Daniel Day-Lewis, il formidabile attore si ritira (ancora) dal cinema
3 Oscar vinti, come nessuno mai. Talento cristallino, carattere schivo, ecco la carriera di un artista grandissimo. Che già si ritirò per fare il calzolaio
A soli 60 anni Daniel Day-Lewis, il più grande attore vivente (usando una definizione del Time), "va in pensione".
Il divo britannico, l'unico ad aver vinto per tre volte il premio Oscar come migliore attore protagonista, smette di recitare. Lo fa sapere con poche stringate parole e zero motivazioni tramite la sua agente Leslee Dart: "Daniel Day-Lewis non lavorerà più come attore, è immensamente grato a tutti i suoi collaboratori e al pubblico di questi anni".
Daniel Day-Lewis raggiunge la schiera di grandi del cinema che scelgono un'azione così comune tra noi comuni mortali ma tanto eclatante tra le star: il pensionamento. Come lui già si sono espressi Steven Soderbergh (tra l'altro giovincello, soli 54 anni), Ken Loach e Clint Eastwood. E, come capita così frequentemente nello showbusiness, poco dopo l'annuncio li abbiamo rivisti tornare sui set. L'irresistibile attrazione del cinema. Un'attrazione irresistibile che portò invece Manoel de Oliveira a girare film fino all'ultimo istante di vita, fino a 106 anni!
Da quel che si può dedurre dal comportamento riservato e appartato di Daniel Day-Lewis, però, la sensazione è che lui sarà di parola. Bye bye Daniel.
L'ultimo film di Daniel Day-Lewis
L'ultimo film di Daniel Day-Lewis sarà Phantom Thread di Paul Thomas Anderson, di cui sono in corso le riprese, che l'attore porterà alla fine.
Dramma ambientato nel mondo della moda della Londra anni '50, negli Stati Uniti uscirà a dicembre.
I 3 film con cui ha vinto i 3 Oscar
Al cospetto di Anderson, Day-Lewis aveva già lavorato ne Il petroliere, che gli regalò il suo secondo Oscar, nel 2008. Gli altri due Academy Awards li ha conquistati nel 1990 con Il mio piede sinistrodi Jim Sheridan e nel 2013 per Lincoln di Steven Spielberg.
L'attore stato stato candidato all'Oscar anche per Nel nome del padre di Sheridan nel 1993 e per Gangs of New York di Martin Scorsese nel 2002.
Un attore schivo, scrupoloso e raffinato
Tra gli altri suoi film L'insostenibile leggerezza dell'essere (1988), L'ultimo dei mohicani (1992), L'età dell'innocenza (1993), The boxer (1997), La storia di Jack & Rose (2005), Nine (1999). Sul set de La seduzione del male (1996) ha conosciuto la sua attuale moglie, l'attrice e regista Rebecca Miller.
Attore schivo, elegante e raffinato, Daniel Day-Lewis ha sempre preferito scegliere con cura le sue parti. Non ha collezionato film e partecipazioni in maniera bulimica, ha sempre centellinato. Basti pensare che è dal 2012, dalla sua composita e sensibile rappresentazione di Abraham Lincoln, che non lo vediamo più sul grande schermo.
Perfezionista, ha sempre dedicato una preparazione minuziosa dei suoi ruoli: per prepararsi per Lincoln trascorse mesi a fare ricerche sulla vita politica e personale del presidente degli Stati Uniti. Per di più, per entrare nel personaggio, scrisse lettere nel vernacolo del XIX secolo a Sally Field, l'attrice che avrebbe interpretato sua moglie Mary Todd Lincoln sullo schermo.
Il precedente ritiro come calzolaio
Daniel Day-Lewis non è nuovo a ritiri dalle scene. Alla fine degli anni '90 si allontanò dal cinema per venire a lavorare in Italia come apprendista calzolaio! Si trasferì a Firenze, trovò casa a piazza Santo Spirito e si mise a imparare il mesteriere presso un calzolaio di scarpe per vip.
Fu Martin Scorsese a togliergli raspe e punzoni dalle mani per portarlo sul set di Gangs of New York e farlo calare nei panni di Bill il Macellaio, con quell'intensità a fior di pelle che gli è così naturale.
Anche recentemente, dopo la vittoria dell'Oscar per Lincoln, si è preso un periodo sabbatico nella sua fattoria in Irlanda.