Downton Abbey, dalla tv al successo letterario
La fiction anglo-americana trasmessa da Retequattro ha generato una fioritura di pubblicazioni tra cui una diffusa in Italia
Mentre negli USA e in Inghilterra sta per andare in onda la terza serie e in Italia, Retequattro, trasmetterà la seconda in autunno, Downton Abbey è diventato un successo letterario. L'english country drama, infatti, dopo lo straordinario gradimento con cui è stato accolto dal pubblico televisivo, ha fatto nascere una fioritura di pubblicazioni intorno alla vera famiglia e al vero mondo che ha ispirato, poi, la serie televisiva.
Due libri, in particolare, hanno suscitato la grande attenzione degli appassionati del genere: Lady Almina and the real Downton Abbey, scritto da Almina Carnarvon (edizioni Broadway) e Life and secrets of Almina Carnarvon scritto da William P. Cross (edito dallo stesso Cross).
Non solo, ma in concomitanza con la messa in onda della seconda serie di Downton Abbey su Retequattro, sarà nelle librerie italiane Ai piani bassi, memorie di una cuoca, scritto da Margaret Powel (edizioni Einaudi): è il mémoir di una cuoca al servizio di una potente famiglia aristocratica negli anni Trenta.
Il libro fu pubblicato per la prima volta nel 1968 e divenne subito un caso letterario. Ha rappresentato una fonte di notevole ispirazione per la serie televisiva, soprattutto perchè nella fiction la servitù ha un ruolo essenziale: raccoglie infatti, le sofferenze, i segreti, le confessioni dei vari membri della famiglia e viene fatta partecipe degli intrighi che ogni componente tesse ai danni degli altri. Ma a godere di questi privilegi sono solo i domestici più fedeli che spesso si trasformano in complici.
Nella Downton Abbey televisiva, sono raccontate le vicende della famiglia di Robert Crawley, conte di Grantham, che sposa per interesse la ricchissima americana Cora dalla quale ha tre figlie. Le viziatissime signorine Crawley, a meno di qualche fortuito accadimento, sono destinate alla povertà perchè, per testamento, la dimora di famiglia che dà il titolo alla serie tv, sarà ereditata da un lontano cugino, in mancanza di eredi maschi.
Nella realtà storica Cora fu lady Almina Wombwell che, sposando l'indebitatissimo lord Carnarvon (George Herbert), salva il consorte dalla povertà consentendogli di mantenere anche la dimora di famiglia Highclere Castle dove sono stati girati gli interni di Downton Abbey. Tutto ciò è narrato nel libro Lady Almina and the real Downton Abbey, in cui, si dice, anche che la donna avesse origini tutt'altro che nobili. Secondo alcune fonti, infatti, sarebbe la figlia illegittima di Alfred de Rothschild e della sua mantenuta Marie Wombwell. Pettegolezzi, questi, che invece nella fiction tv non vengono presi in considerazione.
Ma non basta. Nel secondo libro Life and secrets of Almina Carnarvon, si suppone addirittura che la paternità di Rothschild fosse una copertura per nascondere la sua omosessualità. Almina, però, oltre a rappresentare la salvezza economica, ha finanziato al marito anche una spedizione archeologica in Egitto. Ma non sarebbe stata una moglie fedele. La si descrive mentre passa da un amante all'altro. E, pochi mesi dopo la morte del consorte, si è risposata, finendo in uno scandalo suscitato dall'ex moglie del nuovo marito.
Almina è morta in tarda età, a 93 anni, povera e senza un soldo. Non possedeva altro che Highclere Castle, la dimora di famiglia ereditata dal suo unico figlio.
Bisognerà attendere, adesso, i sequel televisivi di Downton Abbey per sapere se ci saranno altri riferimenti scabrosi sulla vera vita di Cora-Almina, o se invece, tutto si giocherà su quanto faranno le tre figlie della donna per salvare se stesse dalla povertà.