastico. In tal caso, il primo consiglio ai governanti è: fate di tutto per evitarla.
I dati Invalsi delle ultime ore certificano che, in quest'anno abbondante, la Dad ha compromesso il livello di competenze dei nostri studenti. Non serviva questo tipo di rilevazione per constatare l'ovvio, cioè la crisi del nostro sistema di istruzione, così come non c'era da attendere i parametri Invalsi per capire, una volta di più, che la Dad è un ruotino di scorta da utilizzare in mancanza d'altro, non certo una valida alternativa alla lezione fatta a regola d'arte, come si deve, tutti in aula.
Non cadiamo in semplificazioni di cui la scuola non ha bisogno, come ad esempio l'obiezione per cui non è che in aula andasse tutto bene prima della Dad. Certo che è così, ma adesso c'è da scongiurare una pericolosa normalizzazione della scuola che si può fare anche in Dad, per cui serve essere compatti su questo fronte, come poi servirà esserlo per ridare dignità all'ora di lezione, al mestiere del docente, così come a quello dello studente.
È bene ribadirlo, e forse servirà anche il conteggio Invalsi – una delle poche voci a cui sono sensibili ministeri e prime pagine – per comprendere che è impensabile progettare il nuovo anno scolastico prendendo in considerazione un possibile nuovo periodo Dad. Sarebbe l'atto terzo e probabilmente l'epilogo per una generazione di studenti e forse per un sistema scolastico che non stava per niente bene anche ben prima del Covid.
Se a settembre si imboccasse nuovamente un senso unico che portasse alla Dad, sarebbe davvero complesso dispensare nuovamente consigli e buone pratiche per studenti e docenti ormai assuefatti a un modo di interagire fittizio, utile per i pochi comunque sempre al passo, ma deleterio o nullo per molti e devastante psicologicamente per tutti.
I docenti dovrebbero affrontare un nuovo anno a singhiozzo rinunciando a ricucire con pazienza, in aula, i buchi di quest'anno e mezzo, dovendo giocare ancora in difesa in special modo nel primo ciclo, o alle superiori in quelle discipline che necessitano di esercizio quotidiano come matematica, latino, fisica, greco e la scrittura in generale.
Che fare quindi, se Dad sarà? È fondamentale evitare di sentirsi nemici, lottando nei collegi docenti sul minutaggio delle ore di lezione e in aula sulle valutazioni, dedicando più tempo a preparare prove di verifica anti-copiatura rispetto al tempo per la preparazione di una lezione efficace.
Ancora, non bisognerà rinunciare mai a fare esercizio insieme, anche a distanza, su testi ridotti come una frasetta anziché una versione intera, sollecitando tutti, se possibile, e anche in questo caso senza lotte sfibranti su camere accese e inquadrature sfuocate.
Non è lassismo, ma in mezzo a un naufragio serve aiutarsi, fidarsi e dedicare le proprie migliori energie a ciò che conta davvero, per cui ad esempio a una lezione ben fatta che possa servire a tutti, che possa dare anche serenità, un sorriso, la consapevolezza di collegarsi con una persona che ascolti anziché procedere come un rullo compressore. Poi si recupererà in altro modo la pecorella smarrita o un argomento non svolto.
Svolgere tanto esercizio fine a se stesso, ripetere nuovamente un concetto prezioso, senza perdersi nella burocrazia del numero minimo di valutazioni, di registrini, voti a distanza e in presenza e così via. L'invito è quello di mettere a fuoco ciò che conta, e ciò che conta è fare scuola insieme, cioè insegnare-imparare-sentirsi persone tra persone.
Lato studenti, l'invito è di non essere miopi e sentirsi ancora una volta al sicuro per la promozione, ma rinnovare quotidianamente il proprio impegno di essere studenti, vale a dire essere persone che nella vita devono-scelgono di studiare come principale attività della loro giornata. Gli studenti in Dad possono sforzarsi nel mantenere vive alcune pratiche utilissime sempre, come il diario compilato che aiuti ad avere quella visione d'insieme che i vari «Classroom» non garantiscono, anzi limitano.
Un piccolo sforzo (una competenza, direbbero i sacri testi della scuola del terzo millennio) che sa di antico ma che resta decisivo per imparare a gestire la complessità. Non sarà facile far fronte a una nuova chiusura dei portoni delle scuole in favore della Dad, ma se accadrà, dovremo impegnarci affinchè le cose possano andare meglio, e non peggio.
Non bisogna abituarsi al fatto che non possa che andare come sembra che debba andare, perché la Dad sarà capillare, in ogni computer, in ogni aula, e dipenderà dall'impegno di ognuno, da ogni gruppo classe che potrà – o meno – dare vita a una «social catena» leopardiana. Per ritrovarsi compagni di viaggio solidali e provare a rendere il presente un momento di crescita e lotta per il bene, anche in condizioni terribili, anche attaccati alle macchine.
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