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Economia

Affitti per gli universitari. A Milano aumenti anche del 50% (pure in periferia)

Ci siamo finti studenti alle prime armi alla ricerca di una camera o un appartamento in affitto sotto la Madonnina. I prezzi? Salatissimi, anche in periferia dove i più cortesi ti avvertono: "Bisogna solo fare un po' attenzione la sera"

Con soli 9.000 posti letto negli studentati milanesi, a poche settimane dall'avvio del nuovo anno accademico è corsa a trovare un posto letto per i fuori sede che verranno a studiare nelle prestigiose università meneghine.

Secondo il centro studi di Immobiliare.it, che annualmente stila una classifica dei costi degli affitti nelle principali città italiane, a Milano è necessario un budget medio di 620 euro per potersi permettere una stanza singola, mentre per un posto letto in una stanza doppia occorrono circa la metà, ovvero 321 euro.

Per comprendere meglio la situazione, dopo aver esaminato la situazione a Roma, ci siamo finti Alessia, una ragazza alle prime armi che sta cercando disperatamente una stanza, singola (ma si adegua davvero a tutto, anche a una doppia) o un piccolo monolocale in affitto per iniziare la sua avventura alla Statale di Milano come studentessa di Lettere. Alessia, come specifica nella telefonata quando le viene richiesto il suo background familiare - perché poi, rimane un mistero - viene da una famiglia che non le ha mai fatto mancare nulla e che supporta la sua scelta di lasciare casa per trasferirsi per gli studi a Milano. Tuttavia, nonostante l'aiuto di mamma e papà, Alessia lavora. Sta cercando un lavoretto part time in città e continuerà con le ripetizioni, che porta avanti da anni, per arrotondare. Insomma, Alessia sulla carta sembrerebbe una studentessa modello che si sta impegnando per costruire il suo futuro.

Ma passiamo alla parte interessante di questa storia. Le telefonate. La prima è con una signora che abita nei pressi dell'Università Statale. Ci sono dei piccoli appartamenti che affitta. Chiede di conoscere Alessia di persona, prima di affittare l'appartamento. Lo scrutinio telefonico è più simile a un interrogatorio. Il prezzo, per una stanza in una casa che ospita già altre tre persone con bagno e cucina condiviso è di 590 euro al mese. Alessia chiede il motivo dei prezzi: la signora arranca una scusa. "Ma saresti a cinque minuti a piedi dall'Università", prova a convincerla. Peccato che basti aprire Google Maps inserire l'indirizzo della sede di Lettere della Statale e la via della signora per scoprire che "nei pressi" significa in un arco spazio temporale piuttosto ampio, perché di minuti - a piedi - ce ne vorrebbero circa 20 e lo stabile dipinto come moderno e in una bella via alberata si trovi sì, in mezzo a degli alberi, ma di moderno ha davvero ben poco.

La manutenzione degli stabili è uno di quegli argomenti intoccabili con chi affitta e un tasto dolente un po' in tutta Italia. Ma a Milano, spesso, a fronte di una spesa davvero elevata, ci si ritrova a fare i conti con strutture quasi del tutto fatiscenti, mantenute male, con impianti vecchi, spesso senza aria condizionata e in cui le condizioni abitative non rispecchiano la richiesta di oltre il migliaio di euro per un piccolo monolocale.

Ma continuiamo con le nostre telefonate. Alessia si è affidata anche ai gruppi sui social e tramite questi ha contattato alcuni locatori che offrono stanze singole. I prezzi, da Stazione Centrale fino a Lambrate, Quarto Oggiaro e Chiesa Rossa oscillano dai 470 euro ai 300 mensili di Chiesa Rossa. L'offerta vera arriva da Rozzano. Che si, "è un po' distante", ma offre la possibilità di una stanza in un grande appartamento con due bagni e altri 5 inquilini a 290 euro al mese. Spese escluse. Quando ci fingiamo Alessia, ci diciamo un po' spaventate dai fatti di cronaca, specialmente quando chiamiamo nelle aree più periferiche. Se il mood comune è quello di bofonchiare che non ci sono particolari problemi, un proprietario molto cortese si sofferma più a lungo sulla questione. Chiese se abbiamo un'automobile o utilizzeremo i mezzi pubblici e, alla risposta che ci muoveremo con i mezzi o in bicicletta ci consiglia di prestare attenzione la sera, "perché all'imbrunire diventa più facile". Una frase lasciata lì, a metà, prima di continuare a parlare di prezzi e dei nostri coinquilini, tutti di nazionalità italiana - ci tiene a specificare.

Andando dal centro alla periferia i prezzi non cambiano in modo drastico come ci aspetteremmo. O almeno, per quanto riguarda le stanze in condivisione. Le stanze singole sembrano invece un miraggio lontanissimo. L'unica offerta che riceviamo è di una piccola stanza singola con bagno in comune in un appartamento in zona Cinque Giornate. Il tutto per la modica cifra mensile di 780 euro.

Non arrendendoci all'evidenza che studiare è diventato un lusso, chiediamo anche a chi affitta piccoli monolocali. Le cifre sono da far girare la testa e si passa dai quasi mille euro della periferia ai 1800 euro sfiorati per una casa "un po' vecchiotta" in zona porta Venezia.

Secondo l'annuario statistico della Regione Lombardia sono oltre 240.000 gli studenti iscritti a un ateneo milanese. Di questi, oltre 60.000 sono fuori sede e solo 1 su 10 riesce ad accedere a un posto letto in uno studentato (dati del 2020). Per i restanti, la giungla dei prezzi rende le condizioni di vita e di studio se non impossibili, difficilissime. L'UDU (l'associazione degli studenti universitari) di Milano ha proposto la creazione di un fondo a sostegno dei fuori sede e degli studenti più bisognosi. Il tavolo dei rappresentati degli studenti con il sindaco di Milano Giuseppe Sala e il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana lo scorso maggio non sembra aver sortito effetto sui locatari milanesi che continuano con la politica del caro prezzo a discapito di chi, a Milano, vorrebbe soltanto poter studiare.

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Marianna Baroli

Giornalista, autore

(Milano, 1986) La prima volta che ha detto «farò la giornalista» aveva solo 7 anni. Cresciuta tra i libri di Giurisprudenza, ha collaborato con il quotidiano Libero. Iperconnessa e ipersocial, è estremamente appassionata delle sfaccettature della cultura asiatica, di Giappone, dell'universo K-pop e di Hallyu wave. Dal 2020 è Honorary Reporter per il Ministero della Cultura Coreana. Si rilassa programmando viaggi, scoprendo hotel e ristoranti in giro per il mondo. Appena può salta da un parco Disney all'altro. Ha scritto un libro «La Corea dalla A alla Z», edito da Edizioni Nuova Cultura, e in collaborazione con il KOCIS (Ministero della Cultura Coreana) e l'Istituto Culturale Coreano in Italia.

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