
Giorgio de Chirico, Alcesti, luglio 1918 Olio su tela, cm 59,6 x 48,5

Giorgio de Chirico, Le Muse inquietanti, 1918 Olio su tela, cm 97 x 66

Giorgio de Chirico, Ettore e Andromaca, 1917 Olio su tela, cm 90 x 60

Giorgio de Chirico, Il Trovatore, 1917 Olio su tela, cm 91 x 57

Giorgio de Chirico, Il grande metafisico, 1917 Olio su tela, cm 105 x 69,6

Giorgio de Chirico, I progetti della ragazza, fine 1915 Olio su tela, cm 47,5 x 40,3

Carlo Carrà, Il cavaliere occidentale, 1917 Olio su tela, cm 52 x 67

René Magritte, Le Visage du génie, 1927 – Olio su tela

Carlo Carrà, Solitudine, 1917 Olio su tela, cm 91,5 x 55,5

Carlo Carrà, L’ovale delle apparizioni, 1918 Olio su tela, cm 92 x 61

Salvador Dalí, Gradiva retrouve les ruines anthropomorphes (fantaisie rétrospective), 1931-32 Olio su tela, cm 65 x 54

Giorgio Morandi, Natura morta con manichino, 1919 Olio su tela, cm 49,3 x 59,3

Salvador Dalì, Les plaisirs illuminés, 1929 Olio e collage su tavola, cm 23,8 x 34,7

René Magritte, La Condition humaine, 1933 Olio su tela, cm 100 x 81
Giorio De Chirico è stato il geniale inventore della pittura metafisica, una delle più importanti correnti artistiche della modernità, grazie alla quale gli enigmi che percorrono l’esistenza prendono forma attraverso atmosfere sospese e pervase di inquietudine. Nato in Grecia da genitori italiani, De Chirico giunse a Ferrara nel 1915, per prestare servizio militare. Travolto da un’ondata di emozione di fronte alla bellezza e ai miti rinascimentali della città emiliana, de Chirico dipinse un mondo irreale, popolato di meraviglie: piazze fuori dal tempo immerse in tramonti fantastici o stanze segrete dalle prospettive vertiginose fanno da sfondo agli oggetti enigmatici scoperti nelle peregrinazioni tra i vicoli del ghetto, o diventano il palcoscenico su cui recitano manichini da sartoria e personaggi muti e senza volto. Fu a Ferrara che l’artista conobbe Carlo Carrà e iniziò a chiamare la propria pittura “metafisica”, e furono proprio i quadri qui concepiti, vere e proprie icone della modernità, a esercitare una profonda influenza sia sulla coeva arte italiana, sia su movimenti internazionali come il dadaismo, il surrealismo e la Nuova Oggettività. E proprio in occasione del centenario dell’arrivo di de Chirico nella città estense, Palazzo dei Diamanti celebra con una grande mostra questo momento vitale della storia dell’arte del XX secolo. A un importante nucleo di dipinti realizzati da de Chirico negli anni ferraresi (1915 – 1918), faranno eco le composizioni ispirate alla pittura metafisica di Carlo Carrà, Giorgio Morandi e Filippo de Pisis e alcuni dei capolavori dei più grandi artisti delle avanguardie europee, da Raoul Hausmann a George Grosz, da René Magritte a Salvador Dalí fino a Max Ernst, i quali rimasero affascinati dal suo stile unico e dalla capacità di mostrare nelle tele il mistero impenetrabile delle cose
Mostra a cura di Paolo Baldacci e Gerd Roos, organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dalla Staatsgalerie Stuttgart in collaborazione con l’Archivio dell’Arte Metafisica di Milano/Berlino
De Chirico a Ferrara. Metafisica e avanguardie
dal 13 novembre 2015 al 28 febbraio 2016
PALAZZO DEI DIAMANTI
Corso Ercole I d’ Este 21 – Ferrara