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Economia

Nel 2023 gli italiani hanno risparmiato, altri 80 mld. Investendoli

I dati di Fabi confermano la nostra propensione al risparmio questa volta però investito meglio che in passato. rendendoci più ricchi

Italiani sempre e comunque popolo di risparmiatori. La ricchezza finanziaria è cresciuta nel 2023 di quasi 80 miliardi di euro, nonostante il periodo di inflazione, i tassi al 4,5% e la perdita di potere di acquisto. Ma è cambiato qualcosa. Meno liquidità sui conti correnti e più ricerca di azioni, titoli obbligazionari e fondi comuni. Anche a fronte di rischi più elevati gli italiani hanno cercato maggiori rendimenti. E le famiglie hanno accumulato oltre 144 miliardi in più sotto forma di risparmio rispetto al 2022. A trainare sono le obbligazioni: +45%. Il perché è da cercare non solo nella minore precauzione (segno di fiducia nel futuro), ma soprattutto nel mix esplosivo inflazione e poca remunerazione dei depositi bancari.

Nel 2023 la ricchezza finanziaria degli italiani è arrivata a 5.216miliardi, sono 552miliardi in più rispetto al 2019, cioè prima della pandemia, della crisi energetica, della corsa dell’inflazione e della politica monetaria della Bce. La Fabi (Federazione autonoma bancari italiani) ha fatto i conti. In totale la liquidità detenuta dagli italiani supera i 1500 miliardi di euro, ma i depositi bancari si sono asciugati di 61 miliardi, il 3,73% in meno guardando al 2022. Depositi e conti correnti quindi “soffrono”, pur rappresentando sempre la parte del leone: il 30% della ricchezza è accantonata così.

Ma dopo anni di incertezze, che hanno tenuto gli italiani sulla linea della prudenza, i dati dimostrano come qualcosa nel 2023 sia davvero cambiato. Innanzitutto, è cresciuta la quantità di debito pubblico italiano in mano a famiglie e imprese. La quota di Bot e Btp detenuta da piccoli risparmiatori e aziende è più che raddoppiata rispetto al 2019 e nel 2023 ha avuto un forte sprint. I titoli obbligazionari oggi coprono il 7,2% del portafoglio finanziario delle famiglie, contro il 5,8% del 2019 e nel 2023 hanno segnato un aumento dei volumi del 44.3%. Parliamo di oltre 115 miliardi di euro rispetto al pre-Covid. Ad attirare maggiormente sono le obbligazioni a medio-lungo termine (+93,6 miliardi sul 2022), ma sono cresciute anche quelle a breve termine (aumento di oltre 20miliardi in un solo anno). Nei primi undici mesi del 2023 tra Btp Italia e Btp Valore famiglie e imprese hanno accelerato. A novembre 2023 i privati avevano in mano il 13,5% di Bot e Btp, cioè 320 miliardi di euro su 2378 miliardi di emissioni statali. Contemporaneamente è calato il debito pubblico italiano nei portafogli degli investitori esteri.

E poi ci sono gli investimenti in titoli azionari, cresciuti dell’1,35% rispetto all’anno precedente, quasi 18 miliardi di euro in termini di volume. Aumenta rispetto al passato la componente azioni nel portafoglio (25,7%). E a conferma della voglia ritrovata degli italiani di rischiare senza mettere troppo a repentaglio i propri risparmi, c’è l’aumento della partecipazione ai fondi comuni di investimento. Un valore che passa da 663,9 miliardi a 675 miliardi nei primi nove mesi del 2023.

Italiani popolo di risparmiatori, dunque, anche in periodi difficili, ma risparmiatori che stanno cambiando il passo. Con l’inflazione in corsa e le banche che offrono una scarsa remunerazione dei depositi e dei conti correnti gli italiani hanno spostato e spostano liquidità e risparmi dove c’è più possibilità di profitto, meglio se nel modo più sicuro possibile. Quindi: boom di Bot e Btp. E parlare di ricchezza finanziaria degli italiani oggi significa parlare di oltre 5mila miliardi di euro: +552 miliardi rispetto al 2019. "Un asset fondamentale per la crescita e lo sviluppo economico del Paese: equivale a due volte e mezzo il pil italiano e corrisponde a quasi il doppio rispetto al nostro debito pubblico" ha ricordato il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni.

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Cristina Colli