​Mario Draghi
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Sul superbonus 110% Mario Draghi manca di coerenza

Il 2 maggio Mario Draghi ha approvato in Consiglio dei ministri il decreto Aiuti che concede tre mesi in più per i proprietari di villette monofamiliari per poter sfruttare l’agevolazione 110% (si avrà tempo fino al 30 settembre e non più 30 giugno per fare i lavori e saldare il 30% del costo totale).

Il 3 maggio, però, appena un giorno dopo, nel suo intervento al Parlamento europeo ha dichiarato il suo disappunto per l’incentivo: «Il nostro governo è nato come governo ecologico, fa del clima e della transizione digitale i suoi pilastri più importanti. Ma non siamo d'accordo su tutto, sul superbonus 110% non lo siamo».

E ha continuato: «Cito un esempio: il costo di efficientamento è più che triplicato grazie ai provvedimenti del 110%, i prezzi degli investimenti necessari per le ristrutturazione sono più che triplicati perché il 110% di per sé toglie l'incentivo alla trattativa sul prezzo. Poi, le cose vanno avanti in Parlamento, il governo ha fatto quel che poteva e il nostro ministro (Roberto Cingolani) è molto bravo».

E dunque nell’arco di due giorni il Premier è riuscito, prima a far passare una proroga al superbonus 110% e poi ad affossarlo a livello europeo. Ma le contraddizioni su questa misura non finiscono qua. Nella legge di Bilancio 2022, la prima per Draghi, il Premier ha infatti riconfermato l’agevolazione tanto bistrattata. Anche in questo caso prima si sono allungati i termini del superbonus 110%, per concedere più tempo per fare/terminare gli interventi a condomini e Onlus e poi si è deciso di includere nella norma anche le villette monofamiliari con la scadenza a giugno 2022.

Pochi mesi dopo l’approvazione della legge di Bilancio Draghi si è scagliato nuovamente contro il superbonus 110% dopo che l’Agenzia delle entrate aveva depositato in Senato un report dove evidenzia come erano state riscontrate diverse frondi sui bonus edilizi in generale. Le tabelle riportavano dunque come il 90% avevano riguardato l’agevolazione per rifare le facciate dei condomini, mentre solo il 3% il superbonus 110%.

Numeri che hanno fatto alzare le difese al governo tanto da introdurre un’ulteriore stretta sulla cessione dei crediti e sulla “qualità” di questi. Decisione sulla quale si è però dovuto ri-intervenire visto che per come era strutturata avrebbe causato un blocco nel settore delle costruzioni con una conseguente riduzione delle entrate. Dopo i correttivi necessari messi in atto, la vita del superbonus è dunque proceduta serenamente con l’approvazione in Cdm di lunedì della proroga nell’ultimo decreto Aiuti per le villette, fino a che Draghi il 3 maggio ha deciso di criticare aspramente l'agevolazione al Parlamento Ue
La reazione del M5S, padre della misura, non è mancata neanche questa volta: «La cosa che mi dispiace è che il presidente del Consiglio del nostro Paese critichi una misura del suo Governo in un consesso europeo. Quando ci ha comunicato l'erogazione della tranche del Pnrr, qualche settimana fa, la prima misura che ha citato come virtuosa era la proroga degli strumenti di efficientamento energetico degli edifici. Io posso capire che personalmente il presidente non condivida questa misura, capisco la sua posizione personale però' credo che sia un segnale negativo che diamo all'Europa e alle imprese che invece dovremmo cercare di tranquillizzare in questa fase così complicata» dichiara Stefano Patuanelli, ministro dell'Agricoltura.

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Giorgia Pacione Di Bello