David Gilmour e Polly Samson: parole, musica e una vita insieme
Ecco che cosa ci hanno raccontato il chitarrista dei Pink Floyd e sua moglie, scrittrice, autrice dei testi delle canzoni di "Rattle that lock". E non solo...
Ci sono sodalizi artistici che raggiungono vette estreme di bellezza. Ma se si tratta di coppie unite anche nella vita, si raggiunge la perfezione. È il caso di David Gilmour e Polly Samson, marito e moglie, nonché rispettivamente musicista e paroliere.
Chitarra e voce dei Pink Floyd e autore di diversi dischi da solista, Gilmour ha la capacità di rilasciare un suono unico, irripetibile, dalle corde del suo strumento. Giornalista e scrittrice, con The Kindness, un nuovo romanzo, in uscita, Samson ha il dono di dare le parole esatte alle tracce musicali. L'ultimo loro lavoro è l'album Rattle that Lock, un viaggio meraviglioso tra i pensieri che attraversano una giornata. Intervista a doppia voce.
Signora Samson, quanto c'è di piacevole e di sfidante nel lavorare con suo marito?
"Convivono entrambe le cose. Sono una scrittrice e passo la maggior parte del mio tempo in questa attività. Scrivere le parole per le canzoni è una delle varie forme di scrittura possibili. Ma a differenza dei romanzi, in cui sto da sola nella mia stanza per quattro anni, qui c'è anche David".
Lavorate insieme? Come si arriva al testo?
"David mi dà molte tracce, anche 40, in un iPod e io ascolto in cuffia camminando, finché ne trovo una che mi colpisce e su cui penso di poter lavorare. Allora David la registra di nuovo cantandoci sopra delle finte parole, per indicarmi come e dove le metterebbe lui. Questa per me è un'indicazione fondamentale. Torno a fare lunghe camminate ascoltando la traccia reincisa: conosco bene David e capisco cosa vuole dire con quel brano. In un certo senso, interpreto: lui parla in musica".
E David Gilmour concorda pienamente:
"Incido molta musica, in modo che Polly possa trovare l'ispirazione: mi esprimo più chiaramente con la chitarra piuttosto che con le parole".
Proprio come è successo con A Boat Lies waiting, dedicata a Richard Wright.
"È stata la prima traccia che ho scelto", spiega Polly. "Il tema mi è stato suggerito dalla musica. In quel periodo sentivo che David vivesse molta nostalgia per quella perdita. Come se avesse realizzato l'unicità di quel legame quando lo ha perso. Avevano un Feeling musicale pazzesco ed era diventato chiaro che sarebbe stato pressoché insostituibile".
"Eravamo molto uniti nei primi anni dei Pink Floyd", racconta David, "Quando gli ho chiesto se voleva suonare con me per On an Island, abbiamo fatto il tour più bello in termini di soddisfazioni e di piacere. La nostra era una sorta di telepatia musicale. Ma c'è un altro aspetto della vita di Wright: la sua grandissima passione per la barca a vela. E quando Polly ha ascoltato la traccia, si è fatta conquistare da quel rollio che, come mi ha detto, l'ha portata sulle onde...".
E poi c'è il brano che da il nome al disco, Rattle that Lock.
"La seconda traccia che ho scelto. L'ho scritta velocissimamente. È una canzone di protesta e di speranza. Così mi è tornato in mente il secondo libro di Paradiso Perduto di Milton, che avevo studiato approfonditamente ed aveva ispirato il mio romanzo. Sapevo che lì, in quei versi, avrei trovato le parole che cercavo".
E voi, vi siete mai sentiti incatenati nella vita?
David Gilmour: "Mi è capitato un paio di volte di esserlo fisicamente, per mano della polizia... Ma no, sono una persona libera".
Polly Samson:" Io molte volte mi sono sentita incatenata. L'ultima, proprio quando mio figlio Charlie era in prigione. Un momento terribile per un genitore. Ero fiera di lui, perché protestava per una cosa giusta in cui lui credeva. Stavo scrivendo il mio romanzo e la mia editor mi diceva che era molto importante che io fossi su Twitter e Facebook proprio in quel periodo. Il fatto aveva diviso il Paese e io ricevevo migliaia di lettere orribili, che mi mandavano in crisi. Ecco, mi sentivo braccata".
C'è anche un brano jazz nel disco.
David: "Era lì da molto tempo, non finito. Ci sono canzoni che rifiutano di rivelarsi in tempi brevi: vogliono che tu aspetti. Un giorno, mentre eravamo seduti in soggiorno, parlavamo proprio di questa traccia e Polly disse che era la storia di una bella ragazza. L'ispirazione immediata la diede un quadro che abbiamo in quella stanza, che raffigura una ragazza che balla con un vestito giallo in un jazz club. E il brano, finalmente, ha rivelato la sua vera natura".